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Il consiglio comunale vara la manovra fiscale e il nuovo piano di protezione civile
15 settembre 2014

Ci sono volute sette lunghissime ore ma alla fine l’amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Paola Natalicchio ce l’ha fatta: manovra fiscale e nuovo piano di protezione civile (il primo dal lontano 1993) approvati e portati a casa. Due provvedimenti importanti che segnano in modo diverso la volontà di differenziarsi dal passato amministrativo “azzolliniano” e di aprire davvero una fase nuova, pur fra evidenti difficoltà. Il consiglio è aperto (alle 17.00) da una comunicazione del Presidente Nicola Piergiovanni riguardante la consigliera Lia De Ceglia. La “compagna” Lia, 1013 preferenze targate Pdl incassate poco più di un anno fa (ma si sa, per la politica 15 mesi possono valere un’era geologica), lascia il malconcio centrodestra cittadino e veleggia verso più accoglienti scranni, sognando magari un futuro da “democratica” (ma smentite e contro smentite già si sprecano da tutte le parti: staremo a vedere). Al momento siederà tra i banchi del gruppo misto: “da oggi inizia per me una nuova fase di impegno politico. Dico no a un modo di fare politica nel quale non mi riconosco. Ho constatato una sistematica contrapposizione tra i due schieramenti: adesso appoggerò tutti i provvedimenti che considererò positivi per la città”, ha detto la consigliera (assente per motivi personali) nel comunicato letto all’aula dal Presidente del Consiglio. Nel frattempo cronisti e consiglieri scalpitano per udire un suo primo attesissimo intervento, visto che in questi primi 15 mesi di consiglio comunale non c’è ne è stata nemmeno l’ombra. Ma dopo tanta riflessione sarà di certo un portento. Delusi anche quelli che si aspettavano una baraonda sulla mozione di sfiducia presentata da consigliere Pdl Ninnì Camporeale contro Nicola Piergiovanni: la richiesta è stata protocollata solo ieri mattina, spettacolo rinviato al prossimo consiglio, probabilmente venerdì 12. Chiara e lineare la relazione del sindaco Paola Natalicchio (che è intervenuta al posto dell’assessore Angela Amato, assente per motivi di salute) sulla manovra fiscale adottata dall’amministrazione: la città deve sopperire a una diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato di oltre due milioni di euro in meno negli ultimi due anni (da 9,4 milioni di euro del 2012 a 7,2 del 2014). Una manovra, precisa il sindaco, che comunque non danneggia i ceti meno abbienti che anzi sono stati tutelati e in certi casi agevolati grazie a riduzioni e esenzioni. Il Comune adotterà una tassazione progressiva (chi guadagna di più paga di più) e questo accade per la prima volta per quanto riguarda l’Irpef dove la soglia di chi sarà esentato si alza dagli 8.000 euro ai 10.000. Novità per le aree fabbricabili: tasse giù anche del 60%. Nel famoso comparto 18 si pagherà 290 euro al mq. contro i 459 euro del passato. Una manovra equa ma comunque pesante: “ancora una volta viene registrata la distanza siderale tra Roma e il resto del paese. Un divorzio che si consuma dolorosamente tra governo nazionale e chi come me porta la fascia tricolore al collo. Da Roma hanno ormai deciso che siamo noi Comuni a fare i gabellieri del popolo per far sì che si dica che ai piani alti non aumentano le tasse. Noi da parte nostra, abbiamo deciso di distribuire gli oneri equamente per non provare i ceti medi già super tartassati” ha spiegato il sindaco che ha ricordato le responsabilità dei governi centrali che si sono succeduti in questi anni da Berlusconi fino a Renzi e il nome del Presidente della commissione bilancio del Senato: Antonio Azzollini. Il centrodestra ha avuto gioco facile a scaricare gli aumenti sulla presunta incapacità amministrativo della giunta Natalicchio. Antonello Pisani (Siamo Molfetta), ha invitato l’amministrazione ad “abbassare le tasse già il prossimo anno”, Luigi Roselli (Ncd) ha chiesto al sindaco “di fare un bagno di umiltà, di assumersi le proprie responsabilità e di ammettere candidamente che voi bloccate tutto e tassate le attività produttive”. Poi Ninnì Camporeale ha inaugurato l’angolo della nostalgia: quando Molfetta era guidata dal senatore Antonio Azzollini e “pensava da sé a procurarsi le risorse necessarie senza aspettare gli altri (eppure da Roma arrivavano due milioni di euro in più all’anno; ndr), come i brillanti progetti del Porto, della Zona Asi e dell’impianto di Compostaggio. Voi invece fate solo i notai: quello che vi dicono di fare da Roma fate. Dicevate che era tutta colpa di Antonio Azzollini e invece quello era il Periodo della Felicità di Leopardi mentre ora siamo al Bronx”. Non si fa a tempo a mettere via i fazzoletti per lo struggente intervento dell’ex candidato sindaco, che si materializza per davvero la Molfetta del futuro: prospera, ricca, avveniristica, una vertigine di eleganza ed efficienza in pieno stile elvetico. Prende forma nel discorso del consigliere Mariano Caputo che rivisita i pezzi migliori del suo repertorio: “quando ero assessore io c’erano una quantità di opere incredibile: piazze, strade, scuole, uffici comunali, strutture pubbliche varie. Abbiamo messo in piedi gli uffici di Lama Scotella e utilizzato gli uffici del Comune per la scuola Seminario, oltre ad eliminare i residui dell’epoca Finocchiaro. Voi invece colpite la classe media e la porterete alla rovina, tassate i cittadini fino ai capelli per una impostazione ideologica che avete contro la proprietà privata”. Soddisfatta invece la maggioranza, che pur rendendosi perfettamente conto dei sacrifici richiesti ai cittadini e della generale difficoltà della situazione, sottolinea come gli sforzi vadano verso l’equità delle tassazioni e la tutela dei ceti meno abbienti. Cosimo Damiano Angeletti (Pd) ha ricordato “quanto sono stati pesanti i disastri finanziari della precedente amministrazione. Le stangate sono arrivate in tutti i Comuni italiani ma siamo riusciti a rimettere in sesto l’Asm, a un passo dal fallimento e addirittura a potenziarne il servizio sperimentando politiche keynesiane contro lo scetticismo generale. Siamo a un passo anche dallo sblocco dei comparti 17, 3 e 5”. Sulla stessa lunghezza d’onda Gianni Porta (Rifondazione Comunista): “la manovra segna un’inversione di tendenza e una diversità d’impostazione rispetto al passato. Abbiamo rimesso a posto i conti attraverso una serie di decisioni strategiche prese con grande responsabilità”. Davide De Candia (Pd) in dichiarazione di voto ribadisce che: “la situazione è difficile su scala nazionale e per esempio il settore dell’edilizia ha le ali impiombate dalla crisi. Se cerchi di accontentare tutti finisci per non offrire nessun impulso al processo riformatore. Noi invece abbiamo deciso di imboccare un preciso indirizzo: quello della progressività delle imposte e della sua equità. E’ questo il messaggio che volevamo lanciare a città, un messaggio di equità e eguaglianza”. Dopo aver incassato con 17 voti favorevoli il procedimento si è discusso del Piano di Protezione Civile quando ormai ci si addentrava nella notte. “L’ultimo Piano risale al 1993 e l’incolumità della città non conosce l’orologio. Molfetta è profondamente cambiata: si è allargata, ora ci sono la zona artigianale e industriale che presentano alti rischi idrogeologici come del resto i comparti 9 e 9. Anche le processioni pasquali e patronali sono situazioni di una certa rilevanza. Serve un piano, urgentemente, perché in caso di calamità la nostra città rischierebbe tra la altre cose anche di essere tagliata fuori dai risarcimenti” ha spiegato il sindaco Paola Natalicchio, mentre il consigliere Saverio Tammacco ha notato una serie di refusi e ha proposto il rinvio del procedimento. Le resistenze sono state poi vinte dal buonsenso e il provvedimento è stato approvato all’unanimità.

Autore: Onofrio Bellifemine
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