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Il commento dei candidati sindaci (solo due hanno risposto) al risultato
15 giugno 2017

Reazioni e commenti del dopo voto a cominciare dai candidati sindaco, ma non tutti. Bepi Maralfa della lista civica Area Pubblica, ha affidato le sue considerazioni a Facebook, non nascondendo la sua delusione: «Il Popolo è giudice. Dovremmo provare tutti ogni tanto a farci giudicare. È un risultato non all’altezza delle aspettative, assolutamente immeritato ma va accettato con umiltà. Dunque si va avanti. Non so se mai riuscirò a ringraziarvi per il sostegno pubblico e privato che mi avete dato, per la forza, l’affetto e la stima che avete dimostrato per me in questo brevissimo tempo di campagna elettorale (appena un mese e 5 giorni). Spero di avervi lasciato qualcosa. Io vi sono grato con tutto il cuore. Il 5 maggio ho accettato la richiesta del Movimento di candidarmi a sindaco di questa Città. Qualche giorno per comporre la lista, qualche altro per la stampa del materiale pubblicitario. Restavano 20 giorni, durante i quali abbiamo tentato la rimonta contro i colossi della politica locale ma l’inflazione dei 400 candidati già in campo ha impedito ai candidati della mia lista di penetrare nell’animo di una Comunità che non ha risposto alla proposta di rivoluzione culturale. Pur avendo superato il 3 per cento per entrare in consiglio comunale, non abbiamo conquistato il seggio a motivo di un complesso gioco di percentuali. Ci sono mancati soli 185 voti. In questo contesto militare, dove molti candidati di altre liste sapevano quasi al millimetro il numero di voti che ciascuno di loro avrebbe preso (pronostici rispettati in modo impressionante) mi tengo stretto il patrimonio di 1427 voti che abbiamo preso con una sola lista. Se moltiplicati per il numero delle liste degli altri si ha più o meno il risultato complessivo. Come voti delle singole liste non siamo lontani da partiti importanti, altri ne abbiamo superati, altri ancora schiacciati. Ma non basta. Tommaso e Isa con i loro schieramenti sono due potenti colossi, irraggiungibili. Con un pezzo di Comunità diverso dalle politiche tradizionali abbiamo tentato di competere. 1.427 voti in venti giorni sono un patrimonio che mi tengo stretto. Grazie di cuore. Ma soprattutto grazie a tutte le persone che ci hanno sostenuto ed a quelle (molti giovani) che mi hanno inviato prima e dopo messaggi di paura, di speranza di denuncia, di delusione che, senza nominare gli autori, forse pubblicherò in un libricino. Con orgoglio e forza porterò avanti le loro istanze. Linea Diritta e Area Pubblica ci sono e ci saranno ancora per loro, e per tutti quegli altri la cui mano nella cabina elettorale è stata deviata con violenza dal timore di essere controllata anche nel momento della massima espressione di libertà. Sono in piedi». Ma la delusione più forte, anche per gli ingenti investimenti finanziari messi in campo, è quella di Leonardo Siragusa, scomparso dalla circolazione e anche dalle dichiarazioni: abbiamo provato a chiederle, ma non abbiamo ricevuto risposta, sembra essere calato il silenzio. Forse Siragusa si aspettava di più o forse ha peccato di ingenuità, sembrava voler fare l’ago della bilancia, ma ha rimediato appena il 3,79 per cento: troppo poco per essere appetibile e determinante al ballottaggio. Gianni Porta, candidato della Sinistra (Rifondazione, Sinistra italiana e Democratici e Progressisti) è stato il più laconico: ottimo risultato raggiunto. Isabella de Bari è fuggita anche stavolta davanti ai giornalisti e non ha rilasciato commenti sul voto, forse per evitare altre gaffe. Tommaso Minervini, invece, ha dichiarato: No a un ritorno al passato e ha subito voluto riprendere il contatto con gli elettori, convocando un incontro pubblico a corso Umberto, nel quale ha sottolineato il richiamo all’unità «per schierare i segnali in campo della partecipazione, della democrazia, della moralità. Sono i valori antichi della città di Molfetta, che nascono da lontano, dalla democrazia di questa città, l’unica d’Italia – insieme a Roma – che ha come simbolo la storia democratica e il senato e il popolo della città». Sottolineando lo slogan scelto in vista del 25 giugno (“Ora tutti insieme”) ha aggiunto «Chiediamo a tutti di fare una scelta di visione di questa città, di indicare una direzione di marcia che non può essere quella indicata da noi e che vogliamo portare anche agli altri». È evidente l’intento di coinvolgere non solo gli elettori degli altri schieramenti ma anche quel 40% di elettori che ha scelto l’astensionismo. Al termine dell’incontro, Tommaso Minervini, commentando il voto del primo turno, ha dichiarato a “Quindici”: «L’andamento di questa campagna elettorale e del primo turno ha segnato chiarissimamente una stragrande maggioranza democratica, cioè di persone, di elettori che hanno indicato una ben precisa direzione; una direzione che dice no alla democrazia padronale. Chiedo a tutta questa stragrande maggioranza il 25 giugno di confermare, sia chi ha votato me sia chi non ha votato me, di confermare questo segnale di direzione verso la grande partecipazione popolare». Massima chiarezza in merito ai contatti con gli altri candidati e schieramenti che non sono giunti al ballottaggio: «Io non ho né aperto né chiuso porte a nessuno – ha affermato Tommaso Minervini – questa sera le ho aperte al popolo che vuole mantenere ed evolvere in questa città una partecipazione democratica rispettosa dell’ambiente, rispettosa delle persone, che unisce e mette tutti insieme per riprendere il cammino virtuoso di questa città; no a ritorni al passato della democrazia padronale. L’invito è rivolto a tutti gli elettori del campo che ha già scelto di dire no al gruppo De Bari, Azzollini, Amato»

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