Il Comitato no terminal ferroviario di Molfetta all’amministrazione Minervini: stop alla grande opera, prima che sia troppo tardi
Sabato 30 gennaio si è tenuta la prima assemblea generale cittadina con obiettivo fermare sul nascere il terminal ferroviario calato dall’alto e inaccettabile sotto molti punti di vista
MOLFETTA - Due ore di dibattito e una media di sessanta partecipanti. Sono questi i numeri della prima assemblea per la costituzione del comitato "no terminal" ferroviario, avvenuta in modalità online sulla piattaforma di comunicazione Zoom a Molfetta.
Tra interventi di natura tecnica, ambientale, agronomica e la partecipazione attiva di singoli cittadini e realtà organizzate politiche e ambientaliste, l’assemblea ha espresso in modo chiaro ed omogeneo la propria perplessità sulla grande opera proposta dalla società Istop Spamat e dichiarata di pubblico interesse da parte del Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini.
Molte le ragioni che spingono la cittadinanza a rispedire al mittente un’opera peraltro priva di alcun inquadramento nel panorama commerciale ed economico, essendo legata a un porto commerciale non ancora concluso.
Le principali criticità sono sintetizzabili in questi punti:
- occupazione di aree classificate a pericolosità idraulica alta e media definita dall’autorità di bacino all’interno del piano di assetto idreogeologico, peggiorando il rischio idraulico per i territori insediati dalle attività industriali (merci e capitali)
- difformità con la pianificazione comunale, in quanto l’area di intervento si localizza in minima parte nella zona ASI ed occupando per la maggior parte un’area a destinazione agricola;
- difformità con il piano regolatore portuale e con il PUMS sia nella localizzazione dell’area terminal rispetto al sistema della mobilità urbana;
- difformità rispetto alle caratteristiche produttive del territorio sia di lungo periodo come la pesca e l'agricoltura, sia rispetto alle eccellenze produttive e sia con la tendenza terziaria dell'ASI e del PIP;
- Incompatibilità con il piano paesaggistico territoriale regionale, sia nel quadro dei vincoli che nel valore patrimoniale del sistema agrario, tutelato con il parco territoriale di valorizzazione dei Casali e delle Torri che dall’area premurgiana giunge alla linea di costa connettendosi con l’oasi naturale di Torre Caderina e al SIC MARE Posedonieto San Vito IT9120009.
A queste riflessioni basate su fatti certi, l’assemblea ha posto in essere ulteriori dubbi in merito alle motivazioni che hanno spinto un privato nella realizzazione di un’opera di tale rilievo (70 milioni di euro per una cementificazione di 12,5 ettari) rispetto oltretutto ad un porto commerciale in cui sono in corso lavori di mera messa in sicurezza. Destano dubbi sia la celerità con cui la pubblica amministrazione abbia inteso di pubblico interesse un progetto fragile di per sé e sia il ruolo che la società proponente intende avere nella gestione del terminal.
Vista la preannunciata conferenza dei servizi, indetta dal Comune il 25 febbraio presso la propria sede istituzionale, il Comitato no Terminal chiederà ai consiglieri comunali Silvia Rana, Paola De Candia e Beppe Zanna un ulteriore accesso agli atti della documentazione a disposizione della municipalità e utilizzerà tutte le sedi opportune per far ascoltare il proprio dissenso, anche presso le istituzioni a livello sovraordinato.
Infine un appello viene rivolto al Sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, affinché sia revocata la delibera del 23 settembre e il precedente atto di impulso, azzerando il procedimento amministrativo basato su una richiesta del privato e su un accordo sindaco-impresa, che la giunta si e’ limitata a ratificare. Un iter anomalo e inaccettabile, basato su un metodo inaudito da parte del Comune, in cui assente è stata la discussione pubblica e l'utilizzo di luoghi di partecipazione comunitaria adeguati come il forum Agenda XXI, visto all’impatto che l’opera avrebbe sul territorio.