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Il centrosinistra cerca una non facile apertura all'area di Tommaso Minervini In vista del ballottaggio il centrosinistra prova a trovare un'intesa allargata all'area dell'ex sindaco
02 giugno 2006

MOLFETTA - Si bruciano velocemente i giorni che separano Antonio Azzollini e Lillino di Gioia dall'appuntamento decisivo del ballottaggio; con Tommaso Minervini, escluso e deluso, che cerca ancora uno spazio o un ruolo o un riscatto, dopo lo smacco di essere arrivato terzo, lui, sindaco uscente. Domenica scadrà il termine ultimo per eventuali apparentamenti, lunedì mattina sarà effettuato il sorteggio della posizione sulla scheda elettorale, dopo di che rimarrà davvero poco per giocarsi la partita, che entrambi vogliono vincere. Azzollini - perché sarebbe assai pesante la sconfitta per un senatore in carica, per cinque anni presidente della Commissione bilancio, assai apprezzato in Forza Italia, al punto da assicurarsi in lista un posto da elezione sicura - ha l'obbligo di mantenere Molfetta alla Casa delle libertà. Di Gioia perché attende questa chance da tutta la vita, se l'è costruita con pazienza e tenacia e sa che difficilmente avrà una prova d'appello. Azzollini, si potrebbe dire come per tutta la campagna elettorale, lavora sotterraneamente alla ricerca di accordi, magari uno ad uno, che gli assicurino l'allargamento del consenso. Lillino di Gioia, che parte in svantaggio, si trova nella condizione di dover cercare un'apertura alla coalizione che ha sostenuto a Tommaso Minervini, per provare a vincere, certo, ma anche per portare a compimento un processo, faticoso e tortuoso di riunificazione di tutte le anime del centro sinistra molfettese. Una riunificazione necessaria non solo e non tanto in vista dell'appuntamento dell'11 ed il 12 giugno, ma per costruire un centrosinistra che non sia marginale, rispetto alla macchina da guerra che, in un modo o nell'altro, il centrodestra, ovvero il sen. Azzollini, guida e che diventerebbe un vero schiacciasassi se questi assumesse anche la carica di sindaco. Apertura, quindi, la parola magica degli ultimi giorni, ad una parte che fino ad ora ha percorso altre strade fino a ritrovarsi magicamente su quella del socialismo, ad un processo di ricomposizione che trovi il suo collante nel programma stilato e che guardi non solo alla domenica del ballottaggio, ma più avanti, senza snaturare l'identità che l'Unione molfettese, il cielo sa con quanta fatica , è riuscita in questi mesi a costruirsi. Solo che in politica, soprattutto nell'imminenza di elezioni, i processi chiedono gambe su cui camminare, anche poltrone su cui sostare, decisioni concrete, insomma, garanzie, concessione di “visibilità”. Altra parola chiave. Così la coalizione di Tommaso Minervini, pur volenterosa di accogliere questa apertura, fortemente voluta anche a livello regionale, ha posto le sue di condizioni; una prima ed una seconda volta chiedendo l'apparentamento delle liste che avrebbe, ne abbiamo già scritto, l'effetto di garantire l'ingresso in Consiglio Comunale di molti non eletti illustri e che consentirebbe loro di condizionare pesantemente l'eventuale maggioranza. Il centrosinistra originario, invece, perderebbe di conseguenza consiglieri e potere di garantire al sindaco Di Gioia la maggioranza necessaria all'attuazione del programma. All'apparentamento è stato detto di no per due volte, perché, per dirla con le parole del segretario provinciale diessino, Giuseppe Rossiello, venuto a Molfetta a capire come stanno le cose, non si vede perché si debbano sottrarre consiglieri alla maggioranza, rafforzando l'opposizione, piuttosto che aggiungere ai 18 originari altri consiglieri disposti a sostenere l'azione del sindaco. Fra la prima e la seconda richiesta di apparentamento, anche una domanda di riconoscimento di “pari dignità” allo spezzone di socialista, da tradurre in “metà degli assessorati”. In una riunione, svoltasi ieri sera, dei rappresentati delle liste che fino ad ora sostengono Di Gioia è stato deciso di procedere ad un incontro fra il candidato Di Gioia, accompagnato dai principali partiti della coalizione, e il gruppo ex “Nuova Alleanza”, per provare, nel pieno rispetto del Codice etico, a capire per quale strada arrivare ad un accordo non meramente elettorale, ma politico, che preveda la piena valorizzazione del Consiglio Comunale e riconosca ruoli di gestione anche a coloro che, sempre nel rispetto delle regole fissate dal Codice etico, si sentano appartenenti al centrosinistra, pur avendo deciso l'appoggio a Tommaso Minervini. Una strada che impedirebbe al centrodestra di far man bassa in città. Prima ancora che questa delegazione potesse muovere alla conquista dell'unificazione del centrosinistra, dalle parti del socialismo di Bar Sweet un nuovo capovolgimento di fronte, stamani ancora una richiesta di apparentamento, ma solo per le due liste di partito, cioè La rosa nel pugno e I socialisti, che così avrebbero sei consiglieri in tutto, sottraendone uno a Ds, Margherita, Riscatto e quello che hanno a Buon Governo e Repubblicani. Una proposta che rimescola le carte e sembra non porsi in maniera diretta, come era invece per quelle precedenti, il futuro dell'ex sindaco Tommaso Minervini. Non durerà a lungo questo felleiton, che finirà necessariamente all'apertura dei seggi elettorali, ma coinvolge gli appassionati del genere, che sappiamo numerosi fra i nostri lettori, cui promettiamo presto una nuova puntata.
Autore: Lella Salvemini
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