“Il Carro all’opera”: buona la seconda con “La vedova allegra”
Prosegue con palpabile successo la rassegna Il carro all’opera, il progetto teatrale guidato dalla direzione artistica dal soprano Marilena Gaudio e nato dalla felice idea della compagnia teatrale molfettese Il Carro dei Comici, compagine che ha voluto dedicare al melodramma una parte importante della nona edizione della sua stagione teatrale Il fuoco centrale, diretta dall’attore e regista Francesco Tammacco. Dopo la riuscitissima première lo scorso marzo con La Traviata di Giuseppe Verdi, nel secondo appuntamento tenutosi domenica 22 aprile, sempre al teatro Regina Pacis di Molfetta, è stato il turno de La vedova allegra, composta da Franz Lehar nel 1905 su libretto di Victor Lèon e Leo Stein. Si tratta forse della più celebre tra le cosiddette operette ma sicuramente la meno operetta di tutte, con una partitura in grado di raccordare momenti brillanti e triviali ad altri più intimi ed eleganti con numeri musicali di qualità e complessità che nulla hanno a invidiare a quelli dell’opera lirica dell’epoca. Originalissima e molto suggestiva la messa in scena pensata dal regista Pantaleo Annese, che ambienta l’operetta nientemeno che… in un carillon! Uno dei tanti carillon, in cui suonano i grandi classici dell’opera lirica, che un uomo ha ereditato da suo nonno e conserva nella sua soffitta. Uno dei tanti carillon le cui melodie hanno fatto maturare in quell’uomo il desiderio di esibirsi in teatro, sogno questo che non si è potuto realizzare a causa della sua timidezza e della sua zoppia. In particolare gli sarebbe piaciuto interpretare nella Vedova Allegra la parte di Njegus, il goffo cancelliere di ambasciata deus-ex-machina di tutta la vicenda. E quindi quest’uomo pensa bene di allestire nella sua soffitta un teatro tutto suo, nel quale raccontare, tra una carica e l’altra di un carillon fatto di esseri umani che riprende vita ad ogni scena musicale, questa divertente vicenda politica e sentimentale, che si dipana dai tentativi dell’ambasciatore a Parigi dell’immaginario paese del Pontevedro, il Barone Zeta, di far sposare una ricca ereditiera del suo paese, Hanna Glavari, nel frattempo trasferitasi nella capitale francese, con un suo concittadino, il conte Dànilo, allo scopo di evitare che un matrimonio della vedova con uno straniero provochi la fuoriuscita degli ingenti capitali della signora all’estero provocando così la bancarotta del Pontevedro. L’uomo della soffitta è stato interpretato dallo stesso Annese con assoluta padronanza della scena e prosa efficace, cimentandosi anche un intervento cantato (l’aria di Njegus) degno di considerazione. Altrettanto di pregio l’esecuzione musicale vera e propria. Il soprano Lucia de Bari, veterana nel ruolo di Anna Glavari, avendolo sostenuto già in numerosissime altre rappresentazioni in passato, ha dato anche qui dimostrazione di una vocalità brillante e precisa e di una presenza scenica ricca di simpatia. Verve affabile e straripante che ha connotato anche l’interpretazione del protagonista maschile, il conte Dànilo, offerta dal basso Onofrio Salvemini. Un gradevole sia vocalmente che scenicamente Danilo Sallustio ha interpretato invece il Barone Zeta. A dare vita a Valencienne, consorte del Barone, il soprano Marilena Gaudio, unendo le sue riconosciute qualità vocali ad una abilità scenica tale da consentire di esibirsi insieme al corpo di ballo in un coinvolgente can-can. A impersonare Camille de Rosillon, amante di Valencienne, il tenore Sabino Losito, una promessa da tenere d’occhio. I tenori Paolo Gadaleta e Dino de Bari si sono rivelati calzanti ed efficaci nei rispettivi ruoli del Visconte Cascada e di Raoul di Saint Brioche, i due pretendenti parigini in guerra tra loro che ambiscono alla mano della Vedova. Anche questa rappresentazione è stata impreziosita dalla presenza dell’Alter Chorus, tanto corposo e sapido musicalmente quanto smagliante ed elegante scenicamente, e dalla sempre briose e sfavillanti coreografie di Cinzia D’Addato eseguite dal corpo di ballo del Liceo Coreutico “Leonardo da Vinci” di Bisceglie. Pilastri dell’esecuzione musicale il preciso e talentuoso pianista Emanuele Petruzzella e il sempre appassionato e sapiente direttore Antonio Allegretta. Terzo e ultimo appuntamento de Il carro all’opera domenica 20 maggio con Carmen di George Bizet. © Riproduzione riservata