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Il 17 marzo sul sagrato delle parrocchie della diocesi di Molfetta raccolta firme: Libera la domenica
16 marzo 2013

MOLFETTA - Facendo seguito a quanto già avvenuto in numerose diocesi italiane anche nella diocesi è stata indetta per la giornata di domenica 10 marzo dall'Ufficio diocesano per i Problemi Sociali e il Lavoro e dal Progetto Policoro, la raccolta firme promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con Confesercenti “Libera la domenica”.

L'iniziativa, che prende spunto dalle parole di Benedetto XVI durante l'Incontro Mondiale delle Famiglie nel maggio 2012, ha come obiettivo quello di sensibilizzare le Regione alla regolamentazione delle aperture domenicali, non solo per salvaguardare i piccoli commercianti che, costretti della concorrenza dei grandi centri commerciali, decidono di rimanere aperti la domenica anche solo per pochi spiccioli, ma soprattutto per rivalutare il significato del giorno libero e della domenica come Giorno del Signore, la giornata di riposo per eccellenza.
Alla luce di tutte queste considerazioni è nata l'iniziativa nazionale “Libera la domenica” (www.liberaladomenica.it) che ha come intento quello di appoggiare la formulazione di una legge di iniziativa popolare che restituisca la potestà normativa in materia alle Regioni per «liberare la domenica dal lavoro, a tutela della dignità delle persone – della donna soprattutto – e dei tempi della famiglia».
Secondo monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e del lavoro, “non si tratta dunque solo di una questione economica, ma 'antropologica': senza il riposo domenicale ogni uomo si fa vuoto, privo di luce, non gusta più le cose belle che fa. In secondo luogo, c'è una ragione familiare perchè le famiglie, specie le mamme, costrette a lavorare la domenica, non hanno più la possibilità reale di seguire i loro figli, specie gli adolescenti. Infine ci sono le motivazioni economiche. Si constata, infatti, che la legge sulle liberalizzazioni ha di fatto abbassato i ricavi del commercio di ben il 2%”. Sempre mons. Bregantini afferma che “senza la domenica ci mancherebbero le forze per affrontare le difficoltà quotidiane e non soccombere. Non si può affermare che la famiglia è bella se poi è spaccata la domenica e nei gironi di festa.”
E chi è 'costretto' a lavorare la domenica, come i turnisti, le Forze dell'ordine, i ristoratori e i camerieri e cuochi loro dipendenti, I giornalisti e lavoratori delle tipografie che lavorano per i quotidiani che escono al lunedì? Secondo Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, “non fanno che confermare la regola: occorre riprendere il concetto che non tutti i giorni sono uguali e che ci sono giorni che bisogna riconoscere diversi. E in essi riconoscersi, e attraverso di essi poter riconoscere più agevolmente - più liberamente appunto - ciò che vale, chi e che cosa conta: la famiglia, la comunità, la riflessione, l' incontro, l' ascolto, la preghiera... Non è un problema di 'tono' religioso. Ma una questione di vita. Di tempi e di spazi di vita e, per chi crede come noi crediamo, del tempo e dello spazio di Dio.”
Sarà, dunque, possibile firmare per la legge popolare in tutte le parrocchie con l'obiettivo quello di contrastare la liberalizzazione selvaggia di orari e di giorni di apertura dei negozi, davanti al sagrato delle chiese della Diocesi dove verrà distribuito anche del materiale informativo.
Tutti coloro che desiderano farsi promotori per la raccolta firme che avverrà sul sagrato delle chiese nella giornata di domenica 17 marzo possono contattare le animatrici di comunità del progetto Policoro e l’ufficio diocesano per i problemi sociali e il lavoro ai seguenti indirizzi e-mail: mchiarapisani@gmail.com , martamariavisaggio@libero.it , on.losito@libero.it .
 
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