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Effeluna frammenti di Frida a Molfetta, il teatro delle emozioni
20 gennaio 2009

MOLFETTA - “Effeluna frammenti di Frida”, lo spettacolo di Maria Elena Germinario, ha portato in scena le sensazioni e le emozioni di una pittrice, Frida, che si è resa simbolo con la propria vita della lotta femminista e comunista. Ma ciò che slega Frida da quell'immagine impetuosa, forte, quasi irreale, è la sua celata fragilità. I suoi percorsi interiori si sono espressi per tutta la vita in una grande quantità di poesie e di pagine di diario. Il senso di queste pagine, la forza di un'anima che non si ferma alle lotte e ai quadri, hanno dipinto le forme di un personaggio che si distingue per la propria universalità. Come ricorda Maria Elena Germinario, infatti, “il femminile ha molto di maschile”. Il personaggio si intreccia quindi alle mille facce che si possono cogliere nella sensibilità umana, si dipana nelle forme più autentiche della vita di una donna, che è impossibile ridurre a sola sofferenza. Si intravede nella donna la passione che muove le proprie idee, il proprio essere che, sempre desideroso e mancante, rende fragile ogni certezza, ogni pagina già scritta. Tutto diventa fuggente, i ricordi colorano il tempo di toni quasi surreali, di “frammenti della sua vita”, fino a comporre il mosaico dei suoi sentimenti, della sua anima. Il teatro, secondo la Germinario allora allora, porta in scena l'inesprimibile, “rende possibile ciò che è impossibile”, perché esso deve far passare delle emozioni, “lasciare qualcosa”. Lo spettacolo, quindi, porta gli spettatori a percorrere quei pezzi di vita, di passione, di amore e di reazione, di sofferenza e di ribellione in cui la stessa protagonista si è rivista. Nell'incontro con Maria Germinario la forza del teatro, la penetrazione delle emozioni, hanno mosso il confronto verso una forma di comunicazione che educa lo spettatore all'ascolto cosciente, coinvolto. Questa forma di comunicazione, come afferma Isa de Marco, non sta avendo successo neanche in grandi librerie e richiama la necessità di una rinnovata educazione alla cultura e all'ascolto, sempre più trascurata nella nostra città. Inoltre, come ricorda Giulio Bufo, l'incontro e il confronto rappresentano i pilastri fondamentali per la crescita di un gruppo e costituiscono la base del percorso seguito dal laboratorio de “Gli Alchemici”, da cui è stata organizzata la serata.
Autore: Giacomo Pisani
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