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I vandali si accaniscono contro il Duomo di Molfetta Sporcata con scritte la facciata orientale della chiesa, ultimo oltraggio al monumento già assediato dalle auto, mal sorvegliato e mai valorizzato nel suo contesto urbano
15 febbraio 2008

MOLFETTA - Ancora atti vandalici nel centro storico di Molfetta. Questa volta a farne le spese il monumento più rappresentativo della città, il Duomo. Sulla facciata absidale, infatti, sono comparse delle scritte realizzate con una bomboletta. Poche parole “Noi non siamo come Bisceglie”. Un messaggio stupido, che probabilmente fa riferimento all'avversione sportiva per la città vicina, che imbratta, però, uno dei più suggestivi angoli del centro storico, a pochi metri dal portale sormontato dall'arco a tutto sesto sorretto dai leoni accosciati, dal mascherone con la bocca spalancata incorniciato dalle arcate cieche. Gli stessi leoni che reggono le colonnine spesso in serata sono oggetto di un vero e proprio tiro al bersaglio con pietre, che ne stanno scalfendo lentamente il volto. Non è la prima volta che frasi imbrattano le facciate delle chiese della nostra città e a volte sono state anche più oltraggiose. Ora la scritta che sporca la faccia della cattedrale romanica, sporca anche il volto dei molfettesi. Genera vergogna. Perchè non si è sporcata la facciata di un palazzo ma la facciata del simbolo stesso della città presente nell'immaginario collettivo. E dovrebbe provare almeno imbarazzo anche chi, in questi anni al governo della città, non si è adoperato perché questo monumento alla sacralità, restituito al suo antico splendore, fosse inserito in un contesto adeguato alla sua magnificenza e fosse adeguatamente protetto. “Quindici” ha già denunciato più volte la situazione di abbandono dell'intero centro storico: a settembre con la lettera della signora Muti, a novembre con l'intervento del parroco don Ignazio Pansini, e anche sul numero che troverete in edicola i primi giorni della prossima settimana affrontiamo con una inchiesta l'intera situazione del centro storico, ma non è bastato. Negli anni sono arrivate anche petizioni al Comune da parte dei residenti e dei cittadini indignati per questa vergognosa trascuratezza, ma nessun segnale è mai arrivato dal Palazzo di Città. Così c'è ancora il parcheggio selvaggio che attanaglia il Duomo, la scarsa illuminazione delle facciate laterali, proprio sul piazzale che si affaccia sul porticciolo, la pavimentazione stradale sconnessa e mai completata, la mancanza di sistemi di videosorveglianza dell'intera area, l'assenza di qualsivoglia arredo urbano che renderebbero più dignitoso l'aspetto dell'intero piazzale. Basterebbe fare una passeggiata a Trani per capire di cosa stiamo parlando. Forse da domani tutto questo sarà oggetto di facili promesse da campagna elettorale ma non si può ignorare il tempo trascorso in questi anni, in cui la creazione di un apposito assessorato non è stata sufficiente a generare alcun cambiamento. Speriamo, intanto, che si adoperino quanto prima per ripulire quelle scritte e restituire dignità al luogo. Infine ci viene in mente una poetica nota sul Duomo di don Tonino: “chi sa se l'antica cattedrale di San Corrado non l'abbiamo costruita lontano, nel paese delle meraviglie, e poi l'abbiano mandata alla deriva con tutto quel bianco corteggio di case, affidandola a una zattera di sargassi che si è ancorata per sempre sulle nostre sponde”, affidandola purtroppo - aggiungiamo noi - a chi forse non la merita e oggi non sta facendo nulla per non mandare a fondo quella zattera.
Autore: Michele de Sanctis jr.
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