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I “ritratti” di Michele Paloscia alla Sala dei Templari
15 marzo 2014

Lfarte che sfinnerva della migliore tradizione pittorica italiana ed europea e riesce a operare un felice connubio di aderenza alla realta, immagine mentale e perizia tecnica si segnala, nellfepoca del proliferare delle espressioni artistiche, per la nobile gsprezzaturah che la contraddistingue. E questa la cifra della pittura del molfettese Michele Paloscia; il suo tratto appare naturale, come se colori e forme fiorissero in maniera spontanea, eppure cela una progettazione concettuale e un labor limae di considerevole pregio. Paloscia si esprime con notevole felicita in differenti generi pittorici: spazia dalla ritrattistica al paesaggio . con predilezione per tratturi e superbe marine, in cui il pelagus ostenta luminoso o accigliato le sue cromie ., dalla natura morta (libri, strumenti musicali, fiori ecc.) al tema sacro. Dal 12 al 26 aprile, sara allestita nello scenario della Sala dei Templari la personale gRitrattih, sintesi antologica curata, unitamente al catalogo, piu esaustivo, edito per i tipi della Nuova Mezzina Arte, dal docente di Storia della Comunicazione visivo-oggettuale c/o lfUniversita degli Studi di Bari, Gaetano Mongelli. Lfiniziativa si avvale del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari, del Comune e della Pro Loco di Molfetta, nonche delle Associazioni culturali Edirespa, Arte Contemporanea 54, Terzo Millennio di Molfetta. La pittura di Paloscia, come segnala finemente il prof. Mongelli, gnon rinuncia al piacere di immergersi nel mare magnum del áveroâ senza aberrazioni o distorsioni di comodoh, ma allo stesso tempo sa distanziarsi gdal dato retinico quando e fine a se stesso, limitativo e stringenteh. La sua ritrattistica ha, infatti, il potere di non tradire lfelemento efenomenicof, ma al contempo di inferirne un dato spirituale che trascende la mera occasione e punta allfuniversalita. Fondamentale e la scelta del momento o del contesto: per esempio, lfidea di ritrarre due coniugi in un interno domestico suggerisce unfatmosfera di confidente tepore; una figura di donna in un ambiente dfarredamento dfantan, con foto e oggetti vari, introduce una nota di civettuola vezzosita e tradisce unfindole sognatrice, incline alla fantasticheria e al viaggio psichico. I soggetti sono rappresentati spesso di profilo o in tre quarti, con parte del viso in ombra. Severe figure di intellettuali ci riconducono allfopera di un John Singer Sargent. Lorenzo Palumbo rivela, nello sguardo penetrante, la vitalita di una perenne inchiesta di conoscenza; Giovanni de Gennaro e effigiato nel suo mondo di preziose letture, nella sua biblioteca-habitat, e nei suoi occhi si puo cogliere la gravitas di un antico senatore romano. I ritratti del periodo di Sorisole, invece, sembrano prediligere immagini dai tratti spigolosi, non di rado giovinetti simili a certe figure caravaggesche di santi/scugnizzi o matriarche dallfaria arcigna e segaligna, talora quasi in stile Novecento. Nei volti di anziani emerge, nei solchi dei visi, la ricerca della rappresentazione dello scavo operato dalla natura, cui spesso si contrappone la vivida forza degli sguardi. Unfaura di particolare grazia si rileva nei ritratti di fanciulli e adolescenti. La bimba pensosa, che scruta lfosservatore come se lfavesse improvvisamente richiamata allfattenzione, o il fanciullo acquatico pingue e imbronciato, alla Gemito, esprimono con assoluta verita quella commistione di letizia e improvvisa melanconia, che caratterizza lfinfanzia. Nellfaustero ritratto di Caterina, il rosso-ruggine dei capelli introduce una nota di colore, in contrasto col pallore del viso. Nella bella figura di Anna Paola vibra un che di leopardiano; due appaiono le fonti di luce: una, piu lontana, proviene da una finestra relegata in secondo piano, forse metafora dellfeta dei giochi infantili, che lfingresso nellfadolescenza relega tra i ricordi dfun dolceamaro passato. Lfaltra, piu intensa ed esaltata dal bianco dellfabito, e quella sulla soglia, dove si colloca la giovane, come se salisse gil limitar di gioventuh. Qui si riscontra la forza dello sguardo dellfartista, che comunica ben oltre il puro dato contingente, per cui lfosservatore non solo riconosce quei volti resi con straordinaria aderenza al vero, ma, nei moti dellfanima rivelati da un sorriso accennato, un cruccio di sopracciglia o altri fattori, puo riconoscere se stesso e il proprio intimo rovello.

Autore: Gianni Antonio Palumbo
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