I “ritratti” di Michele Paloscia alla Sala dei Templari
Lfarte che sfinnerva della migliore tradizione pittorica italiana ed europea e riesce a operare un felice connubio di aderenza alla realta, immagine mentale e perizia tecnica si segnala, nellfepoca del proliferare delle espressioni artistiche, per la nobile gsprezzaturah che la contraddistingue. E questa la cifra della pittura del molfettese Michele Paloscia; il suo tratto appare naturale, come se colori e forme fiorissero in maniera spontanea, eppure cela una progettazione concettuale e un labor limae di considerevole pregio. Paloscia si esprime con notevole felicita in differenti generi pittorici: spazia dalla ritrattistica al paesaggio . con predilezione per tratturi e superbe marine, in cui il pelagus ostenta luminoso o accigliato le sue cromie ., dalla natura morta (libri, strumenti musicali, fiori ecc.) al tema sacro. Dal 12 al 26 aprile, sara allestita nello scenario della Sala dei Templari la personale gRitrattih, sintesi antologica curata, unitamente al catalogo, piu esaustivo, edito per i tipi della Nuova Mezzina Arte, dal docente di Storia della Comunicazione visivo-oggettuale c/o lfUniversita degli Studi di Bari, Gaetano Mongelli. Lfiniziativa si avvale del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Bari, del Comune e della Pro Loco di Molfetta, nonche delle Associazioni culturali Edirespa, Arte Contemporanea 54, Terzo Millennio di Molfetta. La pittura di Paloscia, come segnala finemente il prof. Mongelli, gnon rinuncia al piacere di immergersi nel mare magnum del áveroâ senza aberrazioni o distorsioni di comodoh, ma allo stesso tempo sa distanziarsi gdal dato retinico quando e fine a se stesso, limitativo e stringenteh. La sua ritrattistica ha, infatti, il potere di non tradire lfelemento efenomenicof, ma al contempo di inferirne un dato spirituale che trascende la mera occasione e punta allfuniversalita. Fondamentale e la scelta del momento o del contesto: per esempio, lfidea di ritrarre due coniugi in un interno domestico suggerisce unfatmosfera di confidente tepore; una figura di donna in un ambiente dfarredamento dfantan, con foto e oggetti vari, introduce una nota di civettuola vezzosita e tradisce unfindole sognatrice, incline alla fantasticheria e al viaggio psichico. I soggetti sono rappresentati spesso di profilo o in tre quarti, con parte del viso in ombra. Severe figure di intellettuali ci riconducono allfopera di un John Singer Sargent. Lorenzo Palumbo rivela, nello sguardo penetrante, la vitalita di una perenne inchiesta di conoscenza; Giovanni de Gennaro e effigiato nel suo mondo di preziose letture, nella sua biblioteca-habitat, e nei suoi occhi si puo cogliere la gravitas di un antico senatore romano. I ritratti del periodo di Sorisole, invece, sembrano prediligere immagini dai tratti spigolosi, non di rado giovinetti simili a certe figure caravaggesche di santi/scugnizzi o matriarche dallfaria arcigna e segaligna, talora quasi in stile Novecento. Nei volti di anziani emerge, nei solchi dei visi, la ricerca della rappresentazione dello scavo operato dalla natura, cui spesso si contrappone la vivida forza degli sguardi. Unfaura di particolare grazia si rileva nei ritratti di fanciulli e adolescenti. La bimba pensosa, che scruta lfosservatore come se lfavesse improvvisamente richiamata allfattenzione, o il fanciullo acquatico pingue e imbronciato, alla Gemito, esprimono con assoluta verita quella commistione di letizia e improvvisa melanconia, che caratterizza lfinfanzia. Nellfaustero ritratto di Caterina, il rosso-ruggine dei capelli introduce una nota di colore, in contrasto col pallore del viso. Nella bella figura di Anna Paola vibra un che di leopardiano; due appaiono le fonti di luce: una, piu lontana, proviene da una finestra relegata in secondo piano, forse metafora dellfeta dei giochi infantili, che lfingresso nellfadolescenza relega tra i ricordi dfun dolceamaro passato. Lfaltra, piu intensa ed esaltata dal bianco dellfabito, e quella sulla soglia, dove si colloca la giovane, come se salisse gil limitar di gioventuh. Qui si riscontra la forza dello sguardo dellfartista, che comunica ben oltre il puro dato contingente, per cui lfosservatore non solo riconosce quei volti resi con straordinaria aderenza al vero, ma, nei moti dellfanima rivelati da un sorriso accennato, un cruccio di sopracciglia o altri fattori, puo riconoscere se stesso e il proprio intimo rovello.
Autore: Gianni Antonio Palumbo