I marinai molfettesi alla battaglia di Lissa nel 1866
Ogni anno ci sono tante ricorrenze di avvenimenti locali o nazionali, lieti o tristi, di cui è bene far memoria, specialmente quando si tratta di persone che alla Patria hanno donato la propria vita. Con questo articolo mi preme ricordare e onorare i marinai molfettesi che presero parte, 152 anni fa, allo scontro navale presso Lissa il 20 luglio 1866. Nel 1866 il Regno d’Italia si era alleato con la Prussia, in guerra contro l’Austria, con l’intento di allargare il proprio territorio con l’annessione del Veneto. L’Italia, battuta dagli austriaci a Custoza, cercò la rivincita sul mare, pensando di occupare l’isola di Lissa (oggi Vis). L’intervento della flotta austriaca fece svanire l’occupazione, dando luogo allo scontro. La flotta italiana era comandata dall’ammiraglio Carlo Pellion di Persano e quella austriaca dall’ammiraglio Wilhelm von Tagetthoff. Durante la battaglia la nave corazzata Re d’Italia, comandata dal capitano di vascello Emilio Faà di Bruno, fu speronata dalla Ferdinando Max colando a picco, mentre la pirofregata corazzata Palestro, comandata dal capitano Alfredo Cappellini, saltò in aria per un incendio scoppiato a bordo a seguito del fuoco nemico. Ben 620 furono i marinai delle due navi perdute che annegarono, tra questi ci furono diversi molfettesi; ne diamo le generalità: Amato Onofrio classe 1844 marinaio di 3ª classe morto sulla pirocorazzata Re d’Italia. Paparella Paolo classe 1844 marinaio di 3ª classe morto sulla pirocorazzata Re d’Italia. Pisani Nicola classe 1844 cannoniere di 2ª classe morto sulla pirocorazzata Re d’Italia. Mezzina Saverio classe 1842 marinaio di 3ª classe morto sulla pirofregata corazzata Palestro. Il padre Giambattista Mezzina nei mesi successivi presentò la domanda al Consiglio Comunale per l’assegnazione di un sussidio, che ammontò a £. 81,31, quale avanzo di £. 400 stanziate per le feste religiose del 1866. Oltre i suddetti marinai deceduti, altri molfettesi (non è noto il numero esatto) presero parte alla battaglia, imbarcati sulle altre navi della Regia Marina: Altomare Carlo classe 1840; marinaio sul Re del Portogallo. Altomare Leonardo classe 1839 dicesi morto sulla pirocorazzata Re d’Italia. Annese Gaetano classe 1835, era imbarcato sulla corvetta S. Giovanni. Un proiettile lo colpì ad un braccio e lo rese invalido. Gli fu dato un vitalizio e la licenza di vendita di generi di privativa (vendita di tabacco, sale e chinino per la malaria). Per 42 anni gestì questa attività con la moglie Scardigno Vincenza che nel 1910 risulta vedova e chiese la continuità della licenza. Cozzoli Corrado (alias cozzolicchio) classe 1843; sulla S. Martino. Tra 1890 e 1920 gestiva il “Caffè Italia” a Via Borgo 91-93-95 (Corso Dante). Camporeale Corrado classe 1839; sulla pirocorazzata Re d’Italia. Naufrago? D’Elia Corrado, classe 1842; sulla pirocorazzata Re d’Italia. Naufrago ferito? de Palma Pietro Martire, classe 1844. Galeppi Vitantonio, (1839- 1914); pilota sulla fregata Maria Adelaide. Al Cimitero sulla sua lapide si legge: Vitantonio Galeppi fu Michele/ Dalla religione apprese l’amore/ della famiglia e della Patria/ padre e cittadino esemplare/ prode soldato a Lissa e a Palermo/ la moglie e i giovani figli/ chiedono una prece/ nato 10 del 7 1839 – morto 7 del 1 1914. Mezzina Lorenzo, classe 1845. Minervini Angelo Giuseppe, classe 1837, sull’Affondatore. Muti Sergio, classe 1844, sulla fregata Maria Adelaide; decorato con medaglia al valore. Nel 1909 gestiva con la moglie Bovenga Vittoria, alcuni stabilimenti balneari sulla spiaggia della Porticella e avanti la spiaggia S. Domenico; poi nel 1912 nelle vicinanze della chiesa della Madonna dei Martiri gestiva lo stabilimento balneare “Cristoforo Colombo”. Petruzzella Vito, classe 1843. Piccininno Vito 1842-1900; sulla corvetta S. Giovanni (nel 1862 era imbarcato sulla Re Galantuomo ex Monarca). Pisani Domenico Luigi, classe 1840; cannoniere sulla corazzata Maria Pia; ferito. Salvemini Corrado, classe 1840; sulla pirocorazzata Re d’Italia. Naufrago? Salvemini Ignazio, classe 1842, timoniere sulla pirofregata corazzata Palestro; naufrago, salvato da nave italiana. Salvemini Francesco, 1842- 1911; nocchiero sulla pirocorazzata Re d’Italia; naufrago raggiunse Lissa e fatto prigioniero, fu rilasciato il 31 agosto seguente. Spagnoletta Antonio, classe 1844. Valente Vincenzo, sulla Formidabile. Al Cimitero sulla sua lapide si legge: Vincenzo Valente/ fu Gennaro/ Nostromo/ Timoniere su R. Nave in guerra/ Campagna per l’Unità d’Italia/ Medaglia d’argento al valor militare/ Battaglia di Lissa 18-20 luglio 1866/ 1843-1900. Circa cinquant’anni dopo la battaglia vivevano alcuni reduci di cui conosciamo i nomi, ma dubitiamo che ce ne fossero altri. Nel mese di maggio del 1910 una Squadra Navale della Regia Marina effettuò una crociera in Adriatico e tra l’altro alcune navi sostarono a Bari. Diversi genitori di marinai imbarcati si recarono a salutarli tra questi vi era un reduce di Lissa. Lo stesso quotidiano del 10 novembre 1911 in occasione della guerra di Libia nel riportare la cronaca di Giuseppe Poli, corrispondente del giornale a Molfetta, rileva il fervore patriottico dei molfettesi e cita l’esclamazione di un reduce di Lissa: Posso andare io a combattere a fianco di mio figlio imbarcato sulla Vettor Pisani. Ipotizziamo trattasi di Sergio Muti in quanto il Poli frequentava lo stabilimento balneare del Muti.
Autore: Corrado Pappagallo