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I giovani democratici di Molfetta: strumentalizzazioni politiche sulla morte di Eluana
12 febbraio 2009

MOLFETTA - Alle 19.35 del 9 febbraio 2009 Eluana Englaro è morta. Con “sospetta” puntualità in serata sono stati pubblicati documenti, prodotti della cultura più retrograda ed antilibertaria che si possa immaginare. Sottolineiamo quel “sospetta” perché sembra trattarsi di testi preconfezionati, e, quindi, aprioristici e pregiudiziali, pronti ad uscire per strumentalizzare una drammatica vicenda di una povera ragazza e sparare nel mucchio, ispirandosi peraltro a presunti principi costituzionali lesi (ed è sottintesa la polemica nei confronti della posizione tenuta dal Presidente della Repubblica Napolitano). Innanzittutto vorremmo fissare dei paletti irrinunciabili. E partiremmo (strano a dirsi) proprio dalle dichiarazioni del Presidente della Camera on. Fini, il quale, nel manifestare tutti i suoi dubbi sulla penosa vicenda, ha sottolineato l' esigenza di preservarne la dimensione essenzialmente privata. Insomma, in questi casi è la famiglia che DEVE decidere e le istituzioni politiche devono rispettare tali decisioni. Inoltre va sottolineata l'esigenza del rispetto delle decisioni della magistratura, che nel caso di Eluana si è espressa ai vari livelli, dalla Corte d'Appello sino a quella internazionale di Strasburgo, ribadendo l'assoluta legittimità giuridica del percorso seguito. Per altro verso non si può tacere l'incostituzionalità del decreto proposto dal governo, che imponeva l'idratazione e l'alimentazione coatta, mentre invece la Carta costituzionale prevede l'assoluta salvaguardia della volontà dell'ammalato che può rifiutarsi di seguire determinate cure e trattamenti. In altre parole, se fosse passato il decreto governativo, qualora un cittadino avesse preventivamente dichiarato alla presenza di un notaio e di testimoni la propria volontà di non subire l'idratazione e l'alimentazione forzata, nel momento in cui avrebbe perso la propria capacità di intendere e di volere quella decisione precedentemente assunta avrebbe perso ogni validità giuridica e sarebbe stata quindi del tutto disattesa. Per non parlare di tutte le strumentalizzazioni politiche della vicenda. Che meschino spettacolo ha offerto un Parlamento che decide di legiferare su materie così importanti solo in punto di morte di una ragazza, e che meschino spettacolo strumentalizzare il tutto per attaccare il Capo dello Stato, per parlare di Costituzione filosovietica, per creare uno scontro istituzionale senza precedenti nell'ambito del quale parlamentari di AN sono stati miseramente sconfessati proprio dal loro leader e presidente della Camera Gianfranco Fini. Peraltro lo Stato non dovrebbe potere intervenire in maniera cogente e invasiva nelle vicende individuali e familiari. Noi giovani democratici siamo per una legge seria e meditata sul testamento biologico, una legge spoglia da condizionamenti ideologici e religiosi, che disciplini la materia nel rispetto del dolore privato di ciascun cittadino e nella consapevolezza che non si sta legiferando sull'introduzione di un balzello fiscale o sulla realizzazione di un'infrastruttura, ma che si stanno affrontando questioni centrali ed alte della nostra esistenza, la VITA e la MORTE.
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