I consiglieri comunali di Molfetta Petruzzelli e Lanza (ex maggioranza) spiegano il loro dissenso. La maggioranza Minervini fra degrado e trasformismo della politica locale ridotta a ciambotto delle liste civiche e qualunquismo
Annalisa Petruzzelli e Girolamo Lanza nell'ultima seduta del consiglio comunale
MOLFETTA – I consiglieri comunali del gruppo “Insieme per la città” (referente Saverio Tammacco) Annalisa Petruzzelli e Girolamo Lanza che hanno preso le distanze dalla stessa lista civica e dall’amministrazione comunale di Molfetta spiegano il motivo del loro abbandono: «Noi consiglieri comunali, Petruzzelli Annalisa e Girolamo Lanza, nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità affidatici dai cittadini, vogliamo fare chiarezza sulle riflessioni che ci hanno spinti ad assumere la posizione di indipendenza in seno al consiglio comunale e a non votare il bilancio.
Queste decisioni sono il risultato di una serie di mancanze e disallineamenti che non possiamo più sostenere.
Abbiamo riscontrato una cronica mancanza di partecipazione e coinvolgimento effettivo nei confronti dell’aula consiliare; ci siamo trovati di fronte a un modus operandi che limita queste opportunità, centralizzando le decisioni e riducendo il nostro ruolo a una mera formalità.
La nostra posizione è chiara: non abbiamo padroni né referenti, tantomeno interessi personali da soddisfare.
Agiamo per tutelare i valori del nostro consesso consiliare e per proteggere gli interessi di tutti i cittadini, è nostro dovere assicurare che le scelte politiche siano riflessione delle priorità che toccano direttamente il benessere, la vivibilità e le esigenze della nostra comunità.
È nostra intenzione sollecitare, nelle sedi opportune, una discussione approfondita sugli effettivi risultati che l’azione amministrativa sta portando in Città. Ci sono interi settori che hanno bisogno di aria fresca e nuova, si rende necessaria un’azione amministrativa seria, capace di sostenerli e rilanciarli.
Per queste ragioni chiediamo un cambio di passo significativo e urgente al primo cittadino.
Concludiamo sottolineando che la nostra decisione è un atto di responsabilità verso la comunità che ci onoriamo di rappresentare. Non è una scelta contro qualcuno ma a favore di tutti. La politica è servizio, ascolto, coraggio di cambiare, e noi siamo pronti a fare la nostra parte».
Come giornalisti non possiamo non commentare la situazione politica locale. Non si conoscono i veri motivi di questa svolta improvvisa ed imprevista, soprattutto della Petruzzelli che in altre sedute ha fatto da portavoce al gruppo attaccando il sindaco Tommaso Minervini con espressioni tipo “Uomo solo al comando”, “modo di agire personalistico e tecnocratico”, che facevano intendere come il sindaco fosse bacchettato dalla sua maggioranza per ordine di Tammacco.
Poi il cambio di gioco: il ritorno di Tammacco (sindaco ombra e burattinaio dell’amministrazione comunale) nell’area Minervini e probabilmente l’emarginazione dei due consiglieri Petruzzelli e Lanza. Mentre il gruppo Amato, campione di trasformismo, veniva tenuto fuori dalle stanze dei bottoni (avendo già ottenuto la presidenza del consiglio comunale) e si dichiarava estraneo alla maggioranza. Un’ambiguità dietro l’altra.
Qual è stato il prezzo politico di queste operazioni dalle quali, si presume, i due attuali dissidenti (che nell’ultimo consiglio comunale hanno votato contro il rendiconto 2023 e hanno abbandonato l’aula) siano stati tenuti fuori? Ad evitare che l’amministrazione andasse in minoranza, però, a sorpresa (ma non tanto per chi conosce questi soggetti politici) è arrivato (come sempre) in soccorso il gruppo Amato, che ha espresso il voto favorevole, salvando Minervini. Insomma, la politica peggiore dello stop and go, forse per ottenere vantaggi politici. In pratica, come “Quindici” ha scritto più volte, il sindaco Minervini sembra sotto ricatto politico dalla sua stessa maggioranza. In questa ipotesi, il prezzo da pagare diventerebbe sempre più alto.
Oggi abbiamo questa dichiarazione (excusatio non petita, accusatio manifesta, dicevano i latini) che cerca di dare un senso alla presa di distanza di Petruzzelli e Lanza, soprattutto dopo che lo stesso Tammacco ha cercato di giustificare con un comunicato inviato ai media amici, il suo perenne trasformismo, figlio della peggiore politica. Ma tutto resta ancora ambiguo in una politica locale che vede al governo il ciambotto qualunquista più esasperato: il sindaco, pur di non perdere la poltrona, tiene insieme sinistra (lui?), centro e destra estrema con un assessore che non nega le sue simpatie al fascismo, con una neo leghista e quindi sovranista l’assessora Carmela Minuto che detronizzata dal Senato da Forza Italia, si candida alle Europee nella Lega di Matteo Salvini, il partito estremista di destra (alleato della fascista Marine Le Pen) che vuole la distruzione del Sud, il premierato (con la marginalizzazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella) e la riduzione della democrazia nel nostro Paese.
La politica molfettese non era mai scesa così in basso (è un laboratorio per l’Italia?), ma l’opposizione di sinistra stenta a trovare risposte efficaci che non siano qualche timido comunicato stampa che lascia il tempo che trova. E la città lentamente muore!
Sul prossimo numero della rivista mensile “Quindici”, in edicola domani, sabato 18 maggio, articoli approfonditi su questa vicenda di Petruzzelli e Lanza e sulla politica locale.
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