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Guglielmo Minervini: ricostruirò il rapporto tra la Regione e i cittadini ESCLUSIVA – Parla il neo assessore regionale alla “Partecipazione e trasparenza”
15 maggio 2005

Guglielmo Minervini eletto a Molfetta nelle liste della "Margherita" entra a far parte della Giunta Regionale nei prossimi anni. Minervini assessore alla "Partecipazione e Trasparenza" avrà tra le sue deleghe anche gli Affari Generali, i Contratti e gli Appalti. Dopo la nomina lo abbiamo intervistato. Dopo poco più di un mese ci rincontriamo per una nuova intervista, questa volta per commentare il passaggio da Consigliere ad Assessore Regionale. Molti, all'indomani del suo eccellente risultato elettorale davano per certo il suo ingresso in Giunta, ma lei non ha mai confermato nulla. Ora può dirci la verità, lo sapeva già la sera del 4 aprile? Ovviamente no. Ero consapevole che la composizione di una giunta è azione straordinariamente complessa, alla quale concorrono una quantità enorme di fattori che producono un esito impossibile da prevedere tranne che per la direzione di fondo. Quella che ha seguito il presidente Vendola mi sembra molto chiara: innovazione e affidabilità, riformismo ed esperienza. Una giunta che sia capace di affrontare le gigantesche responsabilità, con un carico spaventoso di problemi irrisolti e arretrati, con la voglia di fare sul serio e in modo diverso dal passato. In questo quadro mi sono posto a disposizione sia del mio partito sia del presidente Vendola col risultato di questo carico di deleghe particolarmente grave ed esigente. Dal risanamento della burocrazia regionale alla gestione di risorse delicatissime e assai pregiate come il demanio marittimo, dalla cittadinanza attiva alle politiche giovanili. Hardware e software, insomma. Non ci sarà certo da annoiarsi. Ha parlato di volontà convergenti del partito, della coalizione e del Presidente Vendola. Ma stando ai giornali la “quadratura del cerchio” per la composizione della Giunta non è stata poi così indolore ed anche nel suo partito, la Margherita, qualche mal di pancia è rimasto. Alla conferenza stampa di presentazione della giunta, il giudizio unanime dei giornalisti era molto lusinghiero. In termini di esperienza amministrativa, competenze professionali, affidabilità morale questa giunta si presenta come molto qualificata, specie se posta a confronto con le ultime. Ottime credenziali, dunque, per tenere fede all'impegno di fondo: fare quello che la politica regionale fin'ora non ha mai fatto, risolvere i problemi, prendendoli alla radice. E' ovvio che per giungere a risultato simile, Vendola come anche i singoli partiti abbiano dovuto fare molta fatica. Ed è altrettanto ovvio che molti tra quelli che avrebbero voluto dare un diretto contributo possano essere dispiaciuti. Eppure, ribadisco: va valutato il risultato complessivo non l'atteggiamento del singolo. E il risultato complessivo è una giunta regionale con una base riformistica solida e un vero obiettivo di fondo, incidere sulla crisi della Puglia. Darle uno scossone, sprigionando le enormi energie sociali di cui dispone. A proposito della sua esperienza da sindaco. Pensa che la aiuterà nel suo lavoro da assessore? Credo proprio di sì. Certamente la Regione è un ente estremamente complesso e per molti aspetti profondamente diverso da un Comune, per quanto grande e importante come Molfetta. Ma conoscere, per averle vissute dall'interno, quali siano le dinamiche tipiche di una pubblica amministrazione e le difficoltà, ad esempio, di una burocrazia da sempre parcheggiata e ingessata, mi aiuta a gestire meglio le relazioni e ad andare più rapidamente alla soluzione dei problemi. Le deleghe che le sono state affidate sono tante e di rilievo e vanno dalla Partecipazione e Trasparenza agli Affari Generali, ma includono anche la gestione delle risorse umane, gli Appalti e Contratti, il contenzioso, lo sport e le politiche giovanili. A quali di tutti questi argomenti darà la priorità? Mi è stato affidato un assessorato molto composito e di grande responsabilità. Mettere a nuovo una macchina regionale arrugginita e inefficiente, eliminare le sacche di sprechi e di illegalità nella gestione di alcuni servizi, ma anche rompere una gestione del demanio marittimo che appare incredibilmente funzionale al saccheggio del territorio e delle coste. Accanto a questa dura materia, ci sono le sfide più avvincenti: introdurre i cittadini non come ospiti ma come protagonisti della decisione, restituire attenzione e centralità ai giovani, cioè restituirgli diritto al futuro, infine, fare dello sport un'efficace pratica di prevenzione sociale. Insomma, come se l'assessorato alla Trasparenza e alla Cittadinanza attiva abbia due rovesci uno all'interno e l'altro all'esterno. Dobbiamo non solo tenerli insieme ma anche integrarli armonicamente. Un lavoraccio enorme, che intimorisce, soprattutto perché mai fatto prima d'ora, ma proprio per questa ragione una sfida avvincente, nella quale coinvolgersi senza risparmio di energie. Abbiamo un'occasione d'oro per dimostrare che si può fare politica in modo diverso, che le istituzioni possono mostrare un volto pulito, che attraverso le istituzioni molti sogni possono diventare, almeno in parte, realtà. In questi anni di governo della destra si è ampliata enormemente la frattura tra il Palazzo ed i cittadini; scelte importantissime, che hanno inciso così profondamente nelle vite di tutti noi (penso, solo per fare un esempio, al piano di riordino ospedaliero, ma non è l'unico e potrei citarne molti altri) sono state assunte nel chiuso di poche stanze. Il mio sogno è di togliere quell'aria di opacità fosca dal Palazzo della Regione, molto spesso solo un Palazzo degli affari, per farlo tornare a essere una “casa di vetro” in cui tutti i pugliesi possano scrutarci dentro ma anche entrare per poter dire la propria e concorrere alla decisione. Sarà possibile fare questo anche utilizzando gli strumenti che le tecnologie mettono a disposizione; ci sono importanti esperienze in Italia cui ispirarsi, ma per poterle superare e migliorare. La Puglia, su questo, deve rappresentare un modello da imitare. Certo una gran bella gatta da pelare saranno gli “Appalti ed i Contratti”. E' consapevole di quali e quante saranno le pressioni che dovrà fronteggiare? Ne sono assolutamente consapevole ma la cosa non mi spaventa. Le racconto un aneddoto: quando, dopo l'ufficializzazione delle scelte, ho sentito per telefono il presidente Vendola, mi ha detto che la decisione di affidarmi la delega “chiave” sugli Appalti ed i Contratti era scaturita, anche alla luce delle vicende giudiziarie degli ultimi anni in quell'ufficio, dal bisogno di ripristinare un rigore assoluto. Voleva sentirsi tranquillo, insomma. L'ho trovata un'attestazione di stima e fiducia. Un'ultima domanda: ci dica la verità, in tutta questa vicenda delle Regionali conclusasi con il suo ingresso in Giunta, i riscontri e le soddisfazioni ottenute rappresentano per lei una sua personalissima rivincita? Forse sì, magari all'inizio. Ma non è più tempo di pensarci. E' tempo di mettersi al lavoro. Giulio Calvani
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