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Guglielmo Minervini: interrompere l'isolamento sul porto
15 maggio 2010

Non chiamatelo assessore regionale ai trasporti perché “nella politica dei trasporti al centro ci sono i binari e le strade, nella politica per la mobilità al centro ci sono le persone. Nella prima, secondo una concezione abbastanza tradizionale, le infrastrutture costituiscono una priorità, nell’altra, invece, i bisogni delle persone definiscono la rete delle infrastrutture necessarie”. Esordisce così Guglielmo Minervini nella sua prima intervista dopo i primi giorni di lavoro con la nuova delega che presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha voluto assegnarli: Infrastrutture strategiche, Sistema Integrato dei Trasporti, Programmazione Vie di comunicazione. Infrastrutture, dunque, come i porti. “È finita la stagione delle grandi opere che si realizzano indipendentemente dalla fragilità dei nostri equilibri ambientali” e qui, serve arrivare alla fine per capire se il riferimento è anche alla partita in sospeso con il porto cittadino. Ma andiamo con ordine. Dall’assessorato alla cittadinanza attiva a quello alla mobilità, come ha accolto questo salto e cosa porta con sé della sua prima esperienza in giunta? «Con sorpresa ma anche con curiosità e con il medesimo spirito di servizio con cui ho sempre inteso la politica. Nel campo della mobilità, poi, voglio portare subito una consapevolezza maturata nei cinque anni precedenti: solo attraverso il coinvolgimento partecipato dei cittadini si possono costruire politiche efficaci. Anche nelle scelte di governo della mobilità la loro partecipazione può fare la differenza, soprattutto in una regione con grandi potenzialità come la Puglia. E stiamo già orientando il nostro lavoro in questa direzione». Si è già fatto un’idea delle cose da fare e può anticiparci alcuni obiettivi del suo mandato? «Penso che ci siano alcune priorità di tipo strategico sulle infrastrutture di cui è dotata la Puglia che hanno notevoli potenzialità di sviluppo soprattutto verso prospettive di futuro. Il sistema aeroportuale è certo una priorità strategica come pure il sistema portuale. Con la rete dei porti tra Taranto, per la sua potenzialità nel trasporto delle merci che arrivano dall’Asia, Brindisi e Bari abbiamo quelle infrastrutture attraverso le quali la Puglia può aprire sviluppare le sue potenzialità nei due settori promettenti del turismo e della logistica». E il trasporto pubblico? «Costituisce un’altra priorità nelle politiche della mobilità. Realizzare un efficiente sistema di trasporti pubblici per ridurre il più possibile il ricorso al trasporto privato e soprattutto, diffondere la cultura della ciclabilità, significa rendere il bisogno di mobilità compatibile con la sostenibilità ambientale e soprattutto con la fragilità del nostro territorio. Io credo che la stagione delle grandi opere, che si realizzano indipendentemente dalla fragilità dei nostri equilibri ambientali, sia da considerarsi conclusa. Si apre una fase nella quale le infrastrutture devono integrarsi intelligentemente con una buona politica di tutela del territorio». Ha parlato di porti. A Molfetta i lavori sono fermi, ora cosa cambierà? «Per responsabile colpa l’amministrazione comunale ha inteso perseguire una scelta di isolamento rispetto alla politica di sistema che invece la Regione sta portando avanti su tutto il territorio. Questo ha già prodotto delle penalizzazioni per la nostra città perché molte scelte degli scorsi anni sono state già compiute in termini di integrazione del sistema portuale pugliese. Per esempio a un porto come Manfredonia è stata assegnata la funzione di casello dell’autostrada del mare dell’Adriatico. Dunque se questo isolamento dovesse ancora proseguire, penso che i danni in termini di perdite di opportunità per la comunità molfettese sarebbero davvero insopportabili. Farò di tutto perché questo isolamento venga interrotto e Molfetta sia immediatamente restituita alla Puglia. Perché ne ha bisogno Molfetta, e ne ha bisogno anche la Puglia».

Autore: Roberto Spadavecchia
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