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Guglielmo Minervini commenta: “La Regione porta a compimento un difficile iter amministrativo”
13 maggio 2006

MOLFETTA – 13.5.2006 Arriva anche dall'assessore regionale alla Trasparenza e Cittandinanza Attiva, Guglielmo Minervini, la conferma dell'approvazione, da parte della giunta regionale, del Piano Regolatore del Porto di Molfetta che avverrà, quasi certamente (e cioè salvo impedimenti dell'ultimora che facciano saltare tutta la seduta), lunedì prossimo. “Con questo atto – commenta l'assessore regionale della Margherita in una nota stampa diffusa nel pomeriggio – portiamo a compimento un articolato e complesso procedimento amministrativo che dota la città di uno strumento urbanistico così importante ed atteso, visto che il precedente Piano Regolatore del Porto era datato 1949. Ora Molfetta è nelle condizioni migliori per diventare concretamente, nel bacino del Mediterraneo, uno snodo di fondamentale importanza nei rapporti economici, commerciali ma anche culturali con le popolazioni dei Balcani e del vicino Oriente. Per la sua collocazione geografica oltre che per la sua vocazione culturale, la nostra città si candida così ad essere, nei prossimi anni, una tra le principali “porte d'Oriente” del nostro Paese e dell'intera Europa, un ponte lanciato verso tutte le realtà che si affacciano sul Mediterraneo con le quali intessere relazioni di carattere non solo economico e commerciale. Ritengo sia una opportunità da cogliere, sebbene con la dovuta attenzione alle tematiche di carattere ambientale, di tutela del paesaggio e del territorio, che inevitabilmente una infrastruttura così rilevante comporta”. A questo proposito l'assessore Minervini risponde alle polemiche sollevate dal centrodestra sui presunti ritardi nell'approvazione di questa delibera: “Il carattere strumentale con il quale il centrodestra continua ad agitare questo tema in campagna elettorale dimostra con quanta poca attenzione e sensibilità istituzionale la Casa delle Libertà guardi ad un passaggio così delicato per la nostra città. Qualcuno continua a considerare il Porto “roba propria” ed i finanziamenti pubblici per la realizzazione dei lavori una “questione privata” da sbloccare il più rapidamente possibile, in spregio alle regole ed alle procedure amministrative, solo per consentire meri interessi personalistici. Tutto questo è inaccettabile. Il Porto è della città di Molfetta e dei suoi cittadini e non se ne può assolutamente consentire una gestione “familiare” che risponda alle esigenze di pochi “notabili”. Non c'è stato nessun ritardo nell'approvazione della delibera ma solo la necessità di una approfondita ed opportuna verifica, da parte degli uffici competenti, di un Piano Regolatore del Porto così complesso, per il quale vi sono state diverse raccomandazioni e prescrizioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e di quello per i Beni e le Attività Culturali, cui bisogna attenersi diligentemente. Tutto questo lavoro ha avuto bisogno di un tempo da ritenersi assolutamente fisiologico e sul quale si è fatta solo bassa speculazione politica a fini elettorali. Di sicuro – conclude l'assessore Minervini - la Regione continuerà a monitorare tutta la fase di progettazione esecutiva e di dettaglio, oltre che quella di realizzazione delle opere, al fine di accertare scrupolosamente che sia data la più rigorosa ottemperanza alle diverse prescrizioni ed osservazioni, formulate dagli organi competenti, che riguardano aspetti urbanistici, ambientali, architettonici e paesaggistici, di fondamentale importanza per garantire la tutela del nostro territorio, esigenza, questa, assolutamente inderogabile”. Giu. Cal.
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Il sig. Gaetano De Pinto mi sollecita ad intervenire. Lo faccio molto volentieri. L'Assessore Guglielmo Minervini ha parlato di "articolato e complesso procedimento amministrativo". Dovrebbe saperlo: è un procedimento partito alla fine degli anni '80. Se si fosse trattato di un procedimento semplice, non avremmo atteso quasi venti anni per il suo compimento. Sicuramente la coalizione di cui il suo partito fa parte lo avrebbe risolto in ben cinque anni di governo della città e della Regione, invece di urlare solo annunci di quattrini fatti arrivati da Roma e mai spesi. E', invece, un procedimento che necessariamente ha richiesto e richiede attenzioni diverse, tutte importanti e, direi, molto delicate, pertinenti problemi urbanistici, idraulici, geotecnici ed ambientali, con pesantissimi riflessi sul piano della sostenibilità e dello sviluppo economico. Il rischio che da questo piano si potesse pervenire all'ennesima "cattedrale nel deserto", di famigerata memoria, è stato ed è tuttora altissimo. Se la nostra città venisse irrimediabilmente sfregiata da un'opera ad altissimo impatto ambientale, senza ricadute sul piano dello sviluppo, ci assumeremmo la pesantissima responsabilità di imprimere sul volto della città, e soprattutto sulle future generazioni, una ferita insanabile. Per questo non se ne può parlare con leggerezza. I venti anni passati dall'avvio del procedimento fanno dire al candidato sindaco del centrosinistra, Lillino Di Gioia, che è annoverato tra gli artefici e protagonisti dell'avvio di questo grande ed importantissimo piano, che il PRP necessita dei necessari adeguamenti alle mutate situazioni, in fase esecutiva. Su questi aspetti anche in questi giorni (un paio di giorni fa abbiamo avuto un interessante incontro pubblico su questo, proprio sulla banchina Seminario) abbiamo promosso un importante confronto pubblico. Ed è per questo che contestiamo con forza l'approccio assai superficiale della destra cittadina e del suo capo sen. Azzollini. Ci vuole un coinvolgimento vivo di tutta la città per mettere in atto scelte di così grande rilevanza ed impatto. Ed invece il porto è stato solo oggetto di slogan di bassissima propaganda. Basta leggere la delibera della Giunta Regionale, reperibile sul sito della Regione Puglia, per rendersi conto che la Regione non doveva solo fare una presa d'atto dell'intervenuta ottemperanza delle prescrizioni propedeutiche all'approvazione del PRP. La Giunta ha approvato il piano (dopo tutte le verifiche del caso), disponendo la verifica di ottemperanza alle raccomandazioni e prescrizioni sia per ciò che viene demandato al Comune sia per le competenze regionali che coinvolgono settori strategici importantissimi quali i Lavori Pubblici, l'Urbanistica e il governo del Territorio e la tutela dell'Ambiente. Sono poche e banali (o pretestuose o proditorie o dilatorie) le prescrizioni formulate dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici riguardo gli aspetti urbanistici ed ambientali, geologici e geotecnici, idraulico-marittimi? Sono di poco conto le prescrizioni formulate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e/o del Ministero dell'Ambiente e Tutela del Territorio, riguardanti, tra l'altro, lo stralcio dell'ampliamento della Banchina Seminario, o la riorganizzazione dei Cantieri Navali? Non credo. Per questo, l'Assessore Guglielmo Minervini ha parlato di tempi normali e fisiologici nelle verifiche che alla Regione competono prima della definitiva approvazione, non presa d'atto. Quale problema interno, addirittura, al nostro partito? Non è stata mai, ne è, nostra abitudine giocare con i destini della nostra comunità a fini elettoralistici. Queste cose, finora, le abbiamo semmai solo subite. Vada il sig. De Pinto, per esempio, con la memoria alla vicenda dell'approvazione da parte della Regione del nostro Piano Regolatore Generale. Cosimo Altomare (coordinatore cittadino di DL-La Margherita)


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