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Guglielmo Minervini: a Molfetta con Vendola ha vinto la buona politica L'assessore regionale commenta gli esiti delle primarie e rivendica la coerenza delle posizioni espresse dalla sua area: “Con le nostre scelte siamo contenti di aver dato un contributo determinante per evitare che si consumasse il divorzio del Pd dal suo popolo”
26 gennaio 2010

MOLFETTA - “Dell’esito delle primarie non colpisce solo il risultato ma anche la sua misura. A Molfetta la vittoria di Vendola ha registrato percentuali tra le più alte in tutta la Puglia”. Questo il primo commento di Guglielmo Minervini (foto)sull’esito della consultazione interna al centrosinistra per designare il candidato presidente che, nella sua città, ha visto la netta affermazione di Nichi Vendola con 2.337 (88,9%) contro i 284 (10,8%) voti di Francesco Boccia.
L’assessore regionale del Partito democratico non ha mai nascosto il suo punto di vista in questi mesi di confusione, arrivando anche a difendere la sua scelta di votare Vendola alle primarie per “salvare” quel Pd, oggi facile bersaglio di numerose critiche.
Nella sua analisi del risultato ha poi messo a fuoco alcuni aspetti decisivi spiegando: “Il risultato di Molfetta conferma che l’attività di questa giunta regionale, improntata al cambiamento della Puglia, si è radicata nell’opinione pubblica. Insieme con Nichi Vendola ieri hanno vinto molte cose. Intanto l’idea che la politica suscita energia solo quando alimenta speranze e non si rinsecchisce nel cinismo del calcolo, quando connette sentimenti ed idee e non deroga a formule astratte e modelli teorici”.
Dunque un riferimento e una critica alle ragioni con cui il Pd è faticosamente approdato alla scelta delle primarie che oggi si sono rivelate una vittoria per quella politica che “prende sul serio il giudizio dei cittadini senza imporre la logica delle oligarchie e soppianta le acrobazie dell’opportunismo con la coerenza delle opinioni e delle idee”.
Non manca una risposta a chi ha voluto militarizzare e centralizzare questa consultazione: “Ha vinto la politica che testimonia il coraggio della verità sull’ipocrisia dell’obbedienza. La Puglia ieri ha vinto su Roma, anteponendo le ragioni del proprio territorio agli ordini dei palazzi romani. I pugliesi hanno scritto per l’Italia una splendida pagina di democrazia e di politica”.
In conclusione, Minervini ha guardato al prossimo futuro: “Con le nostre scelte siamo contenti di aver dato un contributo determinante per evitare che si consumasse il divorzio del Pd dal suo popolo. Tuttavia non possiamo permetterci di sottovalutare i numerosi errori commessi. Molte cose nel Pd dovranno cambiare. Dobbiamo condurre con Vendola il centrosinistra alla vittoria nelle prossime regionali”.  

 
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Le primarie,invenzione americana è una forma di voto in cui comitati di qualsiasi genere di semplici cittadini propongono un candidato al parlamento.I candidati sono molto vicini tra loro politicamente.Le primarie scelgono il candidato più in gamba,più esperto,più convincente o a limite anche più simpatico.Durante la campagna elettorale i candidati se le danno di santa ragione.Alla fine c'è un vincitore e il perdente e i comitati che appoggiano il perdente ora appoggiano il vincitore fedelmente. In Italia invece le primarie hanno un tutt'altro significato e sono una vera farsa. Innanzitutto i candiadati vengono scelti dalle segreterie di partito che sono diversi dai comitati.I partiti quindi chiamano a raccolta i loro elettori dando loro l'illusione di aver scelto qualcosa o qualcuno.Durante la campagna elettorale non c'è nessuna competizione ne tantomeno si parla di programmi.Spesso succede che il comitato perdente non appoggia quello vincente(ricordarsi Rifondazione Comunista che non appoggiò Lillino Di Gioia a candidato sindaco).Ma il vero significato delle primarie è un regolamento di conti interno alla coalizione dovuto a dissensi del passato.Questo perchè mentre a destra come dice qualcuno c'è un gregge che va dietro il capo a sinistra invece ci sono cani sciolti che non sanno dove andare e non hanno niente che li accomuna tranne l'essere contro l'avversario.Perciò si vedono laici,cattolici,radicali,verdi,comunisti e progressisti che devono trovare un capo che sia il minimo comune multiplo di tutto questo arcobaleno senza testa ne coda.

Più che della lettura dei commenti -correttamente o erroneamente giustificabili, e fermo restando la scelta non imposta -, quello che più mi è difficile capire e condividere, è la politica becera e trasformista, ipocrita, di comodo, votata solo al mantenimento del potere, di poltrone immeritatamente acquisite, anche se "democraticamente" e - come già scritto -, dalla politica dei "2 forni". Una politica sempre più astratta e distratta da quella che è la realtà del quotidiano della gente: uomini, donne, vecchi, giovani, bambini, ammalati e disabili. Dopo i "bamboccioni", "sposi mio figlio o un ricco", la "social card", ora sentiamo un'idea di proposta: "togliere ai genitori per dare ai figli". Sarebbe a dire - comprensibile la generalizzazione - togliere ai poveri per dare ai più poveri". Dall'altra parte si spera più "politici cattolici". Una totale sordità e cecità a sentire e guardare una società che si sta evolvendo nelle sue nuove composizioni. Una società multi-etnica e multi-culturale, la scuola da cambiare, la "nuova famiglia", i nuovi poveri, il sottosviluppo che chiede giustizia e più equità nella distribuzione delle risorse. La politica attuale è culturalmente impotente o finge di esserlo. Necessitiamo di un cambio generazionale di uomini, capaci di guardare oltre quelle che sono le visioni partitocratiche e religiose. Parafrasando il grande Eduardo de Filippo (Uomini e galantuomini?): "Questa non è politica, questa è la schifezza della schifezza, della schifezza della schifezza, della schifezza della schifezza della politica".


Sono perfettamente d'accordo con Tommaso. Bersani, D'Alema & C. avevano deciso di "tentare l'esperimento dell'allargamento al centro della coalizione", in Puglia. Tutto legittimo, per carità, salvo il fatto che questa proposta ha scontato un difetto d'origine. Non erano stati interrogati gli elettori, gli iscritti, i militanti tutti, il popolo riformista, in sostanza, su questa alternativa opzione! Questa è la lezione che viene dalle primarie. Gli elettori non sono pecore che, a seconda delle decisioni del vertice, possono essere convogliate in un recinto piuttosto che in un altro. C'è una base pulsante, non irrigidita sul vertice romano. Non solo, ma chi ha eletto i vari deputati, D'alema, Fassino, Francescini, Letta ... NESSUNO!!! VENDOLA, NO!!! L'ABBIAMO SCELTO, VOLUTO, IMPOSTO, oltre ogni ragionevole o irragionevole tatticismo. Vince? Perde? Non è questo il problema! Non vi puòessere perseguimento dell'obiettivo della vittoria a tutti i costi. Questo e machiavellismo, non politica, e meno che mai politica progressista. Il vero problema è negare l'esercizio democratico alla propria base. Il popolo si accorge di quanto siano importanti le libertà democratiche, quando queste vengono impedite, o si cerca di impedirle, limitandole. Le alchimie politiche, sono grandemente stucchevoli, oltre che essere proditorie, e non più proponibili! Volevano fare della Puglia un laboratorio politico. Ebbene, già lo è, ma non nella maniera in cui lorsignori, riesumando il "centralismo democratico", avevano deciso, ma nella maniera in cui ha deciso la base, i militanti, tra i quali in tanti, meriterebbero, qualora fosse definitivamente reso libero il meccanismo del consenso, libero dalle imposizioni dei vertici, dall'alto verso il basso! ...f.r...


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