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Grande attesa questa sera per “Le nozze di Figaro” di Mozart al Teatro Petruzzelli di Bari con la regia di Chiara Muti, sul podio il Maestro Matthew Aucoin Presentata nel foyer del politeama barese lo spettacolo curato dalla regista figlia del grande Maestro di Molfetta, che vede la collaborazione anche del san Carlo di Napoli e del Teatro Massimo di Palermo: grande orgoglio meridionale per il trionfo dell'arte sullo scandalo della cronaca di questi giorni
27 gennaio 2016

BARI – Attesa per il debutto di questa sera dell’opera “Le nozze di Figaro” di Mozart su libretto di Lorenzo da Ponte che inaugura la stagione d’opera del Teatro Petruzzelli di Bari per la regia di Chiara Muti (figlia del grande Maestro di Molfetta) mentre sul podio dell’Orchestra della Fondazione Petruzzelli ci sarà il Maestro americano Matthew Aucoin, il Coro è affidato al Maestro Franco Sebastiani (nella foto: Muti, Purchia, Biscardi, Giambrone, Aucoin).

Si tratta delle versione integrale dell’opera (con i recitativi), come ha ricordato il sovrintendente Massimo Biscardi nel corso della conferenza stampa di presentazione nel foyer del teatro barese: “qualche minuto in più si giustifica per un’apertura di stagione, ne valeva la pena”.
Biscardi con molta franchezza non ha nascosto la difficoltà del momento (il direttore amministrativo e 5 imprenditori sono agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione), “ma il Petruzzelli ce la farà anche grazie al piacere di lavorare con un’orchestra e un coro composto da giovani con una qualità eccellente. Tutti i componenti sono stati assunti con l’ultimo concorso con contratto job act, ma Biscardi ha precisato che, comunque, “resteranno la mia orchestra e il mio coro nel periodo della mia gestione, ma sono sicuro anche dopo, grazie all’elevata qualità dei suoi componenti”.

Soddisfatto il sovrintendente anche per il raddoppio degli abbonamenti rispetto allo scorso anno, un segno che “l’arte è superiore a tutto; chissà quante persone sono scappate con la cassa in passato a Milano, Torino o Venezia. Sono cose che avvengono. Ma noi ci fermiamo, seguiamo l’idea che dell’arte che può portare solo al nutrimento dello spirito. Per questo l’auspicio è che con questa opera si possa inaugurare la stagione di un Petruzzelli che è consapevole del passato, ma guarda avanti, e supera problemi che non devono tornare mai più. Sono anche molto felice che questa produzione vanti la regia di Chiara Muti, figlia di un grande Maestro pugliese e napoletano, molto legato a Napoli e al Teatro di San Carlo”.

Ed è in momenti difficili come questi che l’arte ha il sopravvento con un orgoglio tutto meridionale. Ne è la dimostrazione concreta l’incontro fra la stessa Fondazione Teatro Petruzzelli, e quelle del San Carlo di Napoli (dove lo spettacolo debutterà fra poche settimane) e del Teatro Massimo di Palermo (settembre 2017), una sinergia storica (fortemente auspicata dai ministri Bray e Franceschini per le grandi Fondazioni liriche), una scelta di politica culturale con la P maiuscola, come ha messo in evidenza Francesco Giambrone, sovrintendente del politeama siciliano. “Dal più grande scandalo, al massimo orgoglio, l’avventura comincia ora”, ha aggiunto Giambrone, riservando parole di apprezzamento al personale tecnico per un artigianato di alta qualità che è difficile trovare: “qualità è futuro”.

Per Rossana Purchia, sovrintendente del San Carlo la sinergia non ha come obiettivo solo quello di fare economie di costi, ma offre anche la possibilità di arricchirsi reciprocamente lavorando insieme. “E’ la dimostrazione della nostra ragion d’essere – ha aggiunto – i nostri teatri hanno qualcosa di magico, quella magia che ci dà la forza di affrontare le difficoltà e produrre eccellenza”. Poi un accenno alla collaborazione con la registra Chiara Muti “che ho l’orgoglio di conoscere da molti anni” e con la quale “abbiamo voluto condividere fin dall’inizio questo lavoro”.

La regista Chiara Muti ha presentato e ringraziato per la generosità e la forza che hanno messo nell’opera, gli artisti che daranno vita all’opera: Alessandro Luongo (Figaro), Edwin Crossley-Mercer (Il Conte di Almaviva), Eleonora Buratto (La Contessa di Almaviva), Maria Mudryak (Susanna), Paola Gardina (Cherubino 27, 29, 31 gennaio), Margherita Rotondi (Cherubino, 2 febbraio), Laura Cherici (Marcellina), Fabrizio Beggi (Bartolo), Bruno Lazzaretti (Basilio), Giorgio Trucco (Don Curzio), Anne Marine Suire (Barbarina), Matteo Peirone (Antonio). A loro si aggiungono per le scene Ezio Antonelli, i costumi Alessandro Lai, il disegno luci Vincent Longuemare, l’assistenza alla regia Marie Lambert (“che è la mia forza”, ha sottolineato Chiara).

La Commedia per musica in quattro atti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791), su libretto di Lorenzo da Ponte (le foto dello spettacolo sono di Cofano), è tratta dalla commedia Le Mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais e fu rappresentata per la prima volta al Burgtheater di Vienna il primo maggio del 1786, ma Chiara Muti ha ricordato come questa sua quinta regia rivesta un significato particolare, perché “il mio amore per il teatro nasce proprio dalle Nozze di Figaro”, quando bambina dietro le quinte, nel 1982, le veniva consentito di restare in teatro alla Scala di Milano anche a notte fonda a seguire l’allestimento di Giorgio Strehler, con la direzione del papà Riccardo, ed era colpita dal gioco delle luci e dalla cura di ogni dettaglio. “Ho cercato di riportare un po’ quel tipo di teatro, seguendo la strada, che è l’unica, di far rivivere il teatro in musica. E qui parole e musica sono talmente legate, che si coglie tutta magia di quello che Mozart ha voluto mettere dentro quest’opera, dove coglie molto bene lo squilibrio crescente tra la nobiltà e la giovane borghesia che sgomita per ottenere il suo posto nel mondo”.
“Per me era importante mostrare come la magia all’interno dei quattro atti avanzasse e si impadronisse dello spazio – ha spiegato la Muti – mostrare come la natura e l’istinto degli uomini alla fine avessero la meglio sulla ragione e sulla macchinazione. La natura alla fine vince e il perdono che la contessa dà al conte infedele ha il senso quasi mistico del Dio che ti perdona pur sapendo che peccherai di nuovo. In questa maniera è come se Mozart ci sussurrasse all’orecchio che si può essere puri mentendo ed è questa la forza del genere umano”.

Chiara Muti ha tenuto ad evidenziare il perfetto connubio cretosi con il giovane direttore d’orchestra Matthew Aucoin, per far emergere tutto il dinamismo dell’opera, che ricorda la perfetta armonia del Maestro Muti e di Giorgio Strehler. “Sono capolavori che sopravvivono a noi – ha concluso la regista – e per noi è un grande privilegio lavorare per il teatro che fa rivivere questi capolavori”.

Il miracolo di Mozart è la capacità di mettere insieme la perfezione musicale e la verità emozionale, ha aggiunto, in un ottimo italiano, il venticinquenne Maestro di Boston, astro nascente della musica, perfezionatosi con il Maestro Muti alla Chicago Symphony Orchestra e poi con altri grandi maestri come Levine e Gergiev. “In quest’opera c’è tutta la vita, il senso che il dolore della folle giornata si trasforma in un processo musicale alchemico”, ha continuato Aucoin, che essendo anche compositore, è rimasto affascinato dalla capacità, che non è di tutti, che Mozart ha avuto nel ricercare la verità nascosta delle situazioni, come se l’autore dell’opera l’avesse scritta guardando le nostre anime”.

Questa sera alle 20.30 ci sarà la prima dell’opera di Mozart che verrà replicata venerdì 29 gennaio alle 20.30 (turno B), domenica 31 gennaio alle 18 (turno C) e martedì 2 febbraio alle 20.30 (turno D). 

© Riproduzione riservata

Autore: Felice de Sanctis
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