Giulio Mastromauro ritorna e si racconta alla sua Molfetta
Tutti presenti, nessun assente all’appello e non poteva essere altrimenti. Se dovesse dare un titolo ad un corto che avrebbe questa serata come protagonista, molto probabilmente Giulio Mastromauro lo chiamerebbe “Il ritorno”. Emozionato, come un qualunque ragazzo che ha lasciato la sua città per inseguire un sogno. Come molti della sua generazione, come quelli della generazione precedente e di quella successiva. Come un ragazzo qualunque e unico. Emozionato ed emozionato chi aspettava questo momento per salutare il bambino che era, che spesso non usciva con gli amici per vedere i film, che li ospitava per vedere con loro i classici del cinema italiano, i grandi maestri, quelli che avevano vinto l’Oscar o i David di Donatello. “Chissà se riuscirò, un giorno a vedere il David”. E quel giorno è arrivato perché quel David gli è stato recapitato a casa. David di Donatello per il miglior corto 2020 per il film “Inverno”, concentrato di poesia, malinconico ricordo di gioie interrotte, fotogrammi di struggenti rimpianti per cose che potevano essere e non lo sono state, il dolore di un bambino, il dolore più grande. E’ l’incontro più atteso quello con Giulio, a Conversazioni sul mare 2020, l’abbraccio con la sua città, indimenticabile amore, irripetibile sentimento che Giulio porta con sé. E con lo stupore innocente di un bambino, ringrazia tutti coloro che sono giunti per salutarlo. “Sento il tifo della mia città, lo avverto”. Sin da Carlo e Clara, Nuvola, “corto” che ha vinto 30 premi in oltre 20 Paesi, Giulio, come ricorda Maria Antonietta Racanelli, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno e Repubblica, nell’ampia presentazione dell’attività del regista, Giulio attraversa periodi di alti euforici e bassi patologici. “Inverno è la metafora di un sentimento legato ad una persona che lascia il segno ed il cinema mi ha schermato dal dolore, mi ha dato la possibilità di dare voce a chi non riesce ad esprimerlo. E’ un corto intimo e personale che non avrei mai pensato potesse vincere il David. Oltre il regista, con la mia compagna Vanessa Gherardini, abbiamo fondato la Zen Movie, una casa di produzione e distribuzione dei corti. Credo sia doveroso dare la possibilità ai giovani di far conoscere il proprio lavoro. In questo settore, c’è chi sgomita. Al David erano candidati oltre ad Inverno anche altri corti prodotti e distribuiti da Zen Movie. Mancavano solo pochi giorni alla proclamazione ufficiale e ormai credevo che nessuno tra Inverno e altri corti prodotti e distribuiti da Zen Movie, avesse vinto. Poi la telefonata, indimenticabile”. Una proclamazione insolita unconventional causa COVID. “Ho cercato di preservare la mia famiglia dal dolore, filtrare le notizie affinché Theo, mio figlio, non ne rimanesse sconvolto. E’ stato un periodo proficuo, di lavoro preparatorio ad un progetto più ampio, un film. In Italia, solo da poco, si sta guardando ai corti con interesse artistico e commerciale, mentre in altri Paesi hanno un mercato molto fiorente. E’ tempo che mi dedichi al film, il film girato in Puglia, a Molfetta, set naturale. La Puglia è fucina di idee: il Bi-Fest, il Gruppo Farfa, Out of bound, giovani talenti che meritano possibilità, visibilità”. Che sia fatta la tua volontà caro Giulio, che siano realizzati i tuoi sogni e quelli della bella generazione di cui fai parte e con la quale, molto generosamente ed umilmente, condividi il tuo talento, che tu possa scuotere coscienze ammorbate dalla rassegnazione, dall’immobilismo, che tu possa aiutare a riempire e a far partire leggere valige cariche di belle speranze e a farle ritornare colme e pesanti di esperienze. Perché la ricchezza sei tu, siete voi, sognatori che non si arrendono. © Riproduzione riservata