Nel 1907 Girolamo Nisio, nato a Molfetta il 6 maggio 1927, pubblicò a Roma, dove risiedeva, La Riforma della scuola media. Notizie e Proposte, che era la ristampa, con l’aggiunta di un’Appendice di documenti, dello scritto apparso nel 1905 su «L’Italia Moderna », quando il Ministro della P.I. Leonardo Bianchi dichiarò che al riaprirsi del Parlamento, dopo le vacanze estive, avrebbe presentato una legge sulla riforma di quella scuola, da più parti proposta in modi diversi. Il Nisio ritenne “utile il ricordare quello che sullo stesso argomento si era fatto presso di noi e altrove”, specie in Germania, del cui ordinamento scolastico dette “contezza particolare” ne La riforma della scuola media, pubblicata anche in estratto. Di questo ebbe una copia a Molfetta il Preside del Liceo – Ginnasio Giovanni Panunzio, che ancor prima aveva ricevuto dal Nisio, col quale insegnò da giovane nel Seminario di Molfetta, una copia de La scuola pedagogica moderna napoletana e il secondo congresso pedagogico nazionale (1901) con la dedica autografa “All’Amico G.P. ricordo di tempi migliori. G. N.”, e dal quale riceverà nel 1906 una copia de La legge 8 luglio 1904, N. 407 in rapporto al dritto di eguaglianza civile e al concetto pedagogico della scuola primaria, anch’essa autografata “All’Amico Giovannino ultimo ricordo di G N.” (v. entrambi gli opuscoli, come gli altri più sotto citati, in Biblioteca Comunale “Giovanni Panunzio”, Molfetta, che ringrazio per la foto della copertina qui riprodotta). “Pubblicato su una Rivista non abbastanza diffusa nel Paese”, lo scritto - ricorda lo stesso Nisio - “rimase ignorato pure a coloro che pigliarono interesse della prosperità della scuola media”. Talchè, dopo la istituzione, nel novembre 1905, della Commissione Reale deputata a preparare lo schema della legge di riforma, uno dei componenti, Andrea Torre,“confutando nel «Giornale d’Italia» del 3 settembre 1906 un articolo pubblicato dal professore Girolamo Vitelli nel «Marzocco» (Crisi nella Commissione Reale per il riordinamento della Scuola Media. (Le dimissioni di G. Vitelli), titolo redazionale a una lettera al direttore (Adolfo Orvieto) scritta da G. Vitelli (S. Croce del Sannio, 30 agosto 1906) sulle sue dimissioni presentate il 18 luglio da membro della stessa Commissione), ora acquisito grazie a una ricerca fatta a Firenze dall’ amico prof. Ernesto Ricci), affermò un fondamento comune alla base della riforma della scuola media in Germania, che da me – scrive il Nisio – era stato negato in modo assoluto”. Sullo stesso articolo del Torre (annotato da Sergio Bucchi nel Cart e g g i o 1 9 0 3 – 1906 di Gaetano Salvemini) si soffermò per altro anche il Vitelli, nello scrivere il 18 settembre 1906 a Salvemini (membro della stessa Commissione fino alle sue dimissioni del 7 settembre 1906, date anche dal suo amico Alfredo Galletti): “il Torre ha virato di bordo, affermando ora che neppur lui vuol riformare ad un tratto. Credo di aver fatto bene a rinfrescargli la memoria”. Il Nisio da parte sua come lesse l’articolo pregò l’on. Paolo Boselli, Presidente della Commissione, di accordargli la facoltà di presentare a questa i documenti autentici che dimostravano veritiera la sua affermazione piuttosto che la contraria del prof. Torre. Non essendogli stato ciò concesso, egli credette utile pubblicare i suddetti documenti nella ristampa della sua Riforma della scuola media. All’apparire di questa, a Molfetta il prof. Vitantonio Tritto (o Tritta, Maestro Municipale di 53 anni di età, come registrato nello Stato delle anime 1907 – 1908 della Parrocchia San Gennaro (in Archivio Diocesano Molfetta), “insegnante nella quinta classe elementare della città (Corriere delle Puglie (=CdP), 5 settembre 1907, Ricorsi respinti e accolti, p. 1),padre del più noto medico prof. Giovanni Tritto (1878 – 1961), inserito (come il Nisio)nelle Biografie Illustrate, del 1937, di M. Altomare scrisse una nota bibliografica (Girolamo Nisio, Per la riforma della Scuola Media. Notizie e proposte) che fu pubblicata nella rubrica “Scienze, lettere ed arti” del CdP, 3 marzo 1907,(p. 2 – 3). “L’opuscolo – egli scrive – molto opportunamente vede la luce ora che, entrata la questione della Riforma della Scuola Media nella fase più acuta, va discutendosi la migliore via d’uscita da quanti o direttamente o indirettamente vedono urgente il bisogno, e se ne interessano come il Governo e il Parlamento”. E nell’ignorare “certamente – continua il Tritto – se l’opuscolo del Comm. Nisio sia giunto nelle mani del nostro Ministro della P.I. (allora Luigi Rava) e della stessa Commissione (…), sappiamo con certezza che sì l’uno che l’altra mirano a seguirne le orme, proponendo, come massima, la istituzione d’una Scuola Media di cultura generale”. Tra “quanti” si interessarono alla riforma, l’opuscolo del Nisio fu usato, come è noto, da Salvemini e Galletti nel libro La riforma della scuola media, pubblicato, con la Prefazione del Vitelli,nel 1908 (ora in G. Salvemini, Scritti sulla scuola, Feltrinelli, Milano 1966), dove è citato due volte in nota al testo. A Molfetta, una copia dello stesso opuscolo ebbe anche l’ex deputato e direttore onorario delle scuole tecniche (sulle quali v. la sua Relazione…, Molfetta 1901) avv. Giuseppe Panunzio, discepolo del Nisio da studente nel Seminario, con la dedica autografa “All’Amico Peppino P. fu Sergio ricordo carissimo della prima età. G. N.”, e l’immancabile Giovanni Panunzio, al quale fece pervenire una copia autografa in “contraccambio de’ doni e degli augurii”, ricevuti evidentemente per il suo 80° compleanno, quando anche gli insegnanti del Liceo Ginnasio inviarono al Nisio un indirizzo di auguri (CdP, 18 maggio 1907). Fra questi messaggi augurali giunsero al Nisio anche quelli di Gioacchino Poli, nel rispondere al quale egli ebbe modo di ricordare l’antica amicizia del suo genitore Giacinto Poli “con cui si scambiavano i libri e le cortesie” (Per Girolamo Nisio, CdP,24 maggio 1907). Un particolare indirizzo di auguri al Nisio, riportato dal Prof. Giuseppe Poli in CdP del 18 maggio cit. (Illustri pugliesi. Girolamo Nisio), inviarono anche gli insegnati primari della sua città nativa, che sentirono doveroso unire il loro saluto augurale a quanti gli tributarono a Roma ammirazione, in una spontanea festa fatta per il suo compleanno. Ond’essi augurando a lui “illustrazione italiana e vanto di Molfetta” ancora lunghi anni di vita, facevano voti che fosse conservato al bene della Patria e della Scuola. Lo stesso Poli (n. 1872) propose di inviare un indirizzo di auguri al Nisio anche in seno alla Società di Cultura di Molfetta, di cui era consigliere insieme al fratello Mauro (n. 1874) e a Gioacchino D’Erasmo, anch’essi insegnati elementari (CdP, 20 maggio 1907, Molfetta. Cronaca varia). Pochi mesi dopo il suo compleanno, in seguito a una inguaribile malattia, il Nisio moriva a Roma il 7 settembre. Tra i primi telegrammi di condoglianze alla vedova ci fu quello dell’Associazione Magistrale di Molfetta, presieduta dal Direttore didattico Saverio de Candia (CdP, 9 settembre 1907, Per la morte di Nisio). In una delle prime commemorazioni, fatta il 18 ottobre a Bari, in seno al Consiglio comunale, il nostro Francesco Carabellese, professore del Liceo e della Scuola Superiore di Commercio, si associò personalmente a quanto fu detto del Nisio “vanto della scuola italiana” (CdP, 19 ottobre 1907,Bari, Consiglio Comunale, convocazione straordinaria). Per la sua commemorazione a Molfetta fu nominato un Comitato promotore, che ebbe tra i suoi componenti Gioacchino Poli, Gioacchino d’Erasmo e i professori Francesco Caputi, della Scuola tecnica, e Domenico Magrone, del Liceo. L’incarico fu affidato a Raffaele De Cesare, discepolo del Nisio nel Seminario di Molfetta, che tenne il discorso in memoria il 15 dicembre (CdP del 16, Girolamo Nisio commemorato da Raffaele de Cesare, nel resoconto di G.(ioacchino) P.(oli), e in “Rassegna Pugliese”, dicembre 1907). Il discorso uscì in opuscolo nell’aprile 1908 e si fece di esso “una larga distribuzione” (CdP, 16 aprile 1908, Cose molfettesi). Contemporaneamente, l’Amministrazione comunale di Molfetta affidò l’esecuzione del ritratto del Nisio, da collocare nella sala dei cittadini benemeriti , al prof. Pasquale Peruzzi (CdP, 29 dicembre 1907, Vesevo, Molfetta cronaca varia) “Pittore di 56 anni di età”, come registrato in Stato delle anime 1906 – 1907 della Parrocchia Cattedrale (in Archivio cit.), fratello del musicista Giuseppe, il quale espose il quadro (qui riprodotto da M. Uva, Galleria degli uomini illustri di Molfetta) nel successivo mese di febbraio Vesevo, Molfetta cronaca varia CdP, 16 febbraio 1908). Antico discepolo del celebre pittore Domenico Morelli, il Peruzzi, ritenuto un “perfetto ritrattista”, fu anche autore di “paesaggi e specie di marine” (v. «Quindici », febbraio 2011, p. 23). Insegnò disegno al Ginnasio Magistrale di Barletta (CdP, 14 agosto 1907 (P.), Arte ed Artisti a Molfetta e 18 maggio 1912 (Vesevo) Il Ginnasio Magistrale di Barletta). Morì il 4 marzo 1920 (come dallo Stato delle anime 1919 – 1920, Parrocchia cit., nello stesso Archivio). Nel ricordare il Nisio l’anno dopo la sua morte, Giuseppe Poli, lo stesso Vesevo corrispondente del «Corriere delle Puglie», “io lo amai – egli dice – ed ammirai la grande bontà dell’animo suo e la profondità del suo ingegno e godetti la sua benevolenza”. E quando partecipò alla sua sepoltura nel cimitero romano Testaccio fuori San Paolo, “lo vidi, egli continua, perché oltremodo altruista e onestissimo scendere povero nella tomba dopo un cinquantennio di ingrato lavoro” (CdP, 1 ottobre 1908, Per Girolamo Nisio. Nel primo anniversario di sua morte). Il Poli ricorderà ancora il Nisio il 16 settembre del 1911 (in CdP del 17, Per Girolamo Nisio) dopo che era stato rievocato il 13 a Barletta, davanti a 300 insegnanti convenuti come lui per le conferenze magistrali, dal prof. Giacomo Tauro, dell’Università di Roma (v. Il pensiero Pedagogico Meridionale, in CdP, 16 settembre 1911), amatissimo discepolo del Nisio , su la vita e gli scritti del quale egli pubblicò il saggio Girolamo Nisio in “Rivista Pedagogica”, marzo 1908. Degli scritti del Nisio fu un attento lettore Saverio de Candia, che ebbe modo di illustrarli in una conferenza tenuta alla presenza di 70 insegnanti nel marzo 1909, nella quale, parlando della istruzione in Germania, in Inghilterra, nel Belgio, nella Svizzera, e nelle Americhe, dov’era più efficace rispetto all’Italia, espose il pensiero espresso al riguardo dal Nisio, “ il quale fu insigne amico della scuola popolare, che tanto lavorò a pro di essa nella sua operosa ed onesta esistenza”, come riferisce Vesevo (in Conferenza didattica a Molfetta, CdP, 21 marzo 1909).
Autore: Pasquale Minervini