Giovani: il risveglio della coscienza sociale e la paura del futuro
I giovani, veri protagonisti dell'anno. Quindici ha seguito da vicino i loro stati d'animo, le loro preoccupazioni e il rapporto che hanno stabilito con la città approfondendo in ogni suo numero un aspetto particolare di queste problematiche. Fondamentalmente dagli eventi susseguitisi nell'arco dei dodici mesi e dai momenti di confronto che si sono avuti attraverso alcuni forum organizzati dalla redazione del mensile, si evince un'angosciosa paura per il futuro. Non è certo una novità ma questo sentimento da sempre latente ha trovato diverse opportunità di espressione a partire dall'imponente corteo di Marzo, in occasione della tragedia della Truck center, per finire con la settimana di proteste contro l'ormai nota legge 133 di ottobre. Scuola, università, precariato e sicurezza sul lavoro i temi su cui si è aperto un accesissimo dibattito tra i giovani che vedono nel loro domani solo tantissime incertezze e prospettive deprimenti. L'impegno e la forte volontà di costruirsi delle stabili fondamenta per la vita ormai non sono più sufficienti per conseguire gli obiettivi che ognuno si prepone. Sono tantissimi i neolaureati che dopo aver studiato per nove, dieci anni si trovano disperati a trent'anni senza lavoro e senza possibilità economiche per cominciare a costruire qualcosa, almeno in Italia. E proprio per mostrare che non si è disposti a fondare la propria esistenza sull'incertezza e sulla paura di ciò che può accadere domani, che in centinaia, coordinandosi autonomamente, sono scesi in piazza con un comune obiettivo, quello di chiedere di essere ascoltati e protetti dal “mostro” del futuro. Ma la sfiducia nelle possibilità di un cambiamento e il non riconoscersi nella realtà che li circonda continua a caratterizzare il loro stato d'animo incrementato anche dal divario incolmabile tra la “vecchia” Molfetta e le loro esigenze. E le pochissime politiche giovanili non contribuiscono di certo a migliorare la situazione. E' tempo di svegliarsi.
Autore: Serenella D'Ingeo