Gianfranco Petruzzella nuovo segretario cittadino dei Ds
MOLFETTA – 30.10.2002
Gianfranco Petruzzella, 32 anni, docente in un istituto professionale, è il nuovo segretario cittadino dei “Democratici di sinistra”.
E' stato designato dagli iscritti, con voto unanime, durante il congresso del 26 e 27 ottobre, alla cui giornata conclusiva ha presenziato anche il segretario provinciale Nando Pappalardo. Eletto il nuovo direttivo, di cui fanno parte, oltre al neosegretario, Mino Salvemini, Antonello Mastantuoni, Paolo Roselli e il consigliere comunale Corrado Minervini, ed anche il comitato dei garanti, che comprende Gianfranco Cormio, Michele Natalicchio e Franco Tatulli.
Si chiude così il periodo di interregno nella dirigenza del partito apertosi a giugno con la rinuncia dell'allora segretario Mimmo Favuzzi. Lo stesso Gianfranco Petruzzella era stato chiamato a reggere provvisoriamente la sezione locale, assieme a Gianfranco Cormio e a Mino Salvemini, nell'attesa delle decisioni del congresso.
Duro, poco incline a lasciar spazio a voli pindarici e a sogni di gloria, il tono della relazione iniziale. “Abbiamo oggi, come partito e come coalizione, una scarsa credibilità e la dobbiamo conquistare – ha affermato Gianfranco Petruzzella -. Il modo che vediamo per uscire forse da una situazione non facile come questa è salvare le cose buone fatte fino ad ora, poi tirare una riga e fare punto a capo”.
Insomma poco spazio agli strascichi di lontane diatribe interne ma anche ad eventuali illusioni sull'esistenza di ricette miracolose per la rinascita immediata del partito: “Non è sufficiente cambiare le persone, perché nessuno ci tiene a fare l'utile idiota della compagnia. – ha continuato nella sua introduzione Gianfranco Petruzzella -. Non è neppure un problema di capacità personale o di intelligenza delle cose, perché chi ci ha preceduto negli anni non è certo carente né nell'una né nell'altra. E' piuttosto un problema di impegno mirato a cose concrete da parte di tutti”.
Dove le “cose concrete” sono i problemi di Molfetta. Il partito deve far suo non solo il tentativo di analizzarli e individuare le possibili strategie di soluzione, ma anche impegnarsi a coinvolgere, a chiamare a partecipare, la cittadinanza tutta.
Essere “Democratici di sinistra” vuol dire oggi, ha sostenuto il segretario provinciale Pappalardo, non credere nelle deleghe in bianco, quanto piuttosto tornare ad essere il partito della “cittadinanza attiva” a Molfetta, il cui sviluppo futuro appare oggi in bilico, fra scelte già compiute ed altre che possono calare dall'alto, senza che ai suoi abitanti sia data la possibilità di capire, di discutere ed anche di proporre.
Il commercio, il blocco degli insediamenti produttivi, l'unità sindacale, la scuola, sono questi i settori in cui il congresso ha convenuto debbano concentrasi le prossime iniziative politiche.
Un congresso tutto radicato nella realtà locale, insomma, fino a sollevare le proteste di qualche iscritto che avrebbe voluto discutere della crisi nazionale, delle spaccature sulla guerra o sulla posizione di Cofferati. Tirando in ballo una questione che è tornata spesso nel dibattito, quella della identità, incerta, confusa e soprattutto necessaria. Dei militanti, i più anziani ancora smarriti dalla perdita di quella di comunista, e quelli arrivati abbondantemente dopo la svolta della Bolognina, convintamene riformisti, dello stesso partito. In molti interventi è tornato il tema della costruzione, nella prassi, nell'iniziativa politica, di una”cultura politica condivisa”, dell'individuazione di “pochi valori fondamentali” in cui riconoscersi. Valori, cultura linguaggio, che definiscano l'identità del partito a Molfetta e che si allarghino poi all'intera coalizione.
Schieramento di centro sinistra per il quale: “La via obbligata è quella del famoso valore aggiunto dell'Ulivo – ha sostenuto Gianfranco Petruzzella – in altre parole abbiamo solo la strada di un riformismo forte, discusso pubblicamente senza pregiudizi, per arrivare ad una visione condivisa dei modi dello sviluppo e delle regole di partecipazione democratica”.
Lella Salvemini