Gergario degli addetti ai lavori nella Quaresima molfettese
Dedicato a tutti i confratelli, ai portatori ed al popolo molfettese che, al seguito di processioni o nel corso di discussioni quaresimali, odono ed usano termini ai più, a volte, sconosciuti, arcani e misteriosi
La Cooperativa era un insieme di Confratelli dell’Arciconfraternta della Morte, formata da un numero variabile di essi (mai meno di quindici), che quando il sistema di sorteggio era diverso dall’attuale e si “giocava a bolletta” si coalizzavano per prendere più “spalle”. Il sorteggio avveniva in questa maniera: Veniva immesso in una grande bussola un numero di pedine variabile tra 2000 e 2300 ed i numeri venivano attribuiti al singolo Confratello (che in tal modo giocava da solo) in base a quante ricevute di pagamento dell’annualità presentava (durante tutta la Quaresima era una vera caccia alle “bollette” ed il povero esattore era sempre seguito da qualcuno che subito dopo di lui chiedeva a chi aveva pagato l’annualità se la “bolletta” gli servisse o meno). Era lecito pagare anche per chi era morto e per i bambini che venivano “azzttat” (iscritti) appena nati!!! Tante “bollette” tanti numeri assegnati; fi nita l’attribuzione dei numeri si passava al sorteggio vero e proprio e si assegnavano tante “spalle” per quanti erano i numeri estratti (24 da quando si stabilì di suddividere la processione in tre tratti, 16 quando si eseguivano due tratti). Poiché nei tempi trascorsi si era molto più semplici e lineari e si potevano concedere tante “lene” quante se ne volevano (in tal modo “andava sotto” buona parte della Confraternita), la Cooperativa fi niva con l’avvantaggiarsi poiché tra tante persone affi liate riusciva a rastrellare moltissime bollette e quindi ad avere tanti numeri con un’altissima probabilità di “uscite” plurime che permettevano a tutti i “soci” di portare per un tratto la statua del’Addolorata o della Pietà. Il bello fu quando un anno, la Cooperativa era formata di diciotto persone e sorte volle che fosse estratto un solo numero di quelli in loro possesso… Crist è grenn !!! Frase che veniva urlata dallo stesso, se ad essere estratto come portatore era il confratello di S. Stefano Pantaleo Carabellese (Ceciridd) di solito in coppia con Arduino Rana. Crociferi Figure ormai scomparse, erano popolani vestiti con un misero saio e recanti sulle spalle una croce formata con materiale proprio della categoria di appartenenza (i calafati e marinai usavano due pennoni di barche, i muratori due dritti in pietra…), più o meno grandi e pesanti a seconda della grazia da chiedere o delle colpe da espiare… Cscineitt. Protezione per le spalle in stoff a imbottita che i portatori utilizzano per rendere meno traumatico l’impatto tra la spalla e la “sdanga”. Chiesie. Soste eff ettuate da gruppi di confratelli per rifocillarsi durante il tragitto della processione. E’ un termine mutuato dalla visita ai repositori eff ettuata il Giovedì Santo (Sci facenn r’chiesie). Coena Domini. Incontro conviviale tra amici nella serata del mercoledì santo. E’ consuetudine di molti cenare in gruppo e poi recarsi a Ruvo di Puglia per assistere alla processione degli Otto Santi (grande gruppo in cartapesta rappresentante la deposizione di Cristo). Tale usanza si era molto sviluppata negli anni compresi tra il 1955 e 1988, per ricordare e rivivere l’emozione dell’uscita del Cristo Morto alle ore 4 mattutine. Con il ripristino della processione notturna del Venerdì Santo a Molfetta, l’affl uenza alla processione ruvese si è di molto ridimensionata. Cròesc (prcssion d’la crosch) Processione organizzata dall’Arciconfraternita della Morte (originariamente pensata ed eseguita dall’Arciconfraternita di S. Stefano) che si snoda dalla chiesa del Purgatorio lungo le vie della città (seguendo l’itinerario della processione dell’Addolorata) e si conclude con un momento di preghiera e benedizione fi nale al Calvario, impartita ai partecipanti dal Cappellano dell’Arciconfraternita. E’ composta da tre Confratelli in camice, mozzetta e muccio (alzato) recanti una grande croce (che di solito apre le processioni quaresimali), dal Cappellano che recita il rosario intervallato dal canto del Vexilla regis prodeunt, e da grande concorso di popolo.La processione viene preceduta da un quintetto di suonatori che esegue “Il pianto di Maria” detto comunemente “Ti-Te”. Anticamente al passaggio della croce cessavano i balli e le feste, che nei tempi andati si svolgevano in casa, ed i partecipanti si associavano al corteo penitenziale (quanta diff erenza rispetto ad oggi!!!). Ha inizio alla mezzanotte tra il martedì grasso ed il Mercoledì delle Ceneri, al termine dei 33 mestissimi rintocchi del campanone della Cattedrale a cui si accodano molte campane di Molfetta. Segna l’inizio uffi ciale della Quaresima. Corvi/Cùrv Confratelli gelosi della fortuna dei portatori estratti. Spesso il termine è attribuito ai confratelli estratti come coppie di riserva che, ovviamente, insidiano i titolari augurando loro catastrofi e sciagure per poterli sostituire Tanto è forte il desiderio di essere portatori!). Chzzlicchie Antico sito del caff è Cozzoli (Via Dante n. 31) costituente il punto di cessione della statua della Pietà ai sacerdoti da parte dei portatori sorteggiati nel tratto di ritirata. Prima dell’inizio del terzo tratto (Chiesa di S. Teresa/Purgatorio) i portatori tirano a sorte (ammnè o tuecche) per defi nire chi debba prendere a spalla la statua nella prima “bomba”, l’altra quadriglia porterà la forcella a fi anco dei sacerdoti ed eff ettuerà la “girata” in prossimità della chiesa del Purgatorio (altezza entica della chiesa). Daisce ne Avemmerie alla Medonne Quando un confratello riesce ad ottenere che qualcuno dei portatori titolari gli conceda di “fare una bomba” portando la statua dell’Addolorata o della Pietà per il breve tratto indicato dalla “bomba” stessa e comunemente scandito dal tempo appunto di recitare un’Avemaria nell’ingenua credenza che la stessa, portando la statua, abbia un’effi cacia maggiore. Domeniche della Pietà Le prime quattro domeniche di quaresima, per via dell’apposita funzione che si svolge da parte dell’Arciconfraternita della Morte, nella chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Affl itti (Purgatorio), con l’esposizione alla venerazione dei fedeli della statua della Pietà. E tutti alla candela Cantilena che si suole ripetere da parte dei confratelli non estratti al termine delle operazioni di sorteggio o dai fortunati estratti in segno di bonario dileggio nei confronti degli altri. Viene ripresa da un canto eseguito durante il settenario della B.V. Addolorata che recita “E tutti alla meschina…” Esattore/U Esattòr Incaricato di fi ducia dell’amministrazione dell’Arciconfraternita della Morte con il compito di riscuotere le annualità dovute dai confratelli. Non in uso nell’Arciconfraternita di S. Stefano. Fa u spirù Lo spirù era un ballo molto ritmato in voga agli inizi del secolo scorso. Per analogia quaresimale tale espressione indica uno o più portatori che improvvidamente seguendo il ritmo di una marcia funebre ondeggiano molto più del necessario facendo letteralmente ballare le statue (marcia funebre che si presta in particolar modo a questa anomalia è Un fi ore sulla tomba di mia madre meglio conosciuta come Vella dal cognome del suo autore). Famoso il bonario rimprovero di don Michele Carabellese (Cappellano del Purgatorio) all’indimenticato ed indimenticabile confratello Vito Binetti (Mest’ Vit) nel corso di una processione dell’Addolorata, alla discesa di corso Margherita di Savoia: Vito sapevo che eri un bravo ballerino ma non sapevo che eri così bravo a ballare lo spirù!!! Fa u srpoene Andatura zigzagante, tipico della statua del Cristo Morto, quando le due coppie portatrici non procedono con sincronia reciproca. Inconv eni ente particolarmente temuto dai portatori poiché provoca un movimento torsionale (…e doloroso) della “sdanga” sulla spalla. E’ compito del portatore “di dietro” traguardare i tre fanali del proprio lato e tenerli sempre allineati. Particolarmente temuto, a tal proposito, è lo “schetelasse” (agitare le spalle) dei portatori anteriori per poter correggere il ritmo poiché tali bruschi movimenti provocano “mezzat d’ mort” ai portatori posteriori. Fass la bomb a temmurr Portare a spalla una statua nello spazio di una “bomba” (intervallo tra un palo d’illuminazione stradale ed il successivo) o un tratto al solo suono del tamburo, quindi senza accompagnamento di marcia funebre. Ciò avviene o per sorte o per decisione del Priore quando si accorge che i portatori sono in ritardo sulla tabella di marcia prevista. Fass la precssion a temmurr (Temmrrat) Celebre disavventura accaduta al confratello Gabriele Poli il quale aveva concordato con il capobanda dell’epoca (anni 30 del secolo scorso) che dovesse attaccà a senè quando avesse visto una quadriglia indossante guanti bianchi sollevare la statua del Cristo Morto. Disgrazia volle che il capobanda capisse il contrario… Fass ne merc ind a ne bomb Riuscire a portare a spalla una statua da un lampione ad un altro, senza battere, accompagnati dall’esecuzione completa di una marcia funebre ( circa 13 minuti). Fasce/Fass Lunghe strisce di cotone doppio avvolte attorno alla zona lombare del portatore per poter sopportare al meglio lo sforzo fisico e garantire la posizione eretta del portatore stesso. In passato, almeno fi no al secondo dopoguerra si utilizzavano quelle con cui si avvolgevano i neonati e molte volte le fasce si trasmettono da padri a fi gli. Fazzleitt ca s’ chiechn E’ l’obbligazione che il Confratello contrae con chi gli cede una “bomba sottto” con l’obbligo morale di ricambiare negli anni successivi, in caso di sua estrazione.
Autore: Angelo e Gennaro Gadaleta