Recupero Password
Franca Carlucci: la criminalità non è una “faccenda privata” come dice il sindaco
15 ottobre 2021

Il Presidio antimafia “Libera” che fa capo a don Luigi Ciotti a Molfetta è abbastanza attivo con grande attenzione alla politica e al sociale ed è stato fortemente critico verso l’amministrazione di Tommaso Minervini. Abbiamo chiesto a Franca Carlucci referente del presidio di rispondere alle domande di “Quindici”. Ecco le sue risposte: Non è facile rispondere a queste domande, in un momento veramente difficile per la città. Sarebbe opportuno e necessario elaborare una riflessione più ampia sulle cause che ci hanno condotto in un ventennio a un tale livello di degrado sociale, culturale, ambientalistico. Parto dalla frase: negli ultimi mesi la situazione è peggiorata. Sì, è peggiorata perché in troppi anni non si è data attenzione a segnali di illegalità diffusa in tutti i quartieri della città. Dai piccoli gesti ad abusi conclamati ai quali ci si è assuefatti così da spacciarli per normalità: ambulanti disseminati ovunque con e senza autorizzazioni, i paletti contro le soste selvagge, l’occupazione di suolo pubblico senza autorizzazioni e tanto altro, che hanno rivelato come da troppi anni, la città è senza alcun controllo. Una città che non sopporta le regole, vale per tutti la raccolta dei rifiuti porta a porta, un optional per molti che stanno rendendo la città molto sporca e mi chiedo spesso come si possa camminare tra le sue vie senza vergognarsi. Di fatti ancor più gravi ne sono avvenuti e ne avvengono finendo con il ritenerli quasi sempre “faccende private” tra gente che risolve le questioni magari incendiando un’auto, ferendo con la pistola, qualche bomba per chiarirsi. In tutto questo, in ultimo, si sono inserite anche le vicende degli arresti sul palazzo di città. L’illegalità è giunta anche là nell’istituzione. Giovanni Falcone affermava che le istituzioni sono sacre. Non vanno mai confuse con le persone. Ma sono le persone che le occupano a dissacrarle. Non credo che l’amministrazione sottovaluti o potrebbe sottovalutare la gravità di quanto è avvenuto. Non può farlo anche alla luce anche degli ultimissimi eventi come la confisca dei beni ad un imprenditore edile di Molfetta. Indagine partita dal 2016, come affermato dai Carabinieri. Credo che già dal suo insediamento, questa amministrazione, avrebbe potuto o dovuto dare attenzione a quanto era già avvenuto durante il mandato sindacale di Paola Natalicchio: l’omicidio Fiore, la devastazione del Mercato Minuto pesce per ricordare i più eclatanti. Come scrive il dott. Alberto Maritati, già Giudice Istruttore presso il Tribunale di Bari: Sono stati segnali gravi di “mafiosità… intesa come modo nuovo di affermarsi e di operare nel mondo dell’illecito”. (A. Maritati: la criminalità organizzata in Puglia, in “Ragazzi di mafia”, Franco Angeli ed. 1993). Durante l’amministrazione di Paola Natalicchio infatti prese ad operare il Comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali. Racconto in breve la storia del Comitato, partendo dalla sua nascita nel 1997, con il sindaco Guglielmo Minervini. In quell’anno si discusse e si approvò la costituzione del Comitato di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali alla luce delle vicende passate (operazioni Reset e Primavera), per avviare una serie di iniziative e progetti mirati alla prevenzione dei fenomeni delinquenziali sul piano educativo, culturale e politico. Ero consigliere comunale eletta nel movimento politico Percorso. Il lavoro svolto dall’amministrazione Guglielmo Minervini in termini di crescita socio-culturale e amministrativa, credo abbia avuto molti meriti con tutti gli errori che si sono potuti commettere e non possiamo dimenticare quanto don Tonino abbia inciso nella formazione delle nostre coscienze di cittadini che ci impegnammo e continuiamo ad impegnarci nel dare senso e valore alle nostre vite. Di tale comitato si è ripreso a parlare nel 2014 con il sindaco Paola Natalicchio e, con la proposta di Rifondazione Comunista, fu rivista la formulazione della precedente delibera, perché potesse essere riattivato. In un documento comune con il movimento Liberatorio, scrivemmo che “il contesto storico in cui nasceva il Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali nel 1997, aveva molti punti di contatto con l’attuale, che vive un forte ritorno di quella criminalità protagonista delle cronache cittadine negli anni 80’- 90’. Il Comitato mette insieme le competenze e le conoscenze delle istituzioni e della cittadinanza attiva nella lotta ai fenomeni criminali e nella prevenzione degli stessi e delle cause che ne favorivano lo sviluppo”. Era il settembre 2015. Quindi emerse in quell’anno, la necessità di dare spazio e funzioni al suddetto comitato perché Molfetta attraversava un grave momento come già ricordato: l’omicidio Fiore, la devastazione della piazza Minuto pesce, l’illegalità diffusa con l’abusivismo. Fu attivato con una presenza molto ricca e vivace di associazioni, enti e istituzioni. Diversi furono gli incontri e l’ultimo si tenne il 14 aprile del 2016. Gli incontri ripresero, con l’Amministrazione del sindaco Tommaso Minervini, il 17 gennaio 2019 e terminarono il 4 giugno 2019. Dopo non ci sono state più convocazioni. Evidentemente fu deciso che il Comitato non aveva ragion d’essere. Lo si dica, visto che già dal mese di maggio di quest’anno, come Presidio di Libera, abbiamo chiesto all’amministrazione di riconvocarlo. Ci poniamo in attesa. La situazione a mio parere lo imporrebbe. Occorre ripartire da dati di fatto su cui innestare nuovi processi e dovrebbe impegnare la città in una condivisione di riflessioni, percorsi, progetti con realtà cittadine e istituzioni impegnate nel sociale. Non voglio dare un giudizio sull’attività di quest’amministrazione comunale perché sono i fatti e i risultati che parlano e possono parlare a fronte di giu-dizi personali e di letture diverse. Il Covid ha ridotto molto la possibilità di creare momenti di confronto aperti alla città. Io credo che un amministratore di qualsiasi istituzione debba aprirsi al confronto nelle forme più adeguate. Il consenso o non consenso sarà frutto di valutazioni delle scelte operate ma soprattutto dei risultati che si sono ottenuti attraverso gli atti e le soluzioni messe in campo. Lo scempio del territorio: credo che sia sotto gli occhi di tutti e consiglio vivamente la lettura del testo “La mia passeggiata e la mia delusione” scritto di Luigi Tedesco sulla città. Tutti potranno riconoscere la loro passeggiata e la loro delusione, anche gli stessi amministratori e non dicessero che servono più case! Analizziamo i dati sul fabbisogno abitativo. Confrontiamoci in città. Costruire un’alternativa? Insieme ad alcune Associazioni del territorio abbiamo elaborato un manifesto denunciando quanto sta avvenendo e abbiamo ribadito, che l’espansione della criminalità è stata possibile anche per quel clima di illegalità diffusa che è penetrata nel Palazzo di città e che dobbiamo impegnarci insieme a bonificare la palude che costituisce il miglior terreno di coltura del malaffare. L’abbiamo condiviso e siamo parte di un movimento più ampio che comprende anche i partiti politici. Ci stiamo coordinando e accanto ad una prima iniziativa comune a Corso Umberto, che ha visto anche la partecipazione solidale e inattesa dell’ex magistrato Pasquale Drago, abbiamo prodotto un manifesto cittadino invitando la città a reagire, a indignarsi, perché “IL TEMPO È ORA” e non si può rimanere inermi. Continueremo a impegnarci con altre iniziative anche come singole realtà (il 12 ottobre il Presidio Libera presenterà alla città il libro “Mano mozza: Genesi e sviluppo di una mafia pugliese”, con l’intervento delle autrici e del magistrato Pasquale Drago) perché i cittadini e le cittadine di Molfetta prendano coscienza del degrado in cui siamo precipitati ma soprattutto chiediamo a ciascuno di farsi protagonista del cambiamento. Non si può pensare di venirne fuori lasciando che un’altra amministrazione, qualunque sia o sarà, si impegni per tutti. Mai come in questo momento le scelte devono essere condivise e per esse bisogna impegnarsi. Non voglio entrare in merito alle difficoltà che attraversano i partiti o movimenti politici ma soprattutto la politica. Non quella, che ogni giorno ognuno di noi vive con le sue scelte di vita, ma quella che deve indicare ai cittadini la strada per un mondo migliore. La politica con la P maiuscola. Come dice don Ciotti: la Politica deve fare di più. La politica torni ad essere servizio al bene comune, affermazione dei diritti, riduzione delle disuguaglianza. La politica è l’etica della comunità. Oggi, però, devo dire che in molte realtà c’è un divorzio tra l’etica e la politica. Le cronache italiane, quasi ogni giorno, ci destabilizzano! La società civile preferisce restare a casa? Forse troppe volte la società civile è scesa in campo ma è rimasta stritolata dal sistema dei partiti e di fronte a modalità fossilizzate tra il consenso e il compromesso, forse preferisce farsi da parte. Non è facile fare anche solo il consigliere comunale. Lo sono stata per sei anni. L’impegno è a volte gravoso ma si può fare, cambiando alcune regole e modalità. Ci vuole un enorme fiducia che le cose possano e debbano cambiare per il bene della comunità e soprattutto credere che se decidi di metterti in campo con le tue competenze, le tue sensibilità, non sei solo perché gli altri sono con te e lavori con una città che vuole cambiare. Chiunque vorrà impegnarsi per il bene della città, dovrà sapere di poter contare sugli altri anche se poi sarà solo lui a decidere (detto da Guglielmo Minervini). A latere Nel 2010, sette realtà culturali e sociali cittadine decisero di far nascere un Presidio di “Libera” a Molfetta per rinnovare anche una memoria che andava perdendosi. Tra gli obiettivi di “Libera” c’è l’occuparsi della presenza e dell’utilizzo dei beni confiscati. Insieme abbiamo preso atto che a Molfetta dal 2001 erano stati affidati al Comune cinque beni confiscati alla criminalità locale rivenienti dai processi delle due operazioni Reset e Primavera. Quei beni che dovevano e potevano dire alla città che “Molfetta non dimentica” sono stati dimenticati o utilizzati in modo non proprio appropriato. In questi giorni partirà il progetto presso i locali confiscati di via Catecombe. Il Presidio Libera, lo diciamo con soddisfazione ha dato una mano affinché ciò avvenisse. Ma molto è ancora da farsi con altri beni e altri bandi a cui occorre partecipare. Franca Carlucci © Riproduzione riservata

Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet