“Forzature”, carteggi e proprietari fortunati
Edilizia e piano regolatore
Il tortuoso via libera alla realizzazione della “Casa Albergo” non ha ripianato tutte le perplessità sulla legittimità dell'atto. Anzi qualcuno analizzando le carte ha riscontrato delle palesi incongruenze, come quelle sollevate dall'arch. Gianbattista del Rosso che ha preso carta e penna e chiesto chiarimenti al Segretario Generale del Comune, al Presidente del Consiglio comunale, al Prefetto e per conoscenza agli organi di stampa (la lettera è integralmente riportata nella rubrica delle lettere).
In sostanza l'arch. del Rosso evidenzia che il titolo della delibera, riserva dei posti in favore degli anziani di Molfetta, è difforme dal contenuto che riguarda essenzialmente l'approvazione della realizzazione della “Casa Albergo”.
Oltre a quella dell'arch. del Rosso, sempre sulla medesima delibera, il Prefetto di Bari ha ricevuto anche l'esposto denuncia a firma del consigliere di minoranza Maria Sasso, sulla legittimità della conduzione del Consiglio comunale, per la mancata verifica del numero legale. In pratica il consigliere Nino Sallustio mentre aveva la parola, chiese la verifica del numero legale, successivamente arrivò la richiesta di una breve sospensione da parte di un consigliere di maggioranza che fu immediatamente accolta, vanificando la richiesta del Sallustio.
Mentre il concittadino arch. del Rosso solleva una questione procedurale, ed è strano che in Consiglio comunale non se ne sia accorto nessuno, altri invece sostengono che ci siano state anche delle forzature di merito. In pratica, essendo l'area in questione parzialmente destinata dal Prg a servizi connessi al plesso scolastico di “via Berlinguer”, implicitamente la delibera va a sancire una variante. Se così fosse, l'atto sarebbe illegittimo.
Ci chiediamo, c'è stata da parte del Comune una “forzatura” oppure la variante era possibile?
E a proposito di “forzature” a molti non sono sfuggiti i ritmi di nuove costruzioni nelle aree ancora libere della vecchia 167 e “Lotto 2”, le così dette aree di completamento. All'epoca, vent'anni fa, questi terreni furono stralciati dai piani urbanistici per la presenza di ville e casolari, il cui esproprio sarebbe stato troppo oneroso. Il nuovo Prg stabilisce che le aree di completamento possono essere edificate con indice 5, cioè una volumetria di 5 mc per ogni mq di superficie, o con un piano particolareggiato, oppure con interventi diretti. La differenza non è da poco, perché nell'intervento diretto, in genere riguardano superfici di estensioni marginali, è edificabile tutta l'area, mentre col Piano particolareggiato, la superficie edificabile è al netto delle opere di urbanizzazione ed altre eventuali superficie destinate ad uso pubblico.
Nel nostro caso il Comune ha optato per l'intervento diretto. Sicuramente avrà avuto le sue buone ragioni. E' intuitivo che il valore di un suolo è proporzionale dalla capacità di realizzazione volumetrica. Una cosa è certa: i proprietari di quei terreni hanno sì aspettato 20 anni, ma oggi possono ben dire che ne è valsa la pena.
F. d. R.