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Filippo Antonio Cifariello scultore a ottant’anni dalla morte. Nuove aggiunte”. Il Museo Diocesano presenta un volume dedicato al più celebre scultore molfettese
18 dicembre 2017

MOLFETTA - L’11 dicembre dello scorso anno il Museo diocesano inaugurava l’esposizione temporanea Corrado Giaquinto. Filippo Cifariello. Nuovi inediti e contributi. La mostra, curata dal prof. Gaetano Mongelli, intendeva celebrare l’arte dei due illustri concittadini in occasione del 250° anniversario dalla morte del pittore (Molfetta, 1703 - Napoli, 1766) e a ottant’anni da quella dello scultore (Molfetta, 1864 - Napoli, 1936). A partire dalle preziose opere, entrate a fare parte delle collezioni museali grazie alla Donazione Piepoli-Spadavecchia, la mostra ha rappresentato un’importante occasione per conoscere aspetti inediti della produzione di due protagonisti dello scenario artistico a cavallo tra i secoli XVIII e XX.

L’intenso studio del prof. Mongelli ha poi condotto la struttura museale diocesana alla redazione di una pubblicazione che traccia un quadro completo della produzione artistica di Cifariello, grazie anche a nuove attribuzioni e a rilevanti approfondimenti che fanno dello scultore molfettese uno dei più importanti artisti dell’arte meridionale.

Mercoledì 20 dicembre alle ore 19 presso il Museo Diocesano sarà presentato il volume "Filippo Antonio Cifariello scultore. A ottant'anni dalla morte. Nuove aggiunte". La pubblicazione, edita da L’Immagine, si compone di 168 pagine, oltre 90 immagini ed un ricco apparato bibliografico.

Nella serata di presentazione interverranno S.E. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo della Diocesi, don Michele Amorosini, Direttore del Museo, Francesco Picca, direttore del Museo del Libro-Casa della Cultura di Ruvo, Gaetano Mongelli, storico dell'arte moderna e contemporanea e autore del libro.

Interverrà, inoltre, l’Ing. Sergio de Ceglia, presidente dell’Opera Pia Monte di Pietà e Confidenze di Molfetta, sodalizio vicino all’istituzione museale in questi anni, che ha sostenuto la pubblicazione del volume. «La consapevolezza che ogni istituzione rappresenti compiutamente se stessa, quando porta con sé le proprie radici, quando è responsabile della propria tradizione, quando riconosce la propria storia, ha disposto l’Opera Pia – sostiene il presidente de Ceglia – a vivere un legame intenso con il Museo Diocesano, vivido orgoglio del Vescovo Mons. Luigi Martella, prezioso riferimento del Sodalizio. Il compianto pastore a cui il volume è dedicato, infatti, alla presenza del suo Vicario, chiedeva l’attenzione sul valore pedagogico dell’esercizio dei fini statutari, sostenendo che l’educazione deve passare attraverso i fatti, con le opere più che con le sole parole: si deve provocare un’azione per metterne in moto delle altre, quasi come un monito per il futuro, per lo sviluppo e la crescita non solo economica. Ha tracciato il solco, ha gettato il  seme… ha indicato la strada da seguire».

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