Festa Patronale, cadono nel vuoto gli inviti ad evitare gli sprechi L'eccesso delle luminarie
In tempi di crisi economica e di ristrettezze per le famiglie uno spreco di soldi per le luminarie della Festa Patronale della Madonna dei Martiri ci sembra fuori luogo. Ma il Comitato Feste Patronali, nell’allestire le luminarie di quest’anno, non sembra aver fatto alcun passo indietro, malgrado gli appelli ad evitare sfarzi inutili rivolto anche dalla Caritas diocesana (“La forte crisi in atto non tollera sprechi nelle feste patronali”), che condividiamo. Ci saremmo aspettati anche una presa di posizione del vescovo di Molfetta mons. Luigi Martella, sull’esempio anche dell’arcivescovo di Lecce mons. Domenico D’ambrosio che ha dichiarato: «Diciamo basta alle luci che sfarzosamente illuminano la nostra città e i nostri volti e che il risparmio sia investito in forme di microcredito per venire incontro alle emergenze e alla sete di un nuovo lavoro in grado di creare nuove forme di occupazione». Parole forti che testimoniano il ruolo della Chiesa nell’attuale momento, sull’insegnamento di papa Francesco. E’ il valore spirituale delle festa quello che va messo in evidenza, non quello consumistico al quale sembra tenere di più il Comitato Feste Patronali, che non considerato l’appello del Direttore della Caritas diocesana don Francesco de Lucia, che insieme a tutti i volontari operanti nei quattro centro Caritas cittadini, ha inviato una lettera ai Parroci e ai Comitati Feste Patronali «per richiamare e sollecitare un’attenta riflessione nella programmazione delle feste patronali. L’allarme è provocato dall’ondata di richieste d’aiuto alla Caritas, presente capillarmente sul territorio (anche in estate) che in questi ultimi mesi si fanno sempre più complicate: la perdita di lavoro e la stagnazione della crisi hanno portato diverse famiglie a prosciugare i propri risparmi, attingendo ai parenti e indebitandosi, con palpabile vergogna nell’atto di chiedere aiuto… La Caritas quindi chiede a tutti e a ciascuno di individuare ulteriori scelte di sobrietà e solidarietà, soprattutto nell’organizzazione delle imminenti feste religiose patronali, per dare spazio ad opere di misericordia. L’appello è quindi rivolto a quanti si occupano di organizzare qualsiasi tipo di evento, specialmente quelli a sfondo religioso, perché si evitino sperperi di denaro e, le eventuali economie, siano destinate ad alimentare il fondo Caritas perché si possa in qualche modo continuare ad aiutare le famiglie anche nei prossimi mesi. Lo chiedono i poveri e forse tutti quei credenti che aspettano di essere convertiti dalle nostre scelte, coerenti con il Vangelo». Ignorato anche l’invito del nuovo sindaco di centrosinistra Paola Natalicchio che in una lettera alla città ha elencato le tre novità di questa edizione della Festa patronale: accolto l’invito dell’Azione Cattolica e delle associazioni a evitare inutili sfarzi, per ragioni di sicurezza la processione a mare dell’8 settembre partirà da Banchina San Domenico e infine sarà allestita un’area di accoglienza attrezzata per i lavoratori del commercio ambulante che assicura servizi e decoro alla nostra città. Ecco le sue parole: «Cari cittadini, a settembre la nostra Molfetta si concede anche quest’anno l’emozione, ogni volta diversa e irripetibile, della festa della nostra Santissima Madonna dei Martiri. È una festa che la nostra comunità attende con devozione e impazienza per tutto l’anno. Le celebrazioni religiose, la suggestione della processione in mare, i colori delle luci appoggiate sulla pietra bianca dei nostri monumenti, il pullulare di bancarelle, giostre e bande musicali. Per me sarà la prima Festa patronale da sindaco e questo mi carica di una responsabilità di cui sento tutto il peso e al tempo stesso mi concede un privilegio che vivo come un dono. Sono tre le novità di quest’anno, sempre nel solco del rispetto della tradizione e del rispetto delle consuetudini religiose. Prima di tutto abbiamo deciso di accogliere l’appello della Caritas e di altre associazioni del volontariato laico e cattolico, invitando il Comitato feste patronali allo svolgimento di una festa sobria e senza inutili sfarzi. E d’altronde la Madonna dei Martiri è per la nostra città simbolo supremo di rispetto e amore verso gli ultimi, verso i fragili, verso le operose comunità delle fasce più modeste della popolazione che vivono del proprio lavoro e del proprio sacrificio, come quella dei numerosi marittimi molfettesi, protetti dalla nostra Santa Patrona. Il secondo segnale che abbiamo voluto lanciare, raccogliendo un prezioso suggerimento della Capitaneria di Porto, è quello di una manifestazione in cui la sicurezza dei cittadini non sia seconda all’entusiasmo lecito e condiviso dei festeggiamenti. Per questo la processione in mare dell’8 settembre partirà dalla Banchina San Domenico e non più dal Molo Pennello. Dobbiamo consentire ai tanti cittadini che da ogni parte di Puglia e del mondo ci raggiungono a Molfetta per assistere all’imbarco della santa statua di assistere a questo importante momento senza alcuna forma di pericolo di incolumità personale, minimizzando i rischi che l’affollatissima manifestazione porta con sé. Ultima decisione di innovazione nel solco del rispetto assoluto delle consolidate abitudini passate è quella di tendere una mano, nello spirito del messaggio mariano, ai nostri fratelli migranti che ci raggiungono a Molfetta in questi giorni di festa per vendere la loro merce sulle bancarelle che si dislocano tra la Villa Comunale e Corso Dante. Ogni anno abbiamo fatto acquisti da loro, in ricordo dei giorni della fiera. E però troppo spesso abbiamo girato la testa dall’altra parte rispetto ai loro bisogni primari: un alloggio e dei servizi igienici dignitosi. Quest’anno sperimentiamo per la prima volta l’organizzazione di uno spazio attrezzato dedicato a questi lavoratori del commercio ambulante, per garantire accoglienza a loro e decoro e pulizia alla nostra città».