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Festa Democratica, Molfetta ce la farà: necessarie proposte più vere e competitive
26 settembre 2012

MOLFETTA - Con l’incontro pubblico «Molfetta ce la farà - Il Manifesto sul cambiamento» la Festa Democratica 2012, organizzata dal Partito Democratico in Piazza Municipio, ha affrontato tematiche di sottile importanza per la città di Molfetta, specie in vista delle prossime elezioni. Dopo tutto, come già sottolineato nell'ultima seduta del Consiglio comunale, l'aria di campagna elettorale pende sempre più sulla collettività cittadina come una vera e propria spada di Damocle.
Nello sviscerare un tema che ha assolto il fine di palesare quelli che saranno alcuni dei potenziali obiettivi programmatici che il centrosinistra si prefigge di attuare se vittorioso alle prossime amministrative, si attendeva un novero di proposte un po' più ambiziose rispetto a quelle presentate da Giovanni Abbattista, segretario del Pd, e da alcuni «amici, anche di partito»: il sig. Cosimo Sallustio, presidente di Legambiente Molfetta, l'avv. Rosalba Gadaleta, il dott. Ottavio Balducci, medico pediatra, la dott.ssa Gabriella Scucinarro e il dott. Gianluigi De Gennaro, ricercatori all'Università di Bari,   ricercatrice all'Università di Bari (nella foto con Abbattista).
La parola d'ordine è stata innovazione come «innovazione sostenibile», come rinnovamento culturale, come esigenza di cambiamento e di novità, in grado di migliorare lo status quo della nostra città, attenta alle risorse, alla salute, all'ambiente. Questo il primo punto affrontato dal dott. De Gennaro, con un chiaro monito: creatività e conoscenza, cultura e studio, il tutto racchiuso nella necessità di "progettazione", sono gli unici in grado di consentire una reale visione e valorizzazione del futuro, oggi assente. Opportuna anche la programmazione in tutti i settori: mobilità, pianificazione energetica, gestione rifiuti, servizi ai cittadini e, cosa essenziale, investimento sui giovani per scongiurare la fuga delle menti.
Anche mobilità urbana ed ecosostenibilità sono stati temi ampiamente dibattuti. A fronte di un tasso d’inquinamento elevato riscontrato nella città di Molfetta, si è auspicata una più sensibile attenzione alle necessità dei cittadini, alla loro salute e all'ambiente favorendo mezzi di mobilità alternativa, come ad esempio piste ciclabili, autobus nuovi e nuove aree pedonali, la posizione di Sallustio. Di qui la proposta di piste ciclabili con cordolo in cemento a protezione e rastrelliere per il parcheggio delle bici in grado di assicurare un miglioramento della qualità della vita e maggiore sicurezza per i cittadini.
Una proposta, questa, oggetto anche di una petizione ad hoc che sarà sottoposta all'attenzione dell'amministrazione Azzollini nel prossimo ottobre dalla dott.ssa Scucinarro e incentrata sulla una duplice idea: "mare ciclabile", un percorso che dal lungomare Colonna porti a Torre Gavetone, e "itinerario promiscuo", percorsi che istituiscano un rete ciclabile tout court per tutta la città che favorisca qualsivoglia tipo di spostamento.
Il dott. Balducci si è invece soffermato sul servizio di assistenza di infermieristica comunale. Si è parlato di sviluppo della rete sociosanitaria che, nel tener conto degli attuali costi gravanti su pazienti che necessitano di assistenza domiciliare, promuova una sorta di sussidio pubblico che permetta al paziente bisognoso di potersi avvalere di un servizio di infermieristica a domicilio, in base alla propria condizione e al proprio reddito.
E infine il problema "territorio", forse uno dei temi odierni più bollenti. Nel sottolineare lo stato desolante dell'edilizia e dell'urbanistica a Molfetta e nel recriminare un'assenza di pianificazione del territorio, un'ampia discrezionalità nell'assunzione delle decisioni in subiecta materia e un in intervento massiccio in termini di pianificazione ossia di abuso nel rilascio di titoli e autorizzazioni edilizie, è stata evidenziata dall'avv. Gadaleta la situazione di criticità in cui versa Molfetta, con precipuo riferimento al caso di Torre Calderina e alla questione "Piano Casa", ampiamente spiegata da Quindici nel numero di settembre in edicola.
È stata auspicata una vera e propria tutela del territorio e del suolo a discapito di un'amministrazione comunale che ha, come sottolineato dall'avv. Gadaletae da Abbattista, considerato il territorio solo quale bene di consumo.
Di qui la proposta di arginare il consumo eccessivo del suolo, verificando in primis il reale fabbisogno residenziale e se questo risponda sempre a quello inizialmente stimato o meno, poi un'attenta verifica delle aree in cui è ancora possibile edificare (con particolare attenzione, ad esempio, alle lame). E, infine, il recupero di quanto già esistente, al fine di valorizzare manufatti o strutture preesistenti. Il tutto, ed forse è l'unico aspetto realmente nuovo, in linea con l'ultimo Decreto Legge contro il consumo del suolo, presentato dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, e approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 14 settembre 2012.
Le linee guida del predetto decreto, ossia uso e gestione corretta del territorio, limite alla cementificazione sui terreni agricoli e valorizzazione delle aree agricole, tutelano così la vita delle imprese agricole e l'aspetto paesaggistico del territorio. Un decreto che certamente marcia in senso diametralmente opposto con l'attuale Piano Casa dell'amministrazione Azzollini.
«Contro la spregiudicatezza e la violenza delle scelte dell'amministrazione Azzollini, il palmare disprezzo delle regole, la corruzione delle dinamiche, la retorica dello sviluppo e una politica becera, priva di qualsivoglia programmazione edilizia e non, servono idee forti in grado di invertire prepotentemente la rotta, di ripristinare le regole di democrazia e di conquistare, oltre gli elettori del centrosinistra, anche quelli del centro destra - ha concluso Abbattista -. Basta con la comunità al servizio della politica. È la politica che deve ritornare a servizio della comunità».
Un messaggio dai toni forti e incisivi quello lanciato dal coordinatore del Pd. Un monito, però, che doveva postulare proposte e idee programmatiche più concrete e di maggiore spessore.
Senza nulla togliere alla mobilità urbana o all'ecosostenibilità, queste tematiche sarebbero di importanza secondaria rispetto ad altre che dovrebbero costituire le fondamenta per il rilancio della città. Servono proposte vere, più competitive che dicano davvero come "Molfetta ce la farà" a riprendersi da questo stallo economico, culturale, politico, sociale, oramai in via di cancrena.
Ci si aspettava un intervento che nello spiegare il futuro programma del centrosinistra toccasse tematiche più importanti quali sviluppo, lavoro, economia, impresa, senza relegare, ad esempio, la questione "ripresa del territorio" a margine. Se di cambiamento e inversione di rotta deve parlarsi, occorre parlare di vita vera, di esigenze e necessità primarie dei cittadini, di una nuova Molfetta. Il compito è arduo, certo. L'obiettivo, però, è l'interesse della collettività cittadina. Serve una politica che smetta di assecondare i propri interessi e guardi quelli dei cittadini. Una politica che rompa con il consumismo e il capitalismo del passato. Con la speranza che il Pd conservi già nel cassetto un programma di governo valido.
 
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Autore: Erika Cormio
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