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“Favoriti solo i Comuni con un assessore regionale” Nino Sallustio (Margherita): un disastro annunciato per l'indifferenza del centrodestra
15 settembre 2002

Servizi non sempre soddisfacenti, attrezzature carenti e persino lo scandalo di una ginecologa che non aveva neppure la laurea in medicina. Questo ed altro si è visto in questi anni all'ospedale di Molfetta. Cosa ne pensa l'opposizione di centro-sinistra? Lo abbiamo chiesto a Nino Sallustio (nella foto), consigliere comunale della Margherita e già candidato sindaco per l'Ulivo. Ritiene che quella dell'ospedale di Molfetta sia stata in realtà una morte "lenta ma prevedibile "? “Rispondo con un aneddoto 'divertente'. Il giorno 8/9 durante le fasi di sbarco del simulacro della Madonna dei Martiri ho salutato a modo mio l'on. Amoruso dicendogli 'i molfettesi la ringraziano per aver portato a Bisceglie la sede e direzione del Presidio e molto più per aver trasferito i reparti di chirurgia, ortopedia, urologia, ostetricia e ginecologia e pediatria lasciando pressochè deserto l'ospedale di Molfetta'. L'onorevole si è subito schermito sostenendo che la colpa non fosse sua ma di altri che dovevano tutelare meglio il loro ospedale. L'ho incalzato ricordandogli che seppure lui fosse biscegliese per nascita e residenza oggi si ritrovava ad essere deputato grazie alle decine di migliaia di voti che gli ignari molfettesi gli hanno 'regalato'. A queste mie parole Amoruso si è dapprima adombrato per poi sbottare: “La differenza fra me ed il senatore (presumo si tratti di Azzollini) è che a Bisceglie ho scelto i medici migliori e non quelli amici, mentre lui a Molfetta ha scelto gli amici e non i migliori!”. Si spiega solo così? “No. Anche se la gravità di queste affermazioni appare evidente, non è sufficiente a spiegare il declino dell'ospedale. Vi sono altre concause che hanno prodotto la grave situazione che è davanti agli occhi di tutti: innanzi tutto lo scarso investimento sulle risorse umane mediche e paramediche. Nell'ospedale ci sono anche ottimi professionisti abbandonati a se stessi o peggio in balia di gente che vivacchia grazie alle coperture politiche. Inoltre, la pressoché totale mancanza di collegamento con il mondo della ricerca e con la Facoltà Universitaria di medicina, l'eccessiva e dannosa ingerenza dei partiti di centro-destra che arrivano ad occupare impropriamente anche gli spazi di gestione amministrativa e medica. Sono tutte questioni riconducibili a una precisa responsabilità del Governo Regionale che da ben 7 anni è nelle mani del Centro Destra. Uno sfascio di questo genere equivale ad un grave fallimento delle politiche sanitarie della destra di cui i cittadini elettori dovranno tener conto nelle prossime elezioni”. Il presidente della Regione, Fitto, ha detto che il 65% dei molfettesi "disertava" l'ospedale di Molfetta. Allora come si spiega la reazione dei molfettesi di fronte alla penalizzazione dell'ospedale della città, la raccolta di firme, la mobilitazione in difesa della sanità pubblica locale? "Fitto in questi mesi ha dimostrato di non conoscere affatto le realtà territoriali da lui governate. Si è fidato dei dati che gli hanno passato ed ha partorito un piano sanitario disastroso. In quel 65% ci sono quei molfettesi benestanti che possono scegliere di farsi curare nei migliori centri senza badare a spese, e ci sono quei molfettesi costretti ad andare in altri ospedali per mancanza di reparti o di servizi adeguati. Come può rivolgersi all'ospedale di Molfetta una persona affetta da tumore polmonare che necessita di una terapia intensiva (che a Molfetta manca) dopo l'intervento di asportazione? Ma a quel 35% di molfettesi che si sono affidati al loro ospedale il presidente Fitto non ha pensato? Si tratta dei soggetti più deboli e più esposti. Spesso sono anziani o indigenti, sono quelli che oggi rischiano di rimanere vittime di una sanità attenta solo alle ragioni economiche e non alla salute. Fitto deve capire che i molfettesi non diserterebbero una struttura ospedaliera attrezzata, con equipe mediche all'altezza, con servizi sanitari qualificati! Le migliaia di firme testimoniano che i molfettesi rivendicano il diritto al loro ospedale ma lo vogliono più qualificato, con attrezzature adeguate, con equipe mediche all'altezza. Cose che il governo di destra degli ultimi 7 anni non hanno saputo o voluto garantire”. L'Ulivo ha più volte accusato il centro-destra nelle persone del sen. Antonio Azzollini e dell'on. Francesco Amoruso di aver favorito l'ospedale biscegliese, abbandonando a se stesso il presidio ospedaliero di Molfetta. Quale ruolo hanno giocato le pressioni politiche nella redazione di questo piano di riordino? “Le pressioni partitiche (non quelle politiche che sono legittime) rappresentano il paradigma, l'asse portante del piano di riordino ospedaliero. Spiego perché: Fitto ha approvato il piano in Giunta Regionale (e non in Consiglio evitando l'opposizione), quindi ha dovuto “accontentare” i 12 assessori regionali per garantirsi una tranquilla approvazione del Piano in una calda mattinata d'agosto quando tutti sono distratti o in vacanza. Basta guardare il risultato: Andria (città dell'assessore all'Agricoltura Nino Marmo - AN) è ospedale d'eccellenza e passa da 287 a 444 posti letto con tutte le specializzazioni d'avanguardia; Canosa (città di 31.500 abitanti, dell'assessore Silvestri - FI) a pochi chilometri da Andria, guadagna un ospedale di riferimento con 174 posti letto per acuti pur avendo indici ben più bassi di Molfetta; Cerignola (città dell'assessore Rocco - AN) raddoppierà i posti letto con un ospedale nuovo di zecca. Bisceglie (città del presidente della commissione regionale Sanità, Silvestris - AN) riceve tutti i reparti chirurgici chiusi a Molfetta e diventa sede di presidio mantenendo anche le Unità operative di Macroarea”. Ritiene possibile un passo indietro da parte della Regione, che restituisca all'ospedale di Molfetta il "mal tolto"? “In consiglio comunale il 22 agosto scorso, Fitto ha dovuto riconoscere alcuni errori e ci ha garantito la permanenza del Pronto Soccorso che inizialmente era stato soppresso. Sulle altre questioni non è apparso disponibile, salvo che non si riesca a dimostrare che i dati su cui poggia il Piano siano errati. Ci sarà a breve un ulteriore incontro alla Regione per tentare di mantenere a Molfetta i reparti chirurgici, in quella sede presenteremo un dossier con le prove che alcuni dati in possesso della regione non sono corretti. Se Fitto non si arrenderà neppure di fronte all'evidenza, saremo costretti ad opporci con un ricorso al Tar”. Il centro-sinistra dice: "La dissennata politica del centro-destra in materia di sanità ha provocato lo sfacelo a cui si assiste oggi". Che avrebbe fatto il centro-sinistra per l'ospedale di Molfetta, se fosse stato alla guida della Regione? “Per prima cosa avremmo avviato un confronto con tutte le categorie coinvolte, cosa che Fitto ritenendosi 'l'unto del Signore' o se preferite 'il depositario della verità' non ha ritenuto di dover fare. Poi avremmo attuato (come peraltro previsto dal Piano Sanitario Regionale del dicembre 1999) la riforma dell'assistenza domiciliare e in Rsa per diminuire il ricorso alle cure ospedaliere da parte degli anziani o dei lungodegenti che oggi occupano inutilmente e con grandi aggravi di costi i letti ospedalieri. Solo alla fine avremmo attuato il riordino ospedaliero con una attenzione alla salute dei cittadini e non alle pressioni o alle clientele dell'assessore di turno. Nel consiglio comunale del 22 agosto abbiamo anche avanzato una proposta concreta e praticabile che raggruppa diversamente le Asl dal momento che Bisceglie farà parte della 6ª Provincia con Trani, Barletta ed Andria e che per tale ragione non possono comprendere nella Asl città di provincia diversa. Mentre Molfetta con Terlizzi, Giovinazzo e Ruvo potrebbe costituire una Asl che raggrupperebbe le città del nord della provincia barese in cui Molfetta diventerebbe sede di presidio mantenendo e rafforzando i propri reparti a servizio di un'area vasta”. Massimiliano Piscitelli
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