Facciamo scuola, un dossier sulle strutture fatiscenti
Non cadranno a pezzi, ma le strutture scolastiche di Molfetta sono quanto meno fatiscenti. Crepe sui muri e finestre serrate da grate, spesso prive di vetri doppi (nel caso del Liceo delle Scienze Umane sono persino rotte). Bagni non igienici e in pessime condizioni. Continui disagi provocati dalle piogge intense, come infiltrazioni d’acqua pericolose per i cavi elettrici scoperti (es. Liceo delle Scienze Umane). Luoghi poco sicuri per l’attività sportiva a scuola. Questo il dato più preoccupante emerso dal dossier «Facciamo scuola», redatto dal Collettivo Student* Molfettesi in Lotta, cui è necessario aggiungere il fenomeno delle cosiddette “classi pollaio”, la concentrazione di quasi 30 alunni per classe provocata delle ultime riforme scolastiche. In questo modo si viola, però, il Decreto del Ministero degli Interni del 26 agosto 1992 «Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica» che prevede non più di 26 persone per aula. Quali sono i provvedimenti tecnico-amministrativi che il Comune di Molfetta intende programmare per sanare le precarie condizioni strutturali dei plessi scolastici locali? Altre sono le carenze del sistema scolastico della città di Molfetta, a partire dai trasporti urbani ed extraurbani. Tra i 6 scuolabus utilizzati dagli alunni delle Scuole dell’Infanzia e delle Scuola Primarie (88 le utenze), tre sono di proprietà comunale, ma solo uno è gestito dal Comune: si tratta di una «mediocre » Iveco, immatricolata nel 1999, con una spesa annua di quasi 47mila euro, come riportato nel Piano comunale di interventi per il diritto allo studio. Invece, le altre due Iveco, immatricolate nel 1997-98, sono gestite da privati, appalto che costa al Comune oltre 55mila euro cadauno, con un guadagno di quasi 10mila euro per il privato. «Normale » lo stato d’uso dei mezzi privati. Quando il Comune di Molfetta programmerà l’acquisto di nuovi e più sicuri mezzi? Saranno stati tagliati di quasi 7milioni di euro le erogazioni statali, ma il pessimo stato d’uso non è emerso quest’anno: sarebbe stato necessario varare questo intervento negli anni passati, ma forse quei fondi sono stati investiti in altre “operazioni” comunali. «Riteniamo eccessiva la differenza tra i fondi destinati al veicolo gestito direttamente dal Comune e quelli in appalto a privati - il commento del Collettivo -. Ci pare che la gestione privata abbia un profitto sin troppo alto e tale denaro potrebbe essere, invece, investito nell’ampliamento del servizio e nel suo affidamento totale a dipendenti pubblici e nel miglioramento dei mezzi a gestione comunale». Allo stesso modo, il trasporto pubblico locale è «totalmente insufficiente, soprattutto per la corsa mattutina», secondo il Collettivo. Anche in questo caso, i fondi scarseggiano: basti pensare che nel 2010 la MTM ha conseguito un risultato d’esercizio negativo per 36mila euro, poi ripianato lo scorso aprile. Per non parlare dei trasporti con pullman o treno: nonostante le loro tariffe non siano così modiche (dai 45 euro mensili per Bari ai 92 euro mensili per Foggia), le loro condizioni non sono ottimali, poche sono le corse e i mezzi troppo affollati e quindi non sicuri. Inaccettabile, per il Collettivo, «la totale assenza di sovvenzionamenti regionali specifici per gli abbonamenti mensili e settimanali degli studenti universitari», che propone nel dossier una maggiore accessibilità, a prescindere dalle condizioni economiche di ognuno. Esigui i fondi stanziati dal Comune per le borse di studio e i buoni libro, non rispettando la Legge n.448/98 «Misure di Finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo» e la Legge n. 62/00 «Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione». Infatti, il Comune dovrebbe garantire la totale o parziale gratuità dei libri di testo per gli studenti in possesso di requisiti e distribuire adeguatamente le borse di studio pervenute dalla Regione Puglia (in graduale diminuzione per i tagli generalizzati di spesa). Tutto questo, corroborato dalle tasse scolastiche consistenti, strozza le fasce economicamente più svantaggiate, privandole proprio del diritto allo studio. Un altro grave problema è l’insufficienza di luoghi per le assemblee d’istituto: ad esempio, all’Istituto Tecnico Commerciale o al Liceo Classico gli studenti sono costretti a riunirsi nella palestra o nei palazzetti di proprietà privata, luoghi che luoghi spesso sono ai limiti di norme in campo di sicurezza (come l’Auditorium del Liceo Scientifico, caratterizzato da un teatro non integro e da sedie instabili e guaste). Insufficienti anche gli spazi finalizzati allo studio di sale lettura, di biblioteche con cataloghi chiari e precisi e spazi utili agli incontri tra gli studenti negli orari pomeridiani (il Collettivo segnala l’esiguo orario pomeridiano della Biblioteca comunale, aperta dalle 15.15 alle 17.45). Con lo scopo di contribuire alla formazione attiva e critica dello studente, il Collettivo chiede anche una sua maggiore collaborazione col docente, mediante la partecipazione alla stesura dei programmi scolastici. Il Collettivo, dunque, spera in una democrazia più attiva e più partecipata da parte degli studenti e docenti della città di Molfetta, anche per la redazione dei programmi scolastici, con una maggiore consapevolezza dell’attuale situazione scolastica. Si chiede, soprattutto, un maggior sostegno economico da parte del Comune e agli studenti il coraggio di scendere in campo per chiedere che si rispetti nel migliore dei modi il proprio diritto allo studio.
Autore: Isabella Cipriani