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Expogate, Molfetta chiama Milano: un successo. Ottimo risultato sul piano dei costi/benefici
26 ottobre 2015

MOLFETTA - Finalmente soldi pubblici spesi bene. Ci riferiamo all’investimento della giornata Molfetta chiama Milano, che ha creato sinergie importanti fra la nostra città e la capitale economica italiana.

Ne è venuta fuori una giornata di festa, di partecipazione e di business che ha coinvolto oltre agli amministratori (gli assessori Amato, Gadaleta, Germinario, Lucivero, Mongelli, Spadavecchia), anche gli operatori turistici, gli imprenditori della zona industriale e, organizzate autonomamente dalle direzioni didattiche, anche alcune scuole dirette all’Expo, che hanno ci hanno tenuto a presentare i loro progetti anche all'Expogate, lo stand di Molfetta con i suoi prodotti di eccellenza e i suoi cuochi di valore.

Ecco l’eccellenza come rilancio dell’immagine è stata utile a far dimenticare la Molfetta del passato compromessa per scandali e arresti. A Expogate si sono dati appuntamento i molfettesi  di eccellenza che vivono e lavorano a Milano dall’ex presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, agli artisti Gaetano Grillo, Ignazio Gadaleta e Natale Addamiano, dalla stilista Bianca Gervasio al musicista Joe Valeriano fino agli chef Fabio Pisani e Felice Lobasso. Accanto a loro tanti altri molfettesi giovani meno giovani che onorano il nome della nostra città nel capoluogo lombardo. L’orgoglio della città, dopo la vergogna del passato. E anche l’associazione dei pugliesi nel mondo con Francesco Lenoci ha voluto rendere omaggio all’iniziativa del sindaco di Molfetta e dell’associazione degli imprenditori molfettesi di molfettaexport.com con i suoi dirigenti Loredana Lezoche e Gaetano Armenio, il Gac Terre di mare con Angelo Farinola, l’Associazione cuochi baresi con Giacomo Giancaspro e Franco Lanza che hanno partecipato con i loro colleghi milanesi alla preparazione di piatti e delizie tipiche molfettesi (a proposito di Delizie, c’erano anche gli straordinari taralli di Enzo Gallo), Mumart con Nicola Pertuso, il gruppo folk Fabulanova e la banda di bassa musica. Immancabile e instancabile Roberto Pansini di I love Molfetta a promuovere la città a tutto spiano.

E tutto questo per la modica spesa di 10mila euro. Sinceramente pensavamo che la spesa fosse stata più elevata, conoscendo quanto costano le iniziative promozionali (non parliamo solo di quelle onerose della Regione Puglia), ma anche quelle della Bit del turismo e altre simili. L’amministrazione comunale di centrosinistra di Paola Natalicchio, finalmente ha realizzato un veicolo promozionale sia sul piano turistico, sia su quello produttivo e commerciale, sia su quello della gastronomia.
Il padiglione messo a disposizione dal Comune di Milano, grazie alla partecipazione dell’assessore terlizzese Cristina Tajani, era sempre stracolmo, come si vede dalle foto che circolano su Facebook, dalle quali traspare anche l’entusiasmo dei partecipanti, l’ottimismo degli imprenditori che è già un veicolo di possibili aperture di nuovi mercati.

Ma ci sono sempre i soliti disfattisti, i nullafacenti politici intenti sempre a demolire e mai a costruire, godendo quando le cose vanno male per invidia o altro. Guarda caso si tratta di coloro che negli anni della loro gestione amministrativa, non hanno saputo fare meglio che far degenerare lentamente l’immagine di una città, che non meritava una classe dirigente di basso livello, per le sue tradizioni non solo amministrative, ma anche culturali. Ma quando si è il nulla, quando non si hanno idee, l’unica cosa che rimane è la critica distruttiva sulle positività di altri. Sono personaggi che non riescono nemmeno a mettersi d’accordo su un’opposizione decente, su una stessa idea politica (scappano tutti dalla barca della destra che affonda e chiedono una scialuppa al nocchiero del centrosinistra Emiliano), attraverso uccellacci spelacchiati e imbecilli (a Molfetta si vendono a peso) mercenari e servi in cambio di un piatto di lenticchie (magari preparato da uno degli eccellenti chef locali).
C’è anche chi inciampa nel difetto di informazione (ma con tanti “giornalisti” improvvisati in giro, non c’è da meravigliarsi) e urla di bambini affamati trascinati controvoglia ad Expogate in cambio di una merendina che non ci sarebbe stata. Sarebbe bastato sentire gli insegnanti, leggere i programmi, vedere i tempi a disposizione per chi era lì soprattutto per andare all’Expo, per capire che si stava prendendo una grossa cantonata. Nessuno ha detto che la trasferta degli scolari e degli studenti era stata organizzata dalle scuole e non dal Comune. Perciò, se qualcosa non ha funzionato (e a sentire gli insegnanti, tutto è andato bene) la colpa sarebbe al massimo della scuola. Ci siamo informati e abbiamo appreso che il Comune aveva organizzato una colazione con ortaggi freschi, pane e marmellata di qualità, ma di questa hanno potuto usufruire solo in pochi perché gli insegnati avevano tempi contingentati e hanno trasferito subito i bambini alla visita dell’Expo.
Proprio qualche giorno fa sul nostro profilo Facebook avevamo “postato” (come si dice ora con un brutto neologismo da social network) una nota di due valenti colleghi giornalisti Ferruccio de Bortoli e Mario Calabresi che criticavano questa informazione improvvisata dei social network e facevano la differenza con il giornalismo dei perché, della selezione dei fatti, dell’informazione preceduta dalla verifica delle notizie. Insomma, tutto il contrario di quello che si legge in giro.

Ecco perché Molfetta chiama Milano è stata un’esperienza diversa, fatta non solo di entusiasmo, ma di fatti concreti, di un ponte fra il Sud e il Nord, fatto da gente che non si piange addosso per il solito gap meridionale, ma che si rimbocca le maniche e cerca di unire l’Italia all’insegna dell’eccellenza e dello sviluppo di un business virtuoso, fatto di conoscenza, ma anche di valori condivisi.

E questo fa del marketing territoriale non un vuoto slogan come era in passato, affidato a qualche assessore improvvisato senza delega e senza idee, ma uno strumento di promozione del brand e del prodotto Molfetta che apre nuove prospettive economiche e di lavoro per i nostri cittadini, con appena 10mila euro di investimento. Un risultato da record sul piano costi/benefici, direbbe un economista.

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