25/05/2014, giorno delle Elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo e, per alcuni Comuni – capoluogo e non – e due Regioni italiane, per eleggere Sindaci e Governatori. Un appuntamento elettorale come tanti altri, apparentemente. Nelle settimane precedenti, con toni sempre più pressanti, con esortazioni via-via più stringenti, con l’uso di metafore sempre più rozze, a volte anche grevi e volgari – al limite dell’offesa personale, quasi tutti coloro che arringavano le folle, per convincerle che la propria ideologia era la migliore, i propri Candidati erano quelli da preferire, dipingendo, di conseguenza, il/i Candidato/i dello schieramento antagonista come dei poco di buono, (abbiamo sentito epiteti come ebetino!, galeotto, assassino!, evocazione di perverse figure storiche come Hitler, Stalin, Pol-pot, ecc.; si è evocato il fior fiore di personaggi della storia passata che, questa storia, l’hanno tracciata con il sangue, le stragi, le guerre, le distruzioni, i genocidi), gente alla quale bisognerebbe addirittura negare il saluto, assimilandola a tali figure storiche o, addirittura scimmiottandone il perverso carisma.
Finalmente! La consultazione c’è stata. I risultati ci sono tutti e certificati. Gli schieramenti politici dai quali ci si aspettava determinate performances, peraltro abbondantemente previste!? da sondaggi demoscopici commissionati dalle Segreterie dei vari Partiti, sono stati un po’… diversi dalle aspettative dei leader di tali Partiti e da quanto pronosticavano i detti sondaggi.
Per riepilogare brevemente i risultati, ricorreremo ad alcuni ossimori che caratterizzano sempre l’analisi dei risultati elettorali, specie quando questi sono avversi a chi li subisce e li commenta.
Il Partito Democratico ha “non perso” (come alle Politiche): ha vinto decisamente e con percentuali davvero impensabili un anno fa, alle elezioni politiche, dove, appunto ha “non perso” (ma, non ha vinto). Questo risultato, che taluni ritenevano eclatante, ma episodico, ha trovato conferma netta ed inequivocabile dopo i risultati, arrivati con qualche ora di ritardo, relativi alle consultazioni Regionali e Comunali. Ha fatto, come si dice l’en plein, sbaragliando tutti.
Il neo-Movimento Cinque Stelle che alle passate politiche, circa un anno or sono, aveva “non vinto” (ma, nemmeno perso) con numeri assolutamente inaspettati e pareva dovesse ripetere l’exploit, ha invece subito una brusca, imprevista, traumatica battuta d’arresto. Questo, malgrado la sicumera baldanzosa, l’arroganza quasi insolente del già vincitore (il suo sanguigno leader, ex comico), ancor prima che le urne fossero aperte. Quindi, ha perso ed anche di brutto!
Il neo/ex partito Forza Italia (fino a qualche mese fa, era Popolo delle Libertà) diventato poi tale con un semplice schiocco di dita del suo leader indiscusso Berlusconi (ex Premier, ex Cavaliere del Lavoro, ex Senatore della Repubblica, pregiudicato per reati gravissimi contro lo Stato – sta scontando la condanna residua somministratagli dalla Corte di Cassazione, ai Servizi di Utilità sociale – ancora indagato e sotto processo in diversi procedimenti per reati comuni anche molto gravi) è praticamente sparito dalla scena politica nazionale. Le urne hanno consegnato alla Storia un responso nettissimo: la Destra italiana, così come l’aveva confezionata o, se preferite, adulterata il Berlusconismo, non esiste praticamente più!
In questi ultimi due giorni ormai, abbiamo ascoltato le più diverse analisi, dei risultati del voto, fatte da Politologi, Sociologi, Psicologi, Giornalisti. Tutte le opinioni - anche se alcuni opinionisti, come di solito accade all’indomani dello spoglio dei risultati di voto, parlano di risultati (negativi, ovviamente) pur… non favorevoli, ma (udite) meno sfavorevoli di quanto ci si aspettasse! – certificano il successo senza precedenti del PD e del suo attuale leader Matteo Renzi, Primo Ministro della Repubblica. Se qualcuno, in estasi onirica, pure fino a sabato 24 avesse pronosticato quantitativamente il risultato scaturito dalle Urne, sarebbe stato additato come un visionario! Mai, nella Storia repubblicana, la SINISTRA aveva raccolto una tale messe di consensi.
Anzi, stando alle premesse della vigilia, un risultato così vistosamente abbondante sarebbe stato quasi naturale se, a conseguirlo fosse stato il Movimento Cinque Stelle, tanto il suo leader ed i Parlamentari medesimi, con un battage ossessivo, a volte brutale e, perché no, volgare, sembravano aver condizionato l’Opinione pubblica. Era quasi una professione di fede di questi Signori, tanto erano certi della vittoria finale. Avevano metaforicamente quasi già eretto i palchi dei Tribunali (chissà se avevano già nominato anche il Collegio giudicante) per “processare il Presidente Napolitano, il Premier Renzi, alcuni Politici, alcuni Giornalisti (la maggior parte, italiani e stranieri), alcuni Imprenditori, certamente anche alcuni comuni Cittadini!”.
E invece no!
Anche questa è una novità degna di nota. Noi Italiani siamo tendenzialmente orientati verso l’attribuzione della responsabilità della situazione civile che viviamo, non sempre ad alcuni nostri comportamenti (siamo molto poco attenti alle leggi; non amiamo moltissimo il comportamento civile che limita il nostro diritto al confine di quello del prossimo; siamo fantasiosi, sinceri così così, ma anche scaltri e crediamo, a torto, che queste siano doti assolute) ma che tutte le nostre miserie siano solo conseguenza della non particolare qualità della classe politica. Non che questo punto di vista sia completamente sbagliato: la politica, alcuni dei suoi attuali e passati rappresentanti, i loro comportamenti, giustificano in larga parte il comune sentire. Di conseguenza siamo sempre in attesa del deus ex machina che ci risollevi dalle nostre miserie. Abbiamo un’innata passione per l’UOMO FORTE, colui che… spezza le reni. L’uomo con la filosofia del… ’ghe pensi mi!, di colui che avrebbe trovato la cura per il cancro! Colui che avrebbe abbassato le tasse per tutti e dato un alloggio a tutti. Ultimamente, di colui che avrebbe distrutto (attenzione, non rottamato - parola orrenda, quando usata per l’Uomo) tutto il Sistema, che avrebbe eliminato tutto! Colui che, come detto, avrebbe addirittura giustiziato – si spera metaforicamente – i responsabili della situazione drammatica che viviamo: un novello Robespierre. Parole forti, immagini nette e terribili; dette nel contesto socio politico economico che la crisi, ancora persistente nel nostro Paese, gli scandali che coinvolgono quasi tutta la Società civile, le ingiustizie che si sono accumulate in anni ed anni di lassismo, di mancanza di valori, trovano facile presa sul Cittadino stremato, arrabbiato, conscio del fatto che la CRISI, che altri hanno provocato, la stanno pagando con il proprio sangue.
Un giovane Uomo politico, un po’ spaccone, un po’ fuori dalle righe, diverso dai suoi predecessori, un po’ spregiudicato: meno di sei mesi fa vince le primarie del PD; poi, con un atto dai più giudicato al limite della correttezza istituzionale, quasi un colpo di stato, da Segretario eletto del Partito di maggioranza relativa, toglie la fiducia al Governo – a guida PD – in carica, si fa nominare Primo ministro ed impone un’impronta diversa, nuova, inedita ai rituali della politica standard. Fa promesse, alcune azzardate, minaccia, blandisce. Smuove, con metodi fuori dagli standard correnti della politica stantia, la “melassa” nella quale le Istituzioni sguazzavano con inconcludenza. Fa del male perfino ad alcuni Esponenti del proprio Partito, emarginandoli. E’ poco propenso ad inseguire chi, magari anche con una certa malizia, corre avanti, sicuro del fatto che il timore di rompere delicati equilibri, gli conceda un’immunità mal meritata; e con questo, in nome di finalità recondite, condiziona il cammino della POLITICA che deve salvaguardare la Comunità e non le bizze, a volte, dei singoli.
Mantiene una promessa importante: eroga la famosa elemosina (è stata definita così dal sig, Grillo, ex comico e milionario) degli 80,00 €. Fa insomma tutto il contrario di quanto siamo ormai abituati a vedere e subire nel panorama politico nazionale. Lavora più di sciabola che di fioretto! Mette, con ferma determinazione, da parte la nomenclatura incrostata del Partito, poco badando alle incrostazioni degli altri Partiti, coalizzati o non. Si circonda di giovani ed anche meno giovani, ma motivati dalle sue stesse priorità. Poi, circa tre mesi dopo la “presa del potere” che succede? Vince le elezioni europee e fa vincere il PD, il proprio Partito, in tutta la Nazione, sbaragliando la Destra populista, rappresentata da Forza Italia, ed umilia pesantemente il nuovo Movimento, il suo leader che, solo pochi mesi prima, con un’azione veramente inusuale, al limite del maleducato, non solo istituzionalmente parlando, lo aveva lui, messo alle strette: non lo aveva neanche lasciato parlare.
Poi che fa? In conferenza stampa, dichiara che la vittoria non serve se ad essa non fa seguito la serie di azioni che tale vittoria hanno propiziato. Dice che il cammino intrapreso, il cui gradimento sembra positivo, dati i risultati, deve essere addirittura accelerato! Quindi descrive con semplicità potente, gli obiettivi che si prefigge di raggiungere ed il cui solo annuncio, gli hanno probabilmente aperto la strada della strepitosa vittoria elettorale conseguita.
Una scossa! Uno shock! Un’altra Italia? Non lo sappiamo. Sappiamo solo che una volta tanto, nella storia del nostro Paese, forse è anche un po’ cambiata l’indole dell’Italiano. Forse Renzi, Renzie (uno dei tanti epiteti affibbiatogli dal sig. Grillo, era lo spacconcello di “Happy days”) il giovane politico alla D’Artagnan ce la farà a riportare l’Italia e gli Italiani sui binari della dignità nazionale che, anni di comportamenti aberranti, hanno compromesso a livello internazionale, oltre che nazionale.
Ci riuscirà? Certamente con l’aiuto di tutti noi Italiani, con la modifica sostanziale di alcuni fondamentali anche da parte nostra, nella percezione della cosa pubblica, possiamo forse guardare al futuro con animo più leggero. Dobbiamo provarci, ora e subito! Lo dobbiamo a tanti nostri Concittadini che soffrono, come e più di noi, per lo stato delle Istituzioni che si riflette sulla vita di tutti. Lo dobbiamo a tutti e soprattutto ai giovani.
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Autore: Tommaso Gaudio