MOLFETTA – Il cardinale Angelo Amato sarà questa sera ancora una volta nella sua Molfetta per incoronare la Madonna dei Martiri, patrona della città, nella omonima Basilica.
Il porporato celebrerà la Santa Messa, durante la quale le sorelle Teresa, suor Francesca e Antonia Spagnoletta (nelle foto), che, negli anni giovanili, hanno frequentato la casa di mons. Amato, gli doneranno un suo ritratto eseguito dall’artista molfettese Maestro Natale Addamiano (nella foto, in anteprima, esclusiva di “Quindici”).
Ma qual è la storia delle sorelle Spagnoletta? Ve la raccontiamo, riprendendo l’articolo del nostro Domenico Sarrocco pubblicato sul numero di “Quindici” di dicembre 2010.
Il Cardinale Amato e le quattro sorelle Spagnoletta
Sembra una storia di altri tempi o un romanzo per ragazzi la storia e il rapporto che il Cardinale Angelo Amato ha mantenuto con quattro sorelle di Molfetta fin dalla tenera età. Le ‘protagoniste’ sono Teresa 80 anni, Anastasia, Antonia 66 e Giovanna Spagnoletta 60. Cosa lega queste quattro donne al Cardinale Amato? La madre del religioso, Elena Del Vecchio in Amato, era una bravissima sarta e com’era usanza una volta insegnava cucito, proprio come in una scuola, alle giovani ragazze del paese.
«Avevo meno di 12 anni quando entrai in casa Amato per imparare a cucire – inizia Teresa, la maggiore delle sorelle, ora soprano del coro “Luigi Capotorti” di Molfetta –. All’epoca il piccolo Angelo aveva 4-5 anni e, come consuetudine delle giovani che frequentavano una casa, mi era stato affi dato il compito di portarlo all’asilo, quello delle suore salesiane alcantarine, e di riportarlo a casa». Oltre ad accudire il bambino, seguendo il suo sviluppo fino a quando non iniziò la scuola elementare Alessandro Manzoni della cittadina, Teresa partecipò anche alla vita di casa Amato ed ebbe modo di conoscere caratterialmente l’attuale Cardinale fin da piccolo.
«Era un bambino vivace – riprende – gli piaceva fare piccoli dispetti come nasconderci i ferri ma non era cattivo. Lo faceva per giocare e posso dire che fino ai 10 anni, quando poi non frequentai più la casa, vedevo crescere un bambino sano, intelligente e molto curioso».
Il caso volle che a subentrare a Teresa in casa Amato fosse proprio la sorella minore Antonia, a 12 anni, quando Angelo ne aveva qualcuno di più. Ovviamente il rapporto che si instaurò tra i due fu di natura diversa considerando l’avvicinarsi dell’adolescenza.
«Col tempo diventammo veri amici e ci trattava come sorelle vere e proprie. Era buono, premuroso – precisa Antonia, oggi sposata con Cosmo De Bari, anche lui di Molfetta e residente negli Usa – e ci ha sempre aiutato anche dal punto di vista etico nell’affrontare la vita. Lui aveva un comportamento da fratello maggiore nei miei confronti e già verso i 16 anni iniziò a pensare al seminario. Per l’età che aveva era molto maturo ed assennato e ricordo che frequentava regolarmente gli allievi di Don Bosco presso la Chiesa di San Giuseppe, qui a Molfetta.
Dovendo entrare in seminario a Catania – confida sorridendo – fui proprio io ‘la prescelta’ per confezionargli il corredo: un sottano lungo nero, camicie bianche, il colletto dell’abito da seminarista. Ogni singola asola del suo corredo fu fatta da me».
Il tempo li divise poco dopo e anche la distanza, dato che Antonia seguì nel suo viaggio di vita Cosmo che stava nel New Jersey, ad un passo dal distretto di New York, ad Oboken dove la famiglia De Bari si era trasferita nel ’56. Laureatosi in Economia alla Pace University di New York e una volta divenuto commercialista, Cosmo tornò in Italia nel ’62 e conobbe Antonia. I due si innamorarono convolando a nozze nel ’65 e decidendo insieme di vivere a New York City. Tutto ciò senza perdere mai di vista il loro caro amico.
«Ci siamo sempre sentiti per corrispondenza – precisa Antonia – non solo per le occasioni formali come scambiarci dei semplici auguri. Ci rivedemmo nel 2000 a Roma poiché nel frattempo era diventato confessore delle Salesiane dei Sacri Cuori e quindi delle mie due sorelle diventate suore: Anastasia, ovvero suor Armida che ci ha lasciato tempo fa e Giovanna, ora suor Francesca».
A questo punto interviene Teresa: «Anche io lo incontrai a Roma, era il 2002 nel periodo poco dopo la festa delle Palme. Non lo avevo più rivisto da allora ma lui con semplicità mi disse “Per me non è cambiato nulla”. Con uno sguardo docile e calmo rispose “Sì” quando gli domandai se lo potevo chiamare ancora ‘Lillino’, come una volta.
“Per te sarò sempre Lillino” aggiunse, come se davvero il tempo non fosse mai passato mai e la sua presenza sempre con noi».
Il Cardinale durante l’incontro dopo la cerimonia di nomina nella Basilica di S. Pietro, ha promesso che verrà a Molfetta, quando non si può sapere perché «si vedeva che era diverso – termina Antonia – ha sempre viaggiato per il mondo in cerca di qualcosa nelle sue numerose tappe attraverso i vari continenti. Forse era predestinato e pian piano si sta “calmando”, Papa permettendo».
Domenico Sarrocco
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