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ESCLUSIVA - Salvi due molfettesi che erano a bordo della nave attaccata in Nigeria Si tratta di Nicola Spadavecchia e Cosimo Altamura
01 maggio 2007

NIGERIA - In salvo i due molfettesi che lavoravano a bordo della piattaforma mobile Oloibiri (nella foto ottenuta in esclusiva da Quindici on line), attaccata questa mattina dai guerriglieri del Movimento per l'indipendenza del Delta del Niger (Mend), al largo dello Stato di Bayelsa, nel sud della Nigeria. Si tratta di Nicola Spadavecchia, capoelettricista, 50 anni, e di Cosimo Altamura. La figlia di Nicola Spadavecchia, Margherita, 25 anni, racconta a Quindici on line l'accaduto, appreso in diretta dal padre: “Mio padre, verso le ore 8.30 di stamani ha chiamato concitato mia madre. Alle cinque lui era già sveglio, al lavoro con dei colleghi al bilanciamento di un generatore che dava problemi da un po' di tempo. La maggior parte degli altri dormivano ancora. All'improvviso hanno avuto la sensazione che qualcosa non andasse. Poi è scatato l'allarme. L'Oloibiri era stata assalita da un gruppo di guerriglieri armati, che si sono avvicinati con delle loro imbarcazioni. Mio padre ha cercato di nascondersi, scendendo verso l'interno della'imbarcazione, capendo subito quali avrebbero potuto essere le conseguenze di questo assalto”. Margherita continua il suo racconto: “Mio padre ci ha chiesto di avvertire i suoi colleghi qui in licenza, loro avrebbero saputo a chi rivolgersi per dare l'allarme. Ha detto, comunque, di far chiamare Londra, dove c'è la sede staccata della Chevron, la multinazionale petrolifera statunitense per cui lavoravano, proprietaria della piattaforma petrolifera mobile. Si sono mobilitati, quelli della compagnia, la Farnesina” . Le famiglie hanno poi ricevuto una chiamata anche dalla stessa compagnia che li ha rassicurati e confermato che i loro congiunti erano in salvo. Al momento la situazione è un po' confusa, la famiglia Spadavecchia è in attesa di avere ulteriori notizie, da Nicola sanno solo che è in attesa di un elicottero che lo porti in un luogo definitivamente sicuro. Spadavecchia era sulla Oloibiri dallo scorso 5 aprile. Sua figlia Margherita continua il racconto: “Non era particolarmente preoccupato. Ultimamente c'erano state delle tensioni per le elezioni in Nigeria, ma la situazione era sotto controllo fino a ieri sera, non temevano attacchi. E comunque credo ci fossero delle guardie a bordo”. La famiglia non riesce ancora a scrollarsi di dosso la tensione: “Quando le cose ti capitano così, da un momento all'altro – conclude Margherita con il tremito nella voce - ti rendi conto in che razza di mondo viviamo. Che giustizia c'è nel fatto che per guadagnare onestamente un padre di famiglia deve andare così lontano e rischiare la sua vita?”. Ricordiamo che nell'arrembaggio è stato ucciso un uomo della marina nazionale nigeriana, catturati quattro italiani, un americano e, secondo fonti dell'industria petrolifera, anche un croato. Dall'inizio del 2006, la regione del delta del Niger è teatro di attacchi e sequestri contro le multinazionali attive nella regione, rivendicati da gruppi armati che chiedono un'equa distribuzione delle ricchezze petrolifere della zona. Alla fine del 2006 sono stati oltre 150 i dipendenti stranieri rapiti, dall'inizio del 2007 sono circa 70. I sequestri si concludono generalmente con il pagamento di un riscatto.
Autore: Lella Salvemini
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