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ESCLUSIVA. Referendum, il sen. Azzollini a “Quindici”: non andrò a votare. E attacca Vendola
07 giugno 2005

MOLFETTA – 7.6.2005 “Al referendum del prossimo 12 e 13 giugno io non andrò a votare”. E' netto il giudizio del senatore di Forza Italia, Antonio Azzollini (nella foto) che, nell'ampia intervista in esclusiva che ha rilasciato a “Quindici” (in cui traccia un bilancio del centrodestra a Molfetta dopo le elezioni regionali ed indica la prospettiva per le amministrative del prossimo anno) e che sarà pubblicata sul numero della nostra rivista di giugno, in edicola la prossima settimana, ha spiegato le ragioni del suo astensionismo: “Credo che un tema di così grande delicatezza e rilevanza debba essere affrontato e meditato sempre nelle aule parlamentari che rappresentano il luogo deputato dall'ordinamento istituzionale per disciplinare materie così complesse. Non si possono affrontare questi argomenti con l'accetta di un sì e di un no tracciati su una scheda elettorale. E credo che tutti gli uomini politici debbano rispondere ai propri elettori dichiarando pubblicamente quali saranno le loro scelte. Per questo, nonostante non sia una scelta facile, anche Berlusconi, che come Presidente del Consiglio, al pari del Presidente della Repubblica, è garante dell'unità nazionale, presto renderà pubblica la sua scelta (per altro già esplicitata più volte in contesti privati) di non andare a votare”. Ma Azzollini non rinuncia, su questo punto, ad una velenosa stilettata nei confronti del neo-eletto presidente della Regione: “La cosa che mi dà fastidio è l'ipocrisia di questo Vendola il cui comportamento è davvero ignominioso visto che da un lato dice di essere un cattolico praticante (addirittura erede di don Tonino!) ma poi, mentre prende l'eucarestia dal Cardinale Ruini, ben attento a farsi immortalare da fotografi e telecamere, al recente congresso della Cei a Bari, dice che andrà a votare 4 sì 'con il disagio del cattolico', ed ha anche avuto il coraggio di dire che farà così 'perché questa è la scelta della sinistra e del mio partito'. Vergogna! Io ero al suo fianco quando lui faceva scelte scomode e l'ho anche difeso dagli attacchi di chi voleva sindacare sulla sua sfera privata, ma queste sue dichiarazioni sono state di una ipocrisia tale da indignarmi profondamente”. Per il resto dell'intervista, in cui dice anche cosa pensa del sindaco Tommaso Minervini e della sua eventuale ricandidatura, rimandiamo al numero di “Quindici” di giugno, in edicola alla fine della prossima settimana. Giulio Calvani
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