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Ennesima bufera giudiziaria a Molfetta: nel mirino la gestione della piscina da parte del Coni
18 novembre 2005

MOLFETTA – 18.11.2005 Ogni giorno ha la sua pena e, a Molfetta, ormai, ogni giorno ha il suo scandalo giudiziario. E così, dopo l'arresto delle scorse settimane del Presidente della Multiservizi, Michele Palmiotti (poi tornato in libertà) e l'inchiesta che coinvolge l'ex assessore Pino Amato (anche lui, come Palmiotti, di Forza Italia), oggi la città si è svegliata con la notizia di un'altra bufera giudiziaria che questa volta interessa la piscina comunale. La Procura di Trani, infatti, starebbe indagando su presunte irregolarità relative alla gestione del complesso natatorio di Molfetta, affidato, tra mille polemiche, nel 2002, in gestione dal Comune al Coni di Bari, ed avrebbe inviato sette avvisi di garanzia per ipotesi di reato che vanno dal falso alla truffa. Tra i destinatari dei provvedimenti della magistratura vi sono nomi eccellenti come quelli del presidente regionale del Coni, Elio Sannicandro, e dell'ex portiere del “settebello” (come veniva chiamata la nazionale di pallanuoto che ha vinto tutto), Francesco Attolico, direttore tecnico della struttura. Ma nel mirino della magistratura ci sarebbero anche il fratello del campione olimpionico, Giancarlo Attolico, responsabile della piscina, oltre che i coordinatori della locale squadra di pallanuoto, Igor Zonno e Marina Aurecchio, ed i consulenti amministrativi e per il marketing, Giacomo Anibaldi e Mario Adda. Le ipotesi di reato contestate ai sette, per fatti che risalirebbero al 2002 ed al 2003, sarebbero di falso e truffa, mentre il presidente del Coni, Elio Sannicandro, sarebbe indagato anche per abuso di ufficio. Il pm Antonio Savasta, che sta conducendo le indagini, ipotizza una gestione alquanto poco scrupolosa dell'importante complesso natatorio cittadino, con l'affidamento di presunte “consulenze d'oro” ed assunzioni di personale (istruttori di nuoto e di palestra, addetti agli spogliatoi, addetti di segreteria) ritenute illegittime perché fatte senza nessun concorso, pur essendo il Coni un ente pubblico. Tale gestione avrebbe comportato, per il pm, anche un danno erariale per le casse del Coni. Ora si attendono gli sviluppi e le reazioni da parte dei diretti interessati per questa ennesima bufera giudiziaria in pochi giorni. Giulio Calvani
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