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Enec. Oriente, Occidente e le libertà religiose: il ruolo di Molfetta Convegno domani alle 19 nell'Auditorium Regina Pacis. Interverranno Mons. Nicola Bux, Consultore Congregazione Dottrina e Fede, e Nelida Ancora, Esperta di cooperazione internazionale per lo sviluppo
25 marzo 2008

MOLFETTA - Rispetto delle diversità e valorizzazione delle identità: due concetti necessariamente antitetici? Ad oggi il melting pot globale rappresenta un vantaggio ed un rischio. Vantaggio perché la presenza di tante culture, tradizioni, religioni o sentimenti religiosi, non può che essere un coacervo potenzialmente fecondo, una fonte d'arricchimento. Un rischio perché il confronto, se non è sorretto da tolleranza e buon senso, può facilmente sfociare nello scontro fondamentalistico. L'ENEC (Europe Near East Center) s'impegna da sempre per favorire il dialogo interreligioso e interculturale tra Oriente e Occidente. In quest'ottica ha programmato una conferenza sul tema “Oriente, Occidente e la libertà religiosa: il ruolo di Molfetta”. All'incontro, previsto mercoledì 26 marzo alle 19 presso l'auditorium Regina Pacis (Chiesa della Madonna della Pace), interverranno Mons. Nicola Bux, Consultore della Congregazione della Dottrina e della Fede, e Nelida Ancora, esperta di cooperazione internazionale per lo sviluppo. Moderatore sarà Felice de Sanctis, giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno” e direttore di “Quindici”. Cosa c'entra la piccola Molfetta nella dialettica tra due mondi che predicano spesso l'universalità dei contenuti? La discussione, pur partendo da premesse ovviamente generalistiche, tocca da vicino Molfetta. La posizione geografica della nostra città, come della Puglia intera, ponte tra Occidente e Oriente, luogo di incontro di rotte commerciali e culturali, è strategica in questo senso. Protesa verso territori anche culturalmente orientali, è meta del “pellegrinaggio”, quasi sempre solo andata, di emigranti dell'Est Europa, dell'Africa, di mondi spesso estranei al nostro modo di pensare. Da qui la necessità di comunicare, parlare, spiegarci, conoscerci; da qui l'opportunità di sfruttare le peculiarità religiose per arricchire il nostro retroterra ideologico. Questo ovviamente non significa perdere l'identità sedimentatasi nel corso di secoli, anzi millenni. Restare se stessi aprendosi agli altri: ecco la sfida dei tempi moderni, ecco la pacifica battaglia delle idee, quella condotta con la serenità di chi interpreta il crogiolo come una potenzialità, nella convinzione che il dialogo si può mettere in atto solo con chi crede nell'universalità di alcuni diritti. Ecco il senso della conferenza dell'ENEC, che punta a spiegare il ruolo di Molfetta nella rivoluzione economico-sociale di questi anni (anche Molfetta, nel suo piccolo, è un nodo della nuova rete globale); che soprattutto vuole esprimere la necessità che la cristianità rappresenti il modello culturale e religioso da cui trarre esempio.
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