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Emergenza ambiente: a Molfetta due “bruciatori” di rifiuti, “dono” di Fitto Inceneritori anche a Trani e Bari. La nostra rischia di essere circondata da impianti di combustione
15 dicembre 2004

Il commissario delegato per l'emergenza ambientale in Puglia ha firmato, il 26 novembre scorso, i decreti con cui ha aggiudicato le gare indette il 31 dicembre 2003 per la progettazione, la realizzazione e la gestione pluriennale di numerosi impianti per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Puglia. Alta è stata la tensione in questo anno di attesa: è intervenuta anche la Commissione Ambiente del Senato, promuovendo in settembre le audizioni di numerosi imprenditori, associazioni e amministratori. Gli impianti in questione sono quelli che avrebbero consentito il recupero di energia dai rifiuti, assoluta novità in Puglia tanto attesa da alcuni e tanto contestata da molti altri: termovalorizzatori e impianti per la produzione di combustibile da rifiuto, il cosiddetto Cdr. Tra i 31 progetti presentati, 2 riguardavano Molfetta: si tratta di impianti per la produzione di Cdr che i rispettivi proponenti (gli imprenditori che hanno partecipato alla gara indetta dal commissario delegato), acquisito il parere favorevole del consiglio comunale, avrebbero voluto realizzare nella zona Asi dove, tra l'altro, avevano già ottenuto in pre-assegnazione (o stavano per ottenere) anche i suoli per l'insediamento di due centrali termoelettriche dove bruciare, verosimilmente, il Cdr prodotto. Questa seconda proposta, completamente autonoma e indipendente dalle procedure di gara avviate dalla Regione, sarebbe ancora valida e potrebbe concretizzarsi comunque. Lo scenario che dunque, a questo punto, si andrebbe a delineare per il futuro è davvero sconcertante. Ben 4, a Molfetta e dintorni, sarebbero gli impianti che dalla combustione dei rifiuti produrrebbero energia, e tutti molto vicini tra loro: un termovalorizzatore a Trani (già aggiudicato in via definitiva); un termovalorizzatore a Bari (anch'esso compreso nei recenti impianti approvati da Fitto); due centrali termoelettriche alimentate a combustibili alternativi (Cdr: leggi rifiuti) a Molfetta. In arrivo i ricorsi Annunciati da più parti, i ricorsi non tarderanno a venire. Chiaro, in tal senso, l'intento dell'assessore all'ambiente della Provincia di Bari che ha espresso la disponibilità a percorrere anche vie giuridiziarie, se necessario, “per arrestare l'inutile e dannosa costruzione di impianti dedicati”. Dal canto suo, pure il Comune di Bari intende fare emergere anche nelle opportune sedi giudiziarie il vizio di forma che inficerebbe, a detta del sindaco, l'intero procedimento intrapreso per l'approvazione e la realizzazione del termovalorizzatore nel capoluogo: in particolare, la mancata convocazione del consiglio comunale mai chiamato ad esprimersi nel merito della questione (all'epoca della presentazione dei progetti: primavera 2004), renderebbe nulli i passaggi successivi, ivi compresa l'aggiudicazione formulata in questi ultimi giorni. Stessa sorte toccherebbe al Comune di Trani: qui la delibera del consiglio comunale, con cui si esprimeva il parere favorevole alla localizzazione in agro tranese dell'inceneritore, sarebbe stata annullata da una successiva sentenza del Tar, per vizi nel procedimento. Tant'è. La strada verso la realizzazione dei termovalorizzatori alle porte di casa nostra parrebbe essere ancora lunga e difficile: quel che è certo è che, per adesso, secondo le carte suggellate dall'ok di Fitto, il prossimo regalo riservato alla provincia di Bari sarebbe doppio. Due inceneritori: dono ghiotto ed esclusivo. Sì perché i due termovalorizzatori toccheranno solo e soltanto a questa provincia. Massimiliano Piscitelli massimiliano.piscitelli@quindici-molfetta.it Tiziana Ragno tiziana.ragno@quindici-molfetta.it
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