Elezioni politiche 2013, cinque molfettesi in corsa per il Parlamento
La “remuntada” berlusconiana è già partita. Questo secondo gli ultimi sondaggi politico elettorali, complice anche l’atteggiamento rinunciatario del centrosinistra e un’attenzione mediatica alla figura di Silvio Berlusconi troppo accentuata. Insomma, il cavaliere “solitario” sembra lanciatissimo a rimettere in discussione, per l’ennesima volta, la vittoria già annunciata dei suoi un po’ ingenui avversari. A scanso di equivoci, non tutti i sondaggisti valutano la cavalcata del leader Pdl come inarrestabile. Anzi, da più parti continuano a spuntare distacchi pesanti tra la sua coalizione e quella di Pierluigi Bersani: qualcuno prova ad attutire il colpo del caso Montepaschi sui voti al centrosinistra. Eppure, la tendenza è costante da alcune settimane: la coalizione di centrodestra è in risalita, seppur non travolgente, mentre quella di Bersani continua a perdere voti con regolarità. L’allarme rosso in casa Pd sta per scoccare: se Berlusconi sta richiamando un po’ alla volta tutti i suoi elettori delusi, Bersani, dopo il boom delle primarie, sta lasciando voti per strada. Tra l’altro, la risalita nei sondaggi dell’ex premier del centrodestra è anche confermata dalla sua volontà di “ripulire” le liste, volontà che trova riscontro nel ritiro, più o meno spontaneo, più o meno indotto, di alcuni uomini illustri in casa Pdl. Di sicuro, Berlusconi non si sarebbe mai privato del suo specialissimo club di amici (di tutto sospetto) se non stesse risalendo sul serio. Intanto, Mario Monti, candidato premier con la lista che porta il suo nome, è contro tutti: ha criticato sia il leader del Pdl che il segretario del Pd. Di entrambe le coalizioni, che si confronteranno alle elezioni del 24-25 febbraio, sentenzia: «ho profonda sfiducia nella loro capacità di guidare l’Italia». Insomma, Berlusconi, Bersani e Monti confondono un po’ le acque, cercano di evitare che gli elettori si spostino in gran parte sul Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e Su Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia, che sembrano attizzare un po’ di più un certo elettorato di sinistra, deluso dalla politica filo-montiana del Pd nell’ultimo anno di governo (erodono Rifondazione Comunista, comunque alleata di Rivoluzione Civile, SEL e, soprattutto, Pd, proprio come sta accadendo a Molfetta). Niente di strano sotto la tenda della politica romana: un gioco elementare, affinché la casta degli ultra settantenni, come pure dei camper, succeda a se stessa, senza vedere mai attuato un vero e profondo rinnovamento della classe dirigente. Le speranza di milioni di italiani è vedere sconfitto non solo Berlusconi, ma anche Bersani, Monti e Casini. Il Professore oggi è valutato alla stregua di un’enorme calamità naturale da gran parte degli italiani, è il vero uomo da sconfiggere. Nessuna meraviglia se qualche elettore torni nell’ovile berlusconiano per antipatia ferale nei confronti del senatore. Fini e Casini, ma anche alcuni ex-berlusconiani ed ex-piddini come Ichino, trovano in Monti una sicura ancora di salvezza al naufragio inevitabile dei loro partiti, naufragio che si sta già prefigurando in vista delle elezioni che si terranno fra una dozzina di giorni. In Puglia il centrosinistra sembra partire in vantaggio, visto che gli ultimi sondaggi politico elettorali ISPO lo danno al 33% (11 seggi). Il centrodestra in Puglia si fermerebbe al 29,2% (4 seggi), il centro con Monti al 17% (3 seggi), il Movimento 5 Stelle al 12,9% (2 seggi) e Rivoluzione Civile di Ingroia al 5,6% (nessun seggio in Senato). A Molfetta, invece, l’ex sindaco Antonio Azzollini, dopo aver riassaporato la riconferma alla candidatura di senatore nelle fila del Pdl, ha dovuto subire una stangata inaspettata e insperata. Azzollini pensava che dovesse essere premiata la sua fedeltà al capo e tutti i favori resi al Pdl e, in particolare, alla Lega (non ultime le quote latte e poi ci sono i finanziamenti del porto) come presidente della Commissione Bilancio. Quando sembrava Azzollini fosse riuscito a dare uno schiaffo al suo avversario interno Raffaele Fitto ottenendo il 2° posto in lista, dopo Berlusconi, l’ex ministro é riuscito a capovolgere la lista. Così l’ex sindaco di Molfetta si é visto declassato dal 2° al 5° posto, quindi difficilmente eleggibile. Non si conosce il motivo del declassamento, ma é probabile che abbia inciso il fatto dell’avvicinamento di Azzollini a Montezemolo e, quindi, a Monti. Altri quattro sono i candidati molfettesi alle politiche del prossimo 24-25 febbraio: Piero de Nicolo per il Pd, Tommaso Minervini per SEL e, Francesco Armenio (FLI) per la Lista Monti e, in ultima battuta, il marittimo Corrado Centrone nella lista Amnistia Giustizia e Libertà. «Vinciamo con Bersani per conquistare, subito dopo, il Comune di Molfetta. Si percepisce chiaramente che la città – è la dichiarazione dell’avv. Piero de Nicolo –, i molfettesi sono alla ricerca di un nuovo scenario politico ed amministrativo in grado di essere meno portocentrico e, soprattutto, capace di governare la città coinvolgendo le diverse realtà economiche, produttive e sociali evitando l’autentico “centralismo democratico” di stampo azzolliniano». Chi sembra voler improntare la campagna elettorale all’insegna della “sobrietà” è il Movimento 5 Stelle di Molfetta, che con il fine di non confondere l’elettore, ha deciso di dedicare questo mese di campagna elettorale solo ed esclusivamente alle elezioni politiche, tralasciando le elezioni comunali. Questi i candidati del Movimento 5 Stelle per Molfetta: Antonio de Robertis, Francesca Bisceglie, Francesco Regina, Giacinto Giorgio, Giuseppe Minervini, Ignazio Drago, Mauro Allegretta, Michele Massimo, Sergio Ciannamea. L’impressione degli italiani è che, al di là dei teatrini televisivi, la politica italiana sia a livello nazionale che locale sia davvero poco credibile, visto che molti politici dopo essere stati come “cul et chemise” saltellano da un partito all’altro pur di mantenere la poltrona. In ogni modo, gli uomini politici locali e nazionali dovrebbe sapere che di gonzi che abboccano non se ne trovano sempre.
Autore: Andrea Saverio Teofrasto