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Elezioni area metropolitana Bari: equivoci e confusione. Molfetta rischia di non avere consiglieri
Il 28 settembre sindaci e amministratori dell'area metropolitana, eleggeranno 18 consiglieri. Non ancora completamente chiari i meccanismi del voto. Il Pd punta su Giulio Germinario, Fi su Saverio Tammacco
21 agosto 2014
MOLFETTA
- Più che un salto nel futuro e un addio ai vecchi, inefficaci ed elefantiaci organismi provinciali sembra una gimcana piuttosto sgangherata tra norme ostiche e modalità di voto ancora opache. L'area metropolitana della città di Bari (vedi piantina) sta per prendere il via: il 28 settembre sindaci e consiglieri di 41 Comuni saranno chiamati ad eleggere 18 consiglieri metropolitani. L'organismo verrà presieduto dal
sindaco metropolitano
(cioè dal sindaco del Comune capoluogo, nel nostro caso dal Primo cittadino di Bari
Antonio Decaro
) e verrà affiancato dalla
conferenza metropolitana
composta dal sindaco metropolitano e dai sindaci dei Comuni
della città metropolitana. Il consiglio si prenderà carico dei compiti della vecchia provincia quali: pianificazione territoriale generale, organizzazione dei servizi pubblici di ambito metropolitano, mobilità e viabilità, promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, istituzione di sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione in ambito metropolitano. La Conferenza invece avrà il ruolo di tutelare lo Statuto (il documento che stabilisce le norme fondamentali dell’organizzazione dell’ente) approvando o respingendo proposte di eventuali modifiche. Fin qua quanto previsto dalla legge n.56, approvata lo scorso 7 aprile. Ma man mano ci si avvicina all'appuntamento elettorale, dubbi e incertezze crescono sempre più, a iniziare da quelle legate al voto. Ai fini dell'elezione dei consiglieri, i vari Comuni sono divisi in 9 fasce a seconda della grandezza della città. A ogni città è attribuito un valore percentuale, calcolato sino alla terza cifra decimale, del rapporto fra la popolazione di ciascuna fascia demografica e la popolazione dell'intera città metropolitana o provincia, in modo tale che nessuna fascia possa rappresentare
più del 35% della popolazione complessiva
e che un solo Comune possa rappresentare
oltre il 45%
della popolazione stessa.
In parole povere più è grande una città, più è pesante il voto dei suoi consiglieri.
In parole ancora più povere, si scrive voto ponderato e si legge rompicapo perché il voto di ciascun elettore è
ponderato secondo la fascia demografica del Comune di appartenenza
e ciò rende davvero difficile avanzare previsioni su quanti consiglieri potrà ottenere una singola città. Di certo i 759 votanti che si recheranno il 28 settembre alle urne, sceglieranno il proprio candidato da liste presentate dai vari partiti politici. Liste che dovranno essere presentate non oltre il 7 settembre.
E qui entra in gioco la seconda incognita: più le coalizioni si presenteranno frazionate in vari partiti e maggiormente saranno indebolite in termini di voti. E' per questo che nel centrosinistra si sta facendo strada l'ipotesi di una coalizione comprendente Pd - Sel e Centro Democratico.
Ma la complessità del meccanismo elettorale paventa anche un altro rischio: che le piccole città facciano gioco di squadra trovando un accordo tra di loro e riuscendo così a imporre diversi candidati a scapito di realtà cittadine più importanti.
In una situazione così fluida e caotica, Molfetta, potrebbe rischiare di restare a mani vuote e di non portare a casa nemmeno un consigliere. Sarebbe un brutto inciampo per una delle realtà politiche più rilevanti e vivaci della Regione. In questa fiera delle possibilità astratte e indefinite c'è anche quella della beffa giocata dal centrodestra ai danni del centrosinistra. Qualora Saverio Tammacco (consigliere provinciale uscente) ed esponente provinciale di Forza Italia, riuscisse a ottenere un buon bottino di voti, potremmo assistere al paradosso di una città amministrata dal centrosinistra che elegge un unico consigliere provinciale di centrodestra. Ipotesi, come detto, tutte possibili ma nessuna certa e che saranno passate attentamente al vaglio dai vertici cittadini e provinciali dei vari partiti.
Sullo sfondo della partita per l'area metropolitana c'è quella per le Regionali del 2015. Il peso delle piccole realtà cittadine sarà importante per chiunque voglia lanciare la propria scalata al Parlamento regionale e quest' ultime saranno probabilmente pronte a vendere cara la pelle e a non rassegnarsi al ruolo di comparse. Quelle più grandi d'altronde, abituate a essere rappresentante nelle assemblee regionali e nazionali non sono disposte a vedersi tagliate fuori dal “round metropolitano”. Per smussare gli spigoli e appianare le divergenze, le varie coalizioni potrebbero presentare delle liste, tenendo conto delle esigenze di partiti e varie realtà locali. L'accordo non sarà facile e la situazione rimane piuttosto ingarbugliata, tant'è che uno slittamento del voto di almeno due settimane diventa un'eventualità sempre più probabile. A tal proposito si attendono lumi dal ministero degli Interni, che però al momento tace. Tenuto conto di queste variabili anche a Molfetta i partiti lavorano sui propri candidati. Il Partito Democratico punta forte su
Giulio Germinario
: 38 anni, capogruppo in consiglio comunale, membro della 3ª commissione (quella del Personale, affari generali, pari opportunità, trasparenza, protezione civile e automazione), uomo legato al presidente della Multiservizi
Piero de Nichilo
, autorevole esponente cittadino del partito. Sulla candidatura di Germinario potrebbero convergere anche Sel e Centro Democratico, in questo caso verrebbe meno la candidatura di
Nicola Piergiovanni
(Sel), presidente del consiglio comunale, che ha detto a "Quindici" di essere ancora indeciso se presentarsi a questa elezione.
Esclusa anche l'ipotesi della candiatura del sindaco
Paola Natalicchio
.
Un'alternativa potrebbe essere, quella di
Annalisa Altomare
, espressione storica del Centro molfettese, già sindaco e con una lunga carriera politica alle spalle, ha dalla sua un ruolo nell'esecutivo regionale del partito e amicizie dentro e fuori la provincia. Un nome pesante quindi, che il Pd potrebbe usare con profitto nel caso la partita iniziasse a farsi troppo complicata.
Meno probabile un coinvolgimento di
Giuseppe Percoco
, classe '86, punto di riferimento dei Giovani Democratici cittadini, autore di importanti iniziative come la Carta di Pisa e la Consulta Giovanile. A causa della sua giovane età farebbe fatica a raccogliere consensi fuori dalle mura cittadine (tenuto conto anche della scarsa presenza dei giovani democratici negli altri consigli comunali).
Complesso il discorso per quanto riguarda
Rifondazione Comunista
. Il Partito di Paolo Ferrero, come noto, ha più volte espresso la propria avversione ad organismi di secondo livello, cioè non eletti direttamente dai cittadini e potrebbe quindi, chiamarsi fuori dalla contesa, anche se nulla è ancora deciso.
Nel centrodestra cittadino Fi e Ncd dovrebbero correre da soli. Quasi sicuramente i primi candideranno
Saverio Tammacco
che dopo aver occupato per 5 anni uno scranno provinciale, potrebbe avere i giusti agganci per entrare nella lista dei 18 consiglieri eletti. Nel Nuovo centrodestra le cose sono ancora confuse, anche perché lì decide tutto il dominus Azzollini, sempre diffidente anche dei suoi. Per questo sceglierà un fedelissimo e non è detto che possa essere
Luigi Roselli
, anche se quest'ultimo ha mancato la candidatura a sindaco e potrebbe essere risarcito e il politico azzolliniano si sta dando da fare per meritare la promozione. La situazione nel frattempo rimane incerta anche sui reali poteri che avrà la nuova assemblea e in ogni caso il primo passo per i candidati molfettesi sarà quello di entrare in una delle liste candidate. Le prossime settimane saranno decisive.
© Riproduzione riservata
Autore:
Onofrio Bellifemine
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la punta
27 Agosto 2014 alle ore 12:51:00
sicuramente il csx molfettese non riuscirà a far eleggere nessuno...
Rispondi
Il giocatore
21 Agosto 2014 alle ore 23:06:00
7 - 9 - 18 - 28 - 41 - 56. Giochiamoceli al Superenalotto, anche al Lotto. Tentar non nuoce - Chi non gioca non vince - Chi non rischia non rosica etc., etc..
Rispondi
L'idealista fantasista
21 Agosto 2014 alle ore 18:19:00
L'ideale? Gli ideali? Che esiste sul piano delle idee e non nella realtà! Ciò che esiste solo nel pensiero! La cosa migliore, il massimo: l'ideale sarebbe un lavoro fisso: o no?
Rispondi
zanna michele
21 Agosto 2014 alle ore 10:21:00
Annalisa Altomare mi sembra la candidata ideale per questo ruolo!
Rispondi
Robin, il leggendario
21 Agosto 2014 alle ore 09:47:00
Le "leggende metropolitane" diventano realtà? Allora diciamo e chiamiamole "realtà metropolitane", giusta rima anche con "napoletane". Napolitanate? Farebbe anche rima con un qualche altra parola che è meglio non scriverla, altrimenti "Q" si arrabbia e la rispedisce al mittente: e con giuste ragioni. Leggende? C'ERA UNA VOLTA...........
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