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Educazione fiscale dell'Azione cattolica di Molfetta, scontrino: valore non favore!
29 maggio 2013

MOLFETTA – Nell’Auditorium della Parrocchia Madonna della Rosa a Molfetta si è svolto il momento conclusivo della campagna promossa dall'Azione Cattolica Diocesana sui Nuovi Stili di Vita: “Scontrino: valore, non favore”.
La campagna ha visto la partecipazione delle realtà parrocchiali presenti sul territorio diocesano e ha coinvolto tutti i settori dell'associazione, dall'ACR agli adulti, oltre ai tanti fedeli che, pur non frequentando attivamente le parrocchie o non essendo necessariamente nostri aderenti, hanno dato il proprio contributo riempiendo, con scontrini e ricevute fiscali, boccioni e scatoloni trasparenti sistemati per l'occasione all'interno delle chiese.
Quale fosse lo scopo della campagna è presto detto: stimolare, convincere e prendere consapevolezza che richiedere lo scontrino per qualsiasi acquisto effettuato o qualsiasi servizio che viene offerto, non è un favore ma acquista un valore importante, e ha come unico scopo quello di lottare contro l'evasione fiscale.
Nel corso della serata, organizzata dall'equipe congiunta giovani-adulti, dopo una breve introduzione della presidente diocesana Angela Paparella e della vicepresidente adulti Grazia Tedone di resoconto dello svolgimento della campagna, dalla voce di una giovane e di un adulto è stato letto l’articolo di Alessandro RimassaIo denuncio perché amo l'Italia, e tu? Questa si chiama educazione fiscale”. Nell'articolo, che descrive un episodio di denuncia al 117 della mancata emissione di scontrini fiscali in un noto locale della movida milanese fatta dal giornalista autore del contributo, si giunge alla conclusione che i veri colpevoli di questa situazione siamo noi cittadini, perché non ci rendiamo contro che il nostro non richiedere lo scontrino anche per un importi di pochi centesimi, unito a tante altre mancate richieste, permette il generarsi di milioni di euro di evasione e, quindi, di tasse in più e più alte per gli onesti contribuenti.
Contemporaneamente alla riflessione, un “team” eccellente pesava i bustoni pieni di scontrini e ricevute raccolti nei 4 mesi della campagna, arrivati dalle varie parrocchie. Questi, una volta pesati, venivano poi esposti. A fine serata, in base al peso degli scontrini raccolti e in proporzione al numero delle anime presenti sul proprio territorio parrocchiale, sarebbero state decretate le parrocchie vincitrici della raccolta scontrini.
Successivamente sono intervenuti due marescialli della Guardia di Finanza della Tenenza di Molfetta, il maresciallo capo Luigi Fanale e il suo vice, Michele Pizzo. Il loro intervento è stato utile per spiegare ai convenuti l’incidenza che l’emissione degli scontrini fiscali, rigorosamente a prezzo pieno, hanno sul gettito delle tasse versato dai contribuenti. Il problema che la Finanza spesso riscontra è, purtroppo, quello della falsificazione degli stessi da parte degli esercenti, con notevoli conseguenze ai danni dell’Erario statale e, di conseguenza, con effetti negativi in termini di servizi non forniti ai danni dei cittadini stessi.
I due finanzieri, congratulandosi con l’Azione Cattolica per la lodevole iniziativa, hanno ricordato la sempre completa disponibilità della Guardia di Finanza a raccogliere segnalazioni e denunce, anche anonime, da parte dei cittadini rispetto a situazioni anomale e sospette che possano permettere loro di svolgere controlli mirati ad accertare l’esistenza o meno di illeciti fiscali.
A margine è stata presentata la bellissima esperienza fatta dal coordinamento cittadino dell’A.C.di Ruvo con i bambini delle quinte classi delle scuole elementari della città: il progetto “Le belle tasse”, un percorso guidato dal prof. Franco Fichera, autore del testo “Le belle tasse. Ciò che i bambini ci insegnano sul Bene Comune”.
Vito Lamonarca, coordinatore cittadino dell’AC di Ruvo, ha raccontato come, attraverso un semplice gioco di ruolo e con un linguaggio adatto alla loro età, i bambini hanno sperimentato fattivamente il ‘concetto di tasse’: cosa volesse dire pagare le tasse, quali fossero i relativi principi che regolano l'imposizione delle tasse, ma soprattutto l'importanza delle stesse per il Bene Comune.
A fine serata sono stati decretati i vincitori della campagna, alle quali è stata consegnata una targa-ricordo dell'evento: al primo posto la Parrocchia Immacolata di Molfetta, al secondo posto la Parrocchia San Giuseppe di Giovinazzo e al terzo la Parrocchia San Domenico di Molfetta. A tutte le parrocchie partecipanti è stato consegnato un attestato di partecipazione come ricordo di adesione alla campagna.
«Sicuramente una bella esperienza di crescita e consapevolezza sulla scia dei “Nuovi Stili di Vita” – dice un comunicato dell’Azione Cattolica -. Molto si è già fatto, ma molto c'è ancora da fare in merito: solo chiedendo lo scontrino o la fattura completa si potranno pagare meno tasse, perché potranno migliorare i servizi alla collettività ed essere tutti uno uguale all'altro.
Concludiamo riprendendo una frase dell'articolo di Alessandro Rimassa: Se vogliamo pagare meno tasse, far sì che i servizi siano migliori ed essere davvero tutti l'uno uguale all'altro, dobbiamo chiedere e pretendere lo scontrino, la ricevuta, la fattura. Sempre, anche per pochi cent. Altrimenti è inutile lamentarci di questo o quel governo, di questo o quel partito, di questo o quel parlamentare: siamo noi i primi colpevoli del fallimento, culturale prima che economico e politico, del nostro Paese. Scusate, ma io non ci sto. Chiedo lo scontrino e se vedo un fatto grave lo denuncio. Perché amo l'Italia».
 
 
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La cicala e la formica: versione italiana. – C'era una volta una formica che lavorava da mane a sera. Aveva vita dura, e non tanto per la fatica, quanto per il Fisco, che si portava via la metà delle sue scorte, e per la burocrazia che non le dava tregua: basti dire che ogni chicco di grano superiore a una certa misura andava denunciato in triplice copia all'Ufficio chicchi e mangimi. La cicala, invece, era felicissima. Fruiva del sussidio di disoccupata, dell'assistenza gratuita e dell'esenzione fiscale; e poiché era stata riconosciuta come “lavoratrice ecologica”, riceveva anche una sovvenzione dallo stato. Ciononostante, ai primi freddi, corse a chiedere aiuto alla formica. E quando se lo sentì rifiutare, andò min collera, si appellò ai sindacati e presentò ricorso a un pretore che godeva fama di amico delle cicale. Il pretore ordinò una perquisizione nel formicaio, e il caso volle che si trovassero ben tre chicchi di grano non denunciati. La formica si beccò quindi una maximulta che equivaleva ai tre quarti dei suoi averi, e i giornali spiegarono che il ricavato sarebbe stato devoluto ai poveri e, in particolare, alla cicala. La formica, disperata si caricò in spalla quel poco che le restava e tentò di emigrare in Svizzera, dove sapeva che l'avrebbero lasciata lavorare in pace. Ma al confine l'arrestarono, l'accusarono di esportazione illecita e, dopo averle sequestrato tutto, la cacciarono in galera. La cicala, invece, non vide neanche una briciola, perché il ricavato della multa se l'erano fatta fuori i pezzi grossi e i partiti. Così, finì per morire di freddo e di fame. Ma morì con la consapevolezza di aver conseguito una grossa vittoria nella lotta contro i centri di potere padronale, e perciò morì felice.

Solo gli scontrini? - Storia futura? Chissà……. - Anno Domini 2070 – Storia. - La Grande Depressione cominciò nel 2009, quando le economie nazionali di tutto il mondo attraversarono un calo verticale della produzione e, con esso, un aumento della disoccupazione senza precedenti. Su tutto il pianeta il prodotto crollò della metà e il tasso di disoccupazione crebbe oltre il venticinque percento. Solo in quell'anno le borse persero più del novanta per cento del proprio valore. La bancarotta costrinse milioni di persone ai margini della società. Quasi tutti furono colpiti. Senza reti di protezione governative, molti divennero dipendenti dalla famiglia e dall'elemosina per il proprio sostanziale mantenimento. Per la particolare categoria delle aziende agricole a conduzione familiare, gli effetti furono catastrofici. I coltivatori continuarono ad arare e seminare nonostante le incessanti siccità. Quando il suolo divenne completamente sterile, i venti infuriarono nelle campagne, alzando mulinanti nuvole di polvere. Le tormente nere, come venivano chiamati gli uragani, finirono per sterminare i coltivatori. Centinaia di migliaia di famiglie persero negli uragani quasi tutto ciò che possedevano. Costretti ad abbandonare la terra su cui erano nati, intrapresero una migrazione verso terre lontane e sconosciute. Tali eventi echeggiano ancora nei ricordi della gente, impresse dalle intense immagini nere, bianche e grigie delle interminabili file per la zuppa straripanti di uomini disperati ed inermi. Furono tuttavia i bambini, le vittime più vulnerabili della Depressione, a dover sopportare la ferita fisica ed emotiva più persistente. La semplice sopravvivenza divenne per loro una sfida scoraggiante. Ciò che fino a poco prima era dato per certo – medicinali, cibo appropriato, un rifugio decoroso, abbigliamento adeguato e l'istruzione essenziale – fu d'un tratto aldilà di ogni possibilità. Probabilmente, la sofferenza maggiore di questi bambini non fu tanto quella di dover sopportare la privazione per se stessi, quanto quella di assistere alla disperazione e vergogna dei propri genitori e nonni……………………


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