MOLFETTA - Temi di ampio respiro per la Festa Democratica 2012. Oltre alla
situazione locale, in Piazza Municipio si è anche parlato di primarie, a livello locale e nazionale, della situazione politica italiana e del ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo. In ogni intervento dei relatori è rimasta centrale la questione del rinnovamento dell’offerta politica in Italia, con l’obiettivo di creare una forza progressista capace di «
far fronte ai problemi di un tempo in cui tutto sta cambiando», come ha spiegato l’assessore regionale alla Mobilità,
Guglielmo Minervini.
La prima parte dell’incontro ha messo in primo piano il ruolo della formazione, della preparazione politica e culturale necessaria per costruire una giovane classe dirigente. Sul palco i Giovani Democratici dei Circoli di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi hanno dialogato con due importanti esponenti del Partito Democratico pugliese, Sergio Blasi, segretario regionale del Pd, e l’assessore regionale Minervini, già due volte sindaco di Molfetta (nella foto sulla destra con 3 giovani del Pd).
Presentando la «Scuola di Formazione alla Politica» dedicata ai giovani del partito, si è preso atto che la formazione, l’impegno e lo studio continuo sono essenziali per «diventare ottimi amministratori». Per potere, cioè, recuperare la «dimensione del noi, la dimensione sociale» che è propria della politica e riuscire a portare avanti una idea di sviluppo assolutamente necessaria per Molfetta e per l’Italia intera. Solo in questo modo, del resto, si potrà riuscire a «rinnovare il partito dal suo interno», come spiegato da un giovane democratico.
Il cenno più importante alla situazione molfettese si avuto quando il dibattito ha affrontato le dinamiche interne al partito e, in particolare, la questione delle primarie. Molfetta fu una delle prime città a sperimentarle, nel 1994, col primo mandato di Guglielmo Minervini. Ma occorre fare attenzione al modo con cui sono svolte: senza un “albo degli elettori” che renda noti coloro che si riconoscono nelle idee del Pd e senza regole certe, diventerebbero uno strumento dannoso e divisivo. È successo l’anno scorso, con «effetti devastanti» per il cantiere del centrosinistra, e così è avvenuto a Napoli e a Genova. È importante poi, per conferire una reale legittimità al vincitore, che si organizzi il doppio turno se nessun candidato supera una certa soglia di voti.
Sia Blasi che Minervini hanno poi commentato la possibile candidatura alla presidenza del Consiglio di Nichi Vendola, attuale presidente della Regione Puglia. Per l’assessore ai Trasporti, Vendola è stato l’interprete di una stagione politica eccezionale nel Mezzogiorno. Interprete, ma non protagonista. Il percorso di cambiamento che lui ha incarnato con la sua figura deve e può continuare, anche senza di lui. Ogni altra via che diverga da ciò che in Puglia è stato costruito riguardo la green economy, la scommessa sulla società della conoscenza e sullo sviluppo della cultura e del turismo della regione, significa arretramento e declino.
Nella seconda parte della serata, Piero Ricci, giornalista di Repubblica, ha intervistato l’ospite maggiormente atteso, l’europarlamentare Pd David Sassoli. Oltre a temi di stretta attualità riguardanti la crisi politica nella Regione Lazio, Sassoli ha rimarcato la necessità di un cambio di paradigmi nel dibattito politico italiano. Muovere verso un partito progressista di caratura europea, realmente vicino alla necessità di garantire i diritti economici e sociali di milioni di cittadini italiani ed europei dev’essere la chiave per il rinnovamento del Pd, a tutti i livelli.
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