Ecosea per la pesca sostenibile, progetto comunitario presentato a Molfetta
MOLFETTA - Presentazione del progetto Ecosea a Molfetta nella sede del GAC Terre di Mare, secondo di una serie di tre seminari formativi. L’incontro, intitolato “Un modello adriatico di gestione sostenibile della pesca e azioni innovative per il comparto ittico pugliese”, si è articolato in due grandi sezioni, o focus sessions. Queste ultime hanno visto partecipi, dalle ore 17 alle ore 19,30, i diversi rappresentati e responsabili del progetto ECOSEA, sotto la moderazione di Luciana Doronzo – Responsabile Comunicazione del progetto e funzionaria presso il Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Rurale e Tutela dell’Ambiente della Regione Puglia. Durante la serata hanno relazionato Maria Adriana Cioffi, rappresentante della Sezione Caccia e Pesca della Regione Puglia, Fabio Grati, del CNR ISMAR della Regione Marche, per finire con Michele De Gioia e Nicola Ungaro dell’ARPA Puglia (foto), che hanno prestato assistenza tecnico-scientifica al progetto ECOSEA.
Si tratta di un progetto comunitario e “transfrontaliero”, così definito da Maria Adriana Cioffi, che vede al lavoro sei regioni italiane affacciate sull’Adriatico, la Croazia, l’Albania, il Ministero dell’Agricoltura e l’ARPA. Finanziato dall’Unione Europea e dal programma CBC IPA Adriatico 2007-2013, il progetto è volto alla “protezione, al miglioramento e alla gestione integrata dell’ambiente marino e delle risorse naturali transfrontaliere, grazie all’elaborazione di azioni pilota”. La presentazione pugliese del progetto è avvenuta presso la Fiera del Levante di Bari, nel Settembre 2014. Diversi incontri si sono poi susseguiti in centri pugliesi come Taranto, Manfredonia, Gallipoli, Lesina e Molfetta, annoverata tra le “città rinomate per la pesca”.
Numerosa, in particolar modo, la partecipazione dei pescatori molfettesi al seminario formativo. La sala che ospitava l’incontro era gremita di professionisti della pesca. Questi, infatti, hanno colto l’occasione per cercare un dibattito concreto e diretto con gli esponenti tecnico-scientifici del progetto ECOSEA, e per presentare la loro posizione riguardo all’innovazione sostenibile nel campo della pesca.
Dopo un breve discorso introduttivo di Luciana Doronzo, è intervenuta la Dott.ssa Cioffi, che ha portato i saluti di Gennaro Russo, dirigente della Sezione Caccia e Pesca della Regione Puglia, e ha presentato ai partecipanti il progetto ECOSEA. “È un progetto che ha alle spalle tre anni di cooperazione. È stata una bella esperienza ed ora siamo giunti quasi alla fine”, dice Maria Adriana Cioffi. Ciò che la Dott.ssa Cioffi sottolinea è la particolarità del progetto: esso, infatti, accomuna ed unisce esponenti politico-istituzionali, della ricerca scientifica, biologi marini, l’ARPA Puglia per la consulenza ed ultimi, ma non per importanza, gli operatori della pesca.
Successivamente, i partecipanti hanno assistito alla proiezione del documentario “ECOSEA”: un excursus delle azioni pilota già realizzate dai nove partner coinvolti nel progetto.
È stato, quindi, il turno di Fabio Grati, ricercatore anconetano presso il CNR ISMAR della Regione Marche. Il ricercatore ha relazionato servendosi di due presentazioni. Nel suo primo intervento egli ha illustrato quello che è il modello transfrontaliero di gestione sostenibile della pesca per il progetto ECOSEA, servendosi di una ricerca che vedeva protagoniste tre importanti specie marine dell’Adriatico: alici, sardine e triglie di fango . A seguire, sono state presentate le ipotesi alternative per la gestione spaziale della pesca demersale nel Mare Adriatico, che prevedono la sperimentazione del modello “bio-economico”.
“Buoni propositi”, esclama poi un operatore della pesca, “ma ciò che mi da fastidio è che in ogni riunione il pescatore venga etichettato come la causa principale dell’impoverimento marino”, continua, facendo notare il proprio risentimento nei confronti delle istituzioni e della ricerca. Si accodano a lui altri che affermano “basta alla strumentalizzazione e alla demonizzazione della figura del pescatore”. Chiedono, infine, di poter avere un confronto diretto con le istituzioni: “Conosciamo il mare meglio di loro”, “Vogliamo essere trattati con rispetto, siamo ignoranti ma non stupidi”.
Michele De Gioia ha aperto la seconda focus session del seminario formativo, parlando delle iniziative pilota condotte in Puglia, mediante il progetto ECOSEA. Punto chiave del suo discorso è stata la “marine strategy”, o strategia marina, che considera i molteplici aspetti della pesca, e “mette insieme i diversi pareri per cercare un equilibrio fra di essi”. Da molfettese autoctono, ha inoltre colto l’occasione per esprimere apprezzamento nei confronti del pescatori molfettesi, mostratisi pronti e disponibili al dialogo e all’innovazione: “I molfettesi hanno voglia di cambiare, e si sono presentati all’incontro”.
La sezione si è conclusa con l’intervento di Nicola Ungaro, che ha presentato quelle che sono le relazioni tra l’attività di pesca, l’acquacoltura e l’ambiente, soffermandosi su un approccio di tipo “eco-sistemico”. “L’Adriatico è meno produttivo oggigiorno, si va sempre più verso un ecosistema con poche specie, di piccola taglia e a ciclo vitale breve”, afferma Ungaro. Egli continua dicendo che un approccio “eco-sistemico” alla pesca porterebbe benefici alla salute umana, alla salute dell’ecosistema marino e alla pesca stessa, anche da un punto di vista economico. Conclude, poi, dicendo che questo metodo è necessario per dare un futuro ai giovani in questo settore, giovani che si sono allontanati dal mestiere dei propri padri, non vedendone una fonte di prosperità. “I miei figli non sanno com’è fatto il porto di Molfetta!”, esclama un operatore della pesca con evidente sarcasmo.
Il seminario si conclude con un piccolo dibattito che da la possibilità ai presenti di discutere degli argomenti appena trattati. L’incontro sembra essere stato proficuo, esso ha, infatti, suscitato l’interesse degli operatori della pesca, che chiedono spontaneamente un altro incontro per discutere dei problemi e delle innovazioni relative alla loro attività nel Mare Adriatico.
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Autore: Mirianna la Grasta