Ecco come è avvenuto il restauro della statua di S. Luigi Gonzaga
Relazione tecnica di restauro della scultura in legno e cartapesta policroma, raffigurante “San Luigi Gonzaga” mis. cm. 56 x 82 x 180 di Francesco Verzella (scultore napoletano). L’opera dello scultore napoletano Francesco Verzella, si presenta stilisticamente ricca di elementi: aureola, Crocefisso, cilicio, angeli, corona, scettro, ed esteticamente molto accurata. L’intervento conservativo ed estetico, si è rivelato da subito necessario poiché la statua presentava un forte strato di vernice lucida, pesanti ritocchi pittorici, ridipinture alterate, sollevamenti a cresta sia della preparazione che della pellicola pittorica, vecchie stuccature, lacune e cadute di colore, una massiccia presenza di attacchi di insetti xilofagi e parti mancanti nel modellato, in alcune zone dell’intero gruppo scultoreo. Nel 1984, la statua fu oggetto di atti di vandalismo: fu buttata per terra e la caduta provocò seri danni all’opera tutta, danneggiandone (cito fonti ufficiali e locali) completamente il volto. Fu effettuato un intervento massiccio di recupero ad opera di un maestro cartapestaio locale, che purtroppo ne stravolse i canoni estetici, alterandone l’espressione e la mimica facciale. Interventi di restauro: Da una pulitura preliminare sul capo, si è potuto constatare che questo è rotto a metà: facciata frontale e posteriore ed è facilmente visibile una profonda spaccatura. Da un’attenta e cauta stratrigrafia effettuata sull’incarnato del viso, si sono messi in evidenza ben quattro strati di ridipinture a smalto, su una preparazione tendenzialmente scura; mentre il lato sinistro dello stesso, è completamente danneggiato. L’ i n t e r o arco sopracigliare era ricoperto da uno strato eccessivo di stucco, tanto da alterarne l’espressione. Il bulbo oculare completamente rifatto in stucco anziché pasta vitrea come il suo compagno. La guancia, sanata con pasta di legno e stuccata (ben visibili, a pulitura effettuata, i segni dell’antecedente carteggiatura). Un’attenta, paziente ed accurata stratrigrafia effettuata anche sulla veste del santo, ha rivelato che le pieghe vive e morbide della gonna, anteriori e posteriori, sono state modellate con cartapesta e carta telata su struttura di legno; lo stesso dicasi per tutta la parte inferiore della nuvola e del mappamondo. Sulla base coeva di legno, su cui poggia tutto il gruppo scultoreo, sono stati rinvenuti grossi risarcimenti in stucco, anch’essi rimossi con solvente sverniciatore all’acqua, bisturi e solvente mista, concordato con la D.L., mettendo in evidenza il colore verde marcio del prato su cui spiccano petali di fiori bianchi; il toretto ha rivelato presenza di foglia in oro; mentre la fascia abbellita da festoni di fiori, foglie e puttini in pastiglia, è stata decorata in orone e porporina e successivamente patinata In fase di pulitura, si è anche evidenziato che il gruppo scultoreo, non nasce come unico blocco; infatti sono presenti e ben visibili tenoni di legno che ancorano le braccia agli avambracci, la parte posteriore della veste in più parti a causa di uno stacco del rivestimento della carta pesta dal supporto ligneo, e di una porzione del supporto stesso, non dimentichiamo che la statua era portata in processione per le vie della cittadina, dunque soggetta a sollecitazioni di ogni genere; lo stesso dicasi per le braccia e le gambe degli angeli e del Cristo e la cui pulitura è avve-in percentuale e concordata con la D.L. Nella seconda fase si è proceduto alla disinfestazione della su detta, a mezzo prodotto antitarlo, dagli attacchi di insetti xilofagi, in successioni di più mani con relativa sigillatura in fogli di polietilene, per un mese e per ogni singolo elemento che compone la scultura, come concordato con la D.L. In seguito si è proceduto al consolidamento della struttura lignea, con Paraloid B72 in soluzione variabile e concordata con la D.L. Successivamente, le lacune più grandi e profonde, sono state stuccate con pasta di legno, e di seguito portate a livello, a spatola, con gesso di Bologna e colla animale, concordato con la D.L., procedendo, dopo, alla rasatura delle stesse, passando, a pennello, una prima verniciatura con vernice Regal Varnish Mat in white spirit. I perni, ganci e le parti metalliche a vista, sono state trattate con convertitore per ferro. L’aureola, la corona, lo scettro, il cilicio sono costituite in lega di rame: rame – rame dorato – zinco e bassa percentuale di rame – corda e rame; mentre la pergamena posta sulla Croce del Cristo è in argento. Tutti sono stati puliti con solvente leggero e finitura con antiossidante concordato con la D.L. Per le piccole parti mancanti, si è optato per un restauro filologico: nessuna di esse è stata rifatta per il semplice fatto che non vi sono tracce delle originali; mentre è avvenuto il riassetto statico delle ali dell’angelo di sinistra da cui erano state eliminate viti e vecchie stuccature effettuate con colle epossidiche, inserendo anime di legno, creando un’armatura con garza, stuccando con pasta di legno e gesso di Bologna. L’integrazione pittorica delle abrasioni e delle stuccature, è avvenuta mediante velature sovrapposte con tecnica riconoscibile e con colori ad acquerello e vernice per ritocco con verniciatura finale protettiva con Regal Warnish Mat diluita in white spirit, data a pennello.