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E sono 25!
15 gennaio 2019

Proprio così, “Quindici” festeggia nel 2019 il suo 25° compleanno. Un traguardo importante sul quale nessuno avrebbe scommesso: noi per primi e nemmeno i denigratori di altre testate che non ci hanno fatto mancare attacchi (quando la volpe non arriva all’uva, dice che è acerba), ma poi ci hanno copiato, perfino nella grafica e nei manifesti. Ma a noi non dispiace, è una conferma che abbiamo fatto scuola nel giornalismo molfettese (basta vedere come erano fatti gli altri giornali prima dell’arrivo di “Quindici”), fin da primo editoriale col quale ci presentavamo come un giornale diverso, più attento agli ultimi, più impegnato, a differenza di altri, a raccontare i problemi che i pettegolezzi. Abbiamo migliorato la qualità dell’informazione, elevandone il livello e soprattutto facendo inchieste (l’ultima sul porto, nel numero di dicembre 2018) che sono scomparse dal panorama dell’informazione, perché sono scomode. E noi siamo stati scomodi, come ci ha insegnato don Tonino Bello al quale ci siamo ispirati, accogliendo il suo invito a servire la verità. Siamo rimasti fedeli ai nostri principi, leali con i Lettori, senza ipocrite obiettività che non esistono, come insegnavano Montanelli e Salvemini: “non si può chiedere ai giornalisti e agli storici di essere obiettivi, ma onesti”. E noi siamo stati onesti, dicendo chiaramente come la pensavamo, manifestando le nostre opinioni, ma rispettando quelle degli altri e dando loro spazio, quando c’era dialogo e confronto. Questo vuol dire cultura. Purtroppo alcuni politici non lo comprendono e considerano le critiche legittime, come un’offesa al loro operato e non un confronto dialettico. E questo è uno dei guasti della politica che abbiamo sempre denunciato. Non abbiamo litigato noi con gli altri, ma gli altri con noi. Per 25 anni siamo stati sempre dalla stessa parte, mantenendo la schiena dritta e combattendo le nostre battaglie al servizio della città che amiamo e vogliamo veder crescere, anche per il futuro dei nostri figli. Viviamo tempi difficili: i giornali soffrono più degli altri della crisi economica in atto e del proliferare della rete e dei social che pretendono di sostituirsi ai giornalisti, ma in realtà finiscono per produrre false notizie, che tanti guasti stanno provocando alla nostra società. Su queste fake news prosperano i nuovi politici, i populisti che ingannano la gente bypassando i giornalisti, per poter prendere in giro gli italiani e aumentare i consensi. Che il Paese, poi, vada in malora, non è un problema loro: il futuro non li interessa, vivono il presente e consumano tutte le risorse disponibili. E le nuove generazioni? Che si arrangino. E con questa filosofia cresce una società dell’odio, profondamente disumana, ma soprattutto sempre più ignorante che non si informa e vota con la pancia e non con il cervello. Contro questa degenerazione della società, “Quindici” continuerà a battersi, finché le energie e le risorse lo permetteranno. Saremo sempre un giornale “per”, non un giornale “contro”, aperti al confronto dialettico, ma nel rispetto delle persone e delle idee diverse dalle nostre. Buon anniversario ai nostri Lettori. © Riproduzione riservata

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