È scomparso lo scultore Vito Zaza Molfetta piange un grande artista
Confortato dall’abbraccio delle sue dilette figlie è stato accolto dal Padre Celeste Vito Zaza. Con queste parole il 5 maggio scorso, è stata annunciata dalla famiglia la morte del famoso scultore e pittore molfettese, scomparso all’età di 74 anni. Il destino non era stato generoso con lui togliendogli quasi 20 anni fa, in un incidente stradale del 9 luglio 1995, le sue uniche due figlie Mara e Diana di 23 e 25 anni. Una prova pesante che lo aveva fatto molto soffrire, ma che aveva superato anche grazie alla sua profonda fede religiosa. Il prof. Vito Zaza era nato nel 1939, aveva studiato scultura all’accademia di Carrara e aveva esposto le sue creazioni, in varie città d’Italia e all’estero, partecipando a molte mostre personali (Museo Arengario, Monza; Galleria Arte Spazio, Bari; Galleria d’Arte Moderna, Perugia; Galleria Artivisive, Roma, presentata in galleria dal critico d’arte Marcello Venturoli; Solander Gallery, Canberra (Australia); Blaxland Gallery, Sydney ecc.) e mostre collettive. Aveva vinto numerosi concorsi nazionali ed internazionali. Numerosi critici d’arte, hanno parlato di lui, tra cui Marcello Venturoli, Michele Campione, Dario Micacchi, Sergio Rispoli, Gaetano Mongelli. Aveva vinto, inoltre, numerosi concorsi nazionali ed internazionali per l’esecuzione di opere artistiche ed è presente in molte collezioni pubbliche e private. Di particolare interesse le due sue mostre itineranti in Australia; la prima tenutasi dall’8 al 18 novembre 1990, realizzata con il patrocinio del “Ministero degli Affari Esteri e del “Government of West Australia - Perth”, con il gemellaggio delle Città di Molfetta e di Fremantle” presso la cui città australiana si è tenuto il “Festival Italiano”. Le opere dello scultore Zaza, sono state presentate per la circostanza dal critico d’arte dott. Michele Campione: “Le donne di Vito Zaza sono l’espressione di una femminilità assoluta anche con tutto il senso indecifrabile che esprimono. Nascono avviluppate da movimenti eleganti e sinuosi, fasciate da forme seducenti ed incantevoli. La donne di Vito Zaza appartengono all’eternità, al tempo che non finisce mai, che non si esaurisce perché è immutabile in se stesso”. Significativa anche la mostra itinerante dal 19 novembre al 6 dicembre 1992 sempre in Australia, che è stata una rassegna artistica omaggio alle città di Canberra, Melbourne, Perth, e Sidney, in cui Vito Zaza ha voluto anche portare il saluto con la sua arte alle Comunità Italo - australiane originarie di Molfetta. Una sezione dedicata all’arte contemporanea, del Museo Diocesano è stata resa possibile grazie alla donazione dello stesso scultore di alcune sue opere. La morte di Vito Zaza è una perdita incolmabile per l’arte a Molfetta, ma che continuerà a vivere soprattutto per la sua famiglia, e quanti lo hanno conosciuto, attraverso i suoi insegnamenti di “umana generosità”, “di esaltazione delle bellezze femminili e del creato” che sono raccontate e resteranno permanenti nel tempo, attraverso la suggestione delle sue opere come testimonianza viva ed indimenticabile.