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Droga e carcere: presentato a Roma il dossier sugli effetti della Fini-Giovanardi
07 luglio 2014

La legge Fini-Giovanardi è stata bocciata per incostituzionalità dalla Consulta lo scorso febbraio e oggi, grazie al progetto intitolato "Libro Bianco", promosso da La Società della Ragione, Antigone, Cnca, Forum Droghe e sostenuto da varie associazioni sul territorio, possiamo conoscere le conseguenze - su base annuale - che la normativa ha prodotto per le carceri italiane.

Il V Libro Bianco è stato presentato a Roma presso la sala del Senato Santa Maria in Aquiro il 25 giugno scorso, con l'intenzione da parte delle associazioni promotrici di illustrare in modo chiaro e decisivo l'infausto effetto della Fini-Giovanardi: il dossier del rapporto sui dati annuali delle carceri contiene infatti i numeri ufficiali dell'Amministrazione Penitenziaria e dei Ministeri dell'Interno e della Giustizia sugli effetti penali e sanzionatori, ma anche diversi studi, indagini e riflessioni sugli effetti della criminalizzazione e del proibizionismo, nonchè alcuni suggerimenti per adottare strategie utili ad evitare il sovraffollamento delle carceri, a favorire la lotta alla tossidipendenza e ad uniformarsi al contesto internazionale sulle droghe leggere che negli ultimi anni si è notevolmente evoluto, come nei casi di Colorado e Washington, o del più recente Uruguay.

Dal rapporto emergono dati sconcertanti: in otto anni di legge antidroga, un detenuto su tre è entrato in carcere per la violazione dell’art. 73 D.P.R. 309/1990. Quantitativamente, anche se nel 2013 si è registrata una diminuzione degli ingressi del 11,31% delle carcerazioni totali, la percentuale dei detenuti per droga sul totale dei carcerati italiani supera il 30%, vale a dire 18.151 persone su un totale di 59.390 (2013), di cui 14879 tossicodipendenti, un dato ancora più allarmante che interessa anche il Servizio Sanitario Pubblico e comporta l'attuazione di particolari programmi terapeutici e misure alternative alla detenzione. A questo proposito, però, la disomogeneità tra le Regioni è considerevole: il numero delle misure alternative è del 35% rispetto ai detenuti, in Puglia, tuttavia, su 3.722 detenuti al 31/12/2013 vi erano 1.011 tossicodipendenti e in percentuale il totale delle misure alternative era notevolmente più elevato (52%), mentre in alcune Regioni, come l'Umbria, soltanto del 15%.

Un altro dato indicativo riguarda i cannabinoidi: il 45,57% delle segnalazioni all'autorità giudiziaria riguardano la marijuana, con oltre 12.000 operazioni e un'aumento rispetto al 2005 del 35,24%. Il 2012, inoltre, ha registrato una percentuale di persone segnalate alla Prefettura per cannabis pari al 78% sul totale dei casi legati alle sostanza stupefacenti e il dato è in costante ascesa.

Il modello proposto nelle conclusioni del Libro Bianco propone in primo luogo una profonda ricostruzione delle leggi penali vigenti e delle politiche sociali e sanitarie. Come suggerito dalla recente proposta di legge sulla cannabis medica sostenuta dal senatore Luigi Manconi (Pd) e fortemente voluta dalle associazioni dei pazienti, è necessario inoltre depenalizzare il possesso e la cessione di piccole quantità destinate all'uso personale e terapeutico, ma anche regolamentare la produzione e la coltivazione della cannabis. 

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