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Dramma della solitudine a Molfetta: un anziano trovato morto in casa
18 giugno 2014

MOLFETTA – Dramma della solitudine a Molfetta. I parenti non avevano più notizie di lui da qualche giorno e, preoccupati, hanno dato l’allarme.

Intorno alle 15.30 sono arrivati vigili del fuoco e carabinieri e hanno fatto la dolorosa scoperta: l’anziano di 74 anni, è stato trovato morto nella sua abitazione.
L’uomo, celibe, viveva da solo, probabilmente sarà deceduto per cause naturali. L’ultimo contatto con lui l’ha avuto un suo nipote domenica scorsa.

Autore: Leonardo de Sanctis
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Quando il tempo era ciclico e ogni anno, il ritmo della stagione, le opere e i giorni, come ci ricorda Esiodo, ripetevano se stessi, che aveva vissuto di più sapeva di più. Per questo conoscere e ricordare, come annota Platone, e il vecchio nell'accumulo del suo ricordo, è ricco di conoscenza. Nel mondo antico la saggezza della vecchiaia era quindi il risultato della concezione ciclica del tempo, che faceva del vecchio, che molto aveva visto, il depositario del sapere. Oggi con la concezione progressiva del tempo, non più come quello ciclico che ripete se stesso, ma freccia scagliata in un infinito senza meta, la vecchiaia non è più deposito di sapere, ma ritardo, inadeguatezza, ansia per le novità che non si riescono più a controllare nella loro successione rapida e assillante. Per questo la vecchiaia è dura da vivere, non solo per il decadimento biologico, ma per una serie di destrutturazioni che in età giovanile sarebbero devastanti e al limite della psicosi, mentre nell'età senile non assumono necessariamente questo aspetto perché arginate dall'irrigidimento delle abitudini. Per questo bisogna prestare più attenzione alla vecchiaia. A caratterizzare quest'età non è la tristezza, ma una noia sottile perché, per quante novità succedano, scopri che ognuna di esse altro non è che una nuova formulazione di qualcosa di già visto. E questa noia disaffeziona dal tempo a venire e ti rende più familiare e quasi amica la fine. Hai imparato che la saggezza, che di solito si attribuisce a chi ha una certa età, altro non è che la somma delle esperienze che hai fatto e che non puoi trasmettere a nessuno, tanto meno ai giovani che devono fare la propria. A questa età allora capisci che chi ti sta intorno non è lì per chiederti consigli o insegnamenti, ma ascolto. Un ascolto curioso e attento, soprattutto verso quel mondo tumultuoso e spesso incomprensibile che sprigiona la giovinezza. Dal mondo esterno ti ritiri in quello interiore. Meno vacanze, meno viaggi, meno spettacoli del mondo, che ti offre sempre meno novità, perché sta diventando in ogni dove sempre più uniforme. E allora prendi a percorrere tutti i sentieri mai frequentati dalla tua anima, e scopri che il mondo altro non è mai stato che la tua visione, la tua interpretazione del mondo. In fondo dal tuo Io non sei mai uscito. E la vecchiaia è un'ottima occasione per uscire da sé e, attraverso l'ascolto, scoprire i mondi degli altri di cui mai ti eri davvero incuriosito. Le tue abitudini ti rassicurano e insieme ti incatenano. I tuoi gesti creativi ti appaiono per quel che sono: riprese di antiche e trascorse suggestioni. Solo l'amore ti rianima, non perché scopri una “giovinezza interiore”, che esiste solo nei complimenti di chi ti vuole comunicare che ormai sei vecchio, ma perché lo vedi scaturire proprio dalla tua età che, non avendo più scopi, può capire finalmente cos'è l'amore fine a se stesso.
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