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Dopo primarie. Lillino di Gioia: “Ho voluto rendere più forte il centro sinistra"
07 dicembre 2005

MOLFETTA 7.12.2005 Ha stravinto ed è partito, concedendosi una vacanza. Che l'avesse deciso prima, con l'idea di consolarsi dell'eventuale sconfitta o che abbia voluto farsi un premio, prima di affrontare questioni di non facile soluzione, certo è che Lillino di Gioia, dopo le fatiche della campagna elettorale delle primarie, ha fatto i bagagli, garantendo che torna, però. Un'assenza che offre una tregua alle altre formazioni politiche, ancora intente ad assorbire il colpo, se non proprio a leccarsi le ferite, ed a riflettere sul voto della scorsa domenica. Prima dipartire, l'ing. Di Gioia ha rilasciato una serie di dichiarazioni alla redazione di Quindici on line. Si veste d'agnello e non esibisce toni trionfali, tutt'altro: “Non intendo prendere alcun'iniziativa a carattere personale, che non sia concordata con il resto della coalizione. Fosse stato per me avrei fatto subito una manifestazione pubblica con gli altri candidati, che ho intenzione di convocare al più presto ad un tavolo, volto definire i punti fondamentali del programma e le prossime azioni politiche”. Appare sorpreso anche lui dell'entità del successo, in cui pure ha sempre ostentato di credere e che ha scientemente cercato, inseguendo voto dopo voto, quasi fosse già la campagna elettorale vera. Si inalbera un poco solo quando si tocca il tema del possibile inquinamento delle primarie. “Ho rispettato i patti”, afferma, negando qualsiasi irregolarità ed accordi con esponenti del centro destra, pur confermando, come del resto fatto in più di un'occasione pubblica, di aver cercato consenso al di fuori del recinto tradizionale del centro sinistra, per pescare voti del centro; voti espressi, però, per scelta personale e non portatigli, come un'offerta dei re Magi, da qualche esponente dell'attuale maggioranza, intenzionato per un motivo o per l'altro a vederlo vincente. Smorza subito i toni, a ogni buon conto, dichiarando di non voler polemiche, perché il vero obiettivo è battere la destra e per riuscirci occorre che il centro sinistra stia unito. Lui, dopo il successo conseguito alle primarie, forte anche della sua posizione di dirigente regionale della “Margherita”, del centro sinistra si sente a pieno titolo parte ed ora anche rappresentante. Su questo non accoglie obiezioni di sorta. Non è nemmeno disponibile ad ascoltare, quando gli si fa notare che, soprattutto a sinistra, permane, prima ancora che come posizione politica, quasi a livello di percezione simbolica, un pregiudizio nei suoi confronti, avvertito come un corpo estraneo, addirittura in misura maggiore dopo il boom delle primarie, se ottenuto in un modo o nell'altro prevalentemente con i voti del centro. “Ho voluto rendere più forte il centro sinistra, per far sì che possa essere vincente in questa città”. Lo ripete convinto e va diritto per la sua strada, quella che per il momento lo porta all'estero nelle vesti di turista. Sul prossimo numero di "Quindici", in edicola a fine della prossima settimana, altri particolari e l'intervista completa al vincitore delle Primarie, Lillino Di Gioia. Inoltre, tutti i particolari sulle stesse primarie: curiosità, notizie, interviste. Lella Salvemini
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Il problema non è Lillino che ha fatto la sua parte inserendosi nei punti deboli del centrosinistra. Una cosa è certa, alle prossime elezioni il centrosinistrà sarà fuori dalla competizione. Magari spunterà fuori qualche lista civica che catturerà i voti per una riserva indiana di testimonianza, ma lo scenario è delineato. Perche Lillino sarà come dice lui un centrista che guarda al centrosinistra, ma sicuramente, come più volte lui stesso ha sempre rimarcato non è di centrosinistra. Ieri guardava da un'altra parte e chissà dove guarderà domani. Daltronte in un'epoca dove tutto è flessibile, precario, dall'economia, ai contratti, ai sentimenti, non si capisce perché non lo possa essere la politica con le sue scelte relative. Inoltre, in questi anni Lillino anche nelle sue battaglie contro l'amministrazione di centrodestra, ha sempre preso le distanze dal centrosinistrta, si è sempre mantenuto nella posizione ambigua bordeline. Basta pensare che nei suoi manifesti elettorali per le primarie, non c'era traccia della parola "Centrosinistra". Una cosa per un elettore di centrosinista non è irrilevanmte. Il nocciolo è che se a Molfetta la classe dirigente progressista e ulivista è stata capace con le sue divisione e ideoligie da strapazzo, come la santificazione delle primarie senza contestualizzarle nella reraltà locale, significa che non si è all'altezza d'esser classe di governo. E' ridicolo sentire dire da tizio e da caio che la vittoria di Lillino era prevedibile, anzi è un'aggravante. A questo punto chi si sente di centrosinistra si chiuderà nel privato magari a scrivere poesie. Naturalmente per i fortunati, gli altri andranno con il cappello in mano alla ricerca di un padrinaggio. Lillino, Visaggio, De Cosmo, Tommaso e il Senatore, troveranno il modo di fare una grande ammucchiata. Il diritto di cittadinanza almeno fino al 2011, lo decideranno questi signori. Buona notte.



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