MOLFETTA – Come “Quindici” ha scritto più volte, il segretario provinciale Ubaldo Pagano, non ha fatto una bella figura in tutta la vicenda dei rapporti con Paola Natalicchio e l’amministrazione di centrosinistra della quale il Pd era forza di maggioranza relativa. Per incompetenza? Per incapacità di gestire la situazione? Per ordine del segretario regionale Michele Emiliano (più probabile, essendo un suo uomo)? Forse era troppo giovane per quel ruolo, come anche “Quindici” aveva sottolineato all’epoca dell’altra crisi, per risolvere la quale era stato necessario l’intervento di Debora Serracchiani, vice del segretario nazionale Matteo Renzi. E ha condiviso l’ambiguità del segretario locale Piero de Nicolo, lasciando che Annalisa Altomare portasse avanti il suo desiderio di far cadere il sindaco, con la complicità di Roberto Lagrasta, Sergio De Pinto e Lia De Ceglia, che pur contando quanto il due di briscola, facevano numero. Pagano si è giustificato, sostenendo di seguire la situazione con… discrezione (siamo alle comiche!), dopo aver perduto più di mezzo partito, dirigenti compresi, con la sua gestione della crisi e del partito all’epoca della vicenda Minervini.
Con il loro comportamento oggi, questi 4 consiglieri comunali si erano messi nella condizione di essere espulsi dal partito, così come è avvenuto per Guglielmo Minervini, quando decise di candidarsi alle regionali con la lista di Nichi Vendola.
E qui Pagano, invece, nicchia: sembra subire anche lui l’influenza di Annalisa Altomare (come possa contare così tanto questa consigliera, pur avendo pochi voti, è un mistero), essendo andato a rimorchio fino a far cadere una amministrazione che stava lavorando bene e nella quale il partito era ampiamente rappresentato (due assessori e il presidente della “Multiservizi”).
La rabbia di chi ha creduto nel partito e nei suoi dirigenti è esplosa con le dimissioni di Paola Natalicchio. Fra questi delusi c’è Pietro Capurso (foto), anch’egli dirigente Pd, che ha subito scritto che avrebbe chiesto l’espulsione dal partito (in verità un po' tardiva, ndr) dei "traditori", dei 4 dell’Apocalisse, come vengono ormai definiti, considerandosi un po’ i “giustizieri” del sindaco “tiranno”.
Di questa richiesta non ci è pervenuta notizia. Avrà cambiato idea il buon Pietro? uno di quelli che nel partito c’è stato da sempre, che ha creduto nei suoi ideali, provenendo dal Pci e rispettoso, quindi, delle regole interne (in realtà anche Annalisa Altomare avrebbe dovuto attenersi a questa regola, vigente anche nella Dc di quella prima repubblica che lei ha sempre rimpianto. Un principio ricordato dal consigliere di Sel Mauro de Robertis nell’ultimo consiglio comunale, soprattutto quando si commemorava l’ex sindaco e parlamentare Dc Enzo de Cosmo, che queste cose non le avrebbe mai fatte e anche per questo ha lasciato la politica, sapendo uscire con onore e dignità al momento giusto). Ci auguriamo che lo stesso Pietro che, a differenza di altri, è stato sempre coerente, lo faccia sapere.
Intanto lo stesso Pietro Capurso ha fatto pervenire a “Quindici” il testo di una lettera aperta che ha inviato al segretario provinciale Ubaldo Pagano (a proposito né Pagano, né il segretario regionale Michele Emiliano, hanno espresso solidarietà a Paola Natalicchio, e questo la dice lunga sul loro coinvolgimento nella “congiura politica” dell’Altomare), chiedendogli perché non avesse mai censurato il comportamento di Annalisa Altomare (degli altri non parla, definendoli “controfigure”) e ricordandogli che il partito è in frantumi, la città pure e che il risultato politico di questa operazione è disastroso.
E’ un vero j’accuse nei confronti di Annalisa Altomare e del suo segretario Piero de Nicolo (entrambi, notoriamente, poco democratici e intolleranti), con la richiesta del commissariamento del partito (sperando che non sia lo stesso Pagano ad assumere questo incarico).
Ecco il testo:
«Caro Ubaldo,
ancora una volta torno a scriverti, come ho già fatto in questi ultimi mesi, per rammaricarmi del tuo mancato intervento nelle questioni relative al circolo PD di Molfetta ed in particolare per non essere stato capace di riportare armonia e disciplina all’interno del gruppo consiliare.
Lo so, hai meno di quarant’anni e non hai vissuto la storia dei partiti della tanto vituperata prima repubblica., come del resto, non l’hanno vissuta né il segretario regionale né quello nazionale. Tuttavia, se hai studiato un po’ di storia dei partiti e dei movimenti politici, devi sapere che, sebbene il dibattito e gli scontri, non solo verbali, all’interno dei partiti erano accesi, quando si votava nelle assise democratiche, il voto era unanime e, se qualcuno non era “allineato e coperto” (come si diceva allora), subito si convocava il collegio dei probiviri che assumevano dei provvedimenti in rapporto alla trasgressione.
Mi dirai che la società è cambiata, i partiti sono cambiati, non c’è più la disciplina di partito e, forse, hai ragione, ma quando un consigliere comunale evidenzia comportamenti palesemente opposti alla linea di partito, quando il dibattito interno si sposta su quello istituzionale, quando un capocorrente, in maniera evidente, sfida la base del partito ed il suo segretario cittadino, ritengo che un intervento del segretario provinciale debba essere doveroso.
Invece in questi mesi, sebbene sia venuto più volte a Molfetta, non sei riuscito né a ricomporre la frattura né a mettere in atto un provvedimento che mirasse almeno a censurare il comportamento della consigliera comunale Annalisa Altomare (degli altri non parlo perché sono solo delle controfigure) la quale, talvolta in maniera subdola, altre volte in maniera evidente, in consiglio comunale ha messo in atto atteggiamenti oppositivi alla linea del partito, talvolta dileggiando e ricusando gli stessi assessori espressione del partito democratico.
Come sai la situazione si è deteriorata a tal punto che l’amministrazione comunale di Molfetta, di cui il PD era una componente essenziale, è caduta e una città sarà costretta a rimanere per oltre un anno senza prospettive, progetti, investimenti. Se ricordi e conservi gli SMS, ti ho scritto anche qualche giorno prima dell’ultimo consiglio comunale, ma tu mi hai risposto che seguivi la situazione “con discrezione”.
Adesso la “discrezione” è finita. La città è in frantumi. Il partito è in frantumi. In questi ultimi mesi abbiamo tenuto delle riunioni (non le chiamo assemblee perché ci troviamo sempre i soliti quattro gatti), dove il segretario, dimissionario da dicembre, ci rendeva noti i pettegolezzi sulla maggioranza e i suoi rapporti con Annalisa Altomare, senza mai assumere delle decisioni condivise e continuando ad alternare atteggiamenti di apertura ad altri di chiusura nei confronti dell’amministrazione, senza una linea politica precisa e senza che fosse mai convocato un direttivo. Adesso dovremmo essere alla vigilia del congresso cittadino ma, in questa situazione, ritengo sia più opportuno che il circolo di Molfetta venga commissariato in base all’art.17 comma 2 e 3 dello statuto, almeno fino a quando la situazione non sarà più chiara a tutti.
Pietro Capurso
P.S. Un mio detrattore dice che nel partito valgo come il due di briscola e che quello che dico e scrivo, non ha alcun valore come la canzone di Bob Dylan, blowin’ in the wind, può darsi, ma, anche se non muovo voti o opinioni, almeno muovo la mia coscienza di semplice, ultimo iscritto».
Fin qui la lettera aperta. Come reagirà Ubaldo Pagano? Probabilmente continuerà a fare il pesce e resterà muto: dovrebbe spiegare troppe cose e, forse, teme di non avere argomenti credibili: continuerà a seguire la situazione... "con discrezione".
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