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Dopo la denuncia di "Quindici" intervengono gli Attivisti uniti del Movimento 5 stelle Molfetta sull’emergenza abitativa a Molfetta: dopo l’esposto della famiglia arriva la diffida della Regione Puglia
25 novembre 2017
MOLFETTA
– Dopo la pubblicazione
su “Quindici on line” della diffida della Regione
al Comune per la mancata attivazione da parte del Comune dei bandi di edilizia residenziale pubblica, in merito alla famiglia con disabile sfrattata a Molfetta, intervengono gli Attiviti Uniti del Movimento 5 Stelle. «L’emergenza abitativa non va sottovalutata, è impensabile lasciare senza un’abitazione le famiglie molfettesi che vivono, a causa di gravi situazioni di fragilità, a un passo dall’esclusione sociale – dicono in un comunicato -. Torniamo a parlare del sig. Sciancalepore e di sua moglie Anna - ma non solo per loro -, lui senza lavoro e difficilmente ricollocabile, lei invalida e non più autosufficiente. Lui ha dovuto rinunciare anche a certi lavori come trasfertista che l’avrebbero costretto a stare lontano dalla moglie per dedicarsi interamente a lei e ora sono costretti a lasciare l’abitazione dove risiedono senza che il Comune abbia offerto loro un’idonea soluzione alloggiativa. I coniugi incaricavano l’avv. Alfonso Scioscia di sollecitare concreti interventi e servizi sociali integrati per l’individuazione di una idonea soluzione alloggiativa e l’avvocato dato che la famiglia aveva fatto richiesta di un alloggio popolare fin dal 2013 e che il Comune - dal 2009 - non mette a bando gli alloggi pubblici, anche a smentita di alcune note inviate dall’amministrazione alla famiglia, ha diffidato l’amministrazione all’esercizio delle sue funzioni esponendo il caso alla Regione Puglia, al Coordinamento Nazionale delle Famiglie Disabili ed alla Sezione Garanti - dato che a tutt’oggi manca ancora la nomina del Garante Regionale delle Persone con Disabilità. Previe verifiche interne nell’ambito della Sezione Politiche Abitative, la Regione Puglia ha preso atto del “gravel ritardo” dell’amministrazione Comunale di Molfetta nell’emissione dei bandi per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e nell’attuazione delle altre funzioni e prerogative comunali di cui alla legge regionale 22/2014. Pertanto, com’è previsto dalla legge, in data 22 novembre 2017 - il giorno prima dello sfratto alla famiglia Sciancalepore Allegretta -, la Regione ha diffidato il Comune inadempiente all’emissione di un nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi popolari da emettere entro 30 giorni, salvo ottemperare in via sostitutiva a dare incarico ad altro ente e rimettendone i costi a carico del Comune. Il Movimento Attivisti Uniti - precisamente in data 08 settembre 2017 - ha protocollato una serie di istanze che suggerivano ‘molto cordialmente’ all’amministrazione Minervini di procedere nel senso della citata normativa in materia di alloggi residenziali pubblici. Nè il primo cittadino, nè altri per conto dell’amministrazione hanno mai risposto. Evidentemente dal Comune non rispondono a tutti i cittadini, o forse si fanno distinzioni fra cittadini di serie A e cittadini di serie Z. “Noi non ci stiamo, per noi nessuno deve essere lasciato indietro”. Condividiamo quindi la presa di posizione della Regione Puglia e chiediamo che l’amministrazione dia quanto prima riscontro alla diffida della Regione con tutti gli atti amministrativi necessari al bando, e che provveda con la massima urgenza alla pianificazione della mobilità degli assegnatari degli alloggi ERP e comunali, sulla base di quello che è previsto dalla normativa regionale. Questa vicenda dimostra, a differenza di quanto recentemente dichiarato alla stampa da alcuni amministratori del comune di Molfetta, come non sia vero che stanno facendo più di quello che possono. La diffida della Regione Puglia al Comune di Molfetta ci mostra proprio il contrario, ovvero che l'amministrazione comunale - sull’emergenza abitativa - ha fatto e sta facendo molto di meno rispetto a ciò che ‘doveva’ e che ‘deve’ fare. Andremo avanti su questa strada: non possiamo lasciare che le famiglie che versino in gravi condizioni di fragilità socio-economica e sanitaria restino pure senza un’abitazione. La Regione Puglia ha riconosciuto il “diritto all’abitazione” mediante politiche abitative volte a soddisfare il fabbisogno delle famiglie e delle persone meno abbienti e di particolari categorie sociali. Il comune prenda atto che la famiglia Sciancalepore-Allegretta versa in un grave disagio alloggiativo tale per cui - precisa il Servizio Edilizia Sociale e Osservatorio Condizione Abitativa della Regione Puglia - “necessita l’assegnazione di un alloggio idoneo ad assicurare al nucleo famigliare un contesto di vita dignitoso ed adeguato”.
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Nisbe Zitella
27 Novembre 2017 alle ore 09:01:02
Rinnovo la domanda: questa famiglia che fine farà? La si lascia al suo becero destino?
Rispondi
Nicolò Joao Pinto
25 Novembre 2017 alle ore 11:17:59
Come sempre la cittadinanza attiva non viene premiata dalle istituzioni. Per caso, dopo le segnalazioni dei mesi scorsi qualcuno ha contattato il Movimento 5 Stelle?
Rispondi
Beppe Coccinella
25 Novembre 2017 alle ore 11:12:21
Ottima la Gallery, si ha prova che questi, come tantissimi, non sono arrivati sul pezzo per prendersi meriti che non hanno. Fa bene anche il giornale a rimarcare la propria segnalazione, che non sia stata anche quella a smuovere le acque. Un bel lavoro collettivo.
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